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Mirandolexit e i sovranisti della Bassa- di Giorgio Siena (+Mirandola)

da | Feb 28, 2020 | Mirandola | 0 commenti

SOVRANISTI DELLA BASSA. Le dichiarazioni dell’on. Golinelli e di Roberto Lodi qualche giorno prima del voto di venerdì sera sul bilancio dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord sono un messaggio e una dichiarazione di intenti dei quali prendere atto.

La presa d’atto alimenta le obiezioni fondamentali al proposito.

La prima riguarda il presidente Alberto Greco: come farà a presiedere una istituzione che, chi lo ha proposto, cioè la Lega di Mirandola, considera (senza alcuna dimostrazione di numeri e di servizi) “… un ente azzoppato che sta diventando più un peso che un beneficio, dalla quale sarà inevitabile uscire”?

La seconda fondamentale obiezione è che la Lega in campagna elettorale a Mirandola non ha parlato di uscire dalla Unione dei Comuni, qualora ciò avvenisse, per l’importanza della decisione, sarà opportuno un referendum consultivo fra i cittadini di Mirandola.

L’UCMAN prima di questa volta ha funzionato tra comuni con maggioranze omogenee.

Oggi non è così e risulterà più difficile profilandosi una forma di “coabitazione” per usare un termine del sistema politico francese. La coabitazione con maggioranze politiche diverse potrebbe persino essere un valore per un confronto più equilibrato, ma in questo caso occorre la competenza politica, la volontà di discutere sugli argomenti, e non sui pregiudizi.

Nel progetto iniziale si vedeva un futuro nella fusione dei comuni. In questo caso il sindaco dell’Unione sarebbe eletto dai cittadini e vi sarebbe sempre una maggioranza definita e unica, ad ogni elezione.

Molti hanno sostenuto che la debolezza di Mirandola, in Provincia, fosse colpa dei politici funzionari del PCI e poi del PD; in parte vero: una vecchia storia. Ma è anche vero che Mirandola è precipitata al 7° posto fra i comuni della provincia, per popolazione. Un processo di fusione porterebbe Mirandola ad essere il secondo o terzo comune della provincia, acquisendo un peso politico ben maggiore.

Se c’è una cosa che mi sento di rimproverare agli ottimi sindaci della ricostruzione è che serviva da parte loro uno scatto in più, con la scelta di completare il processo avviato con la Unione.

Che il Comune di Mirandola, sede di un distretto multinazionale, prenda la strada di ridimensionarsi e di isolarsi dalla Provincia, e soprattutto dalla Regione, dà l’esatta dimostrazione del dilettantismo dissennato e manifesto; a conferma che il possesso della maggioranza a Mirandola sta dando alla testa a molti. L’uscita di Mirandola dalla Unione di cui ha la leadership ci condannerebbe alla irrilevanza: ne usciremo più poveri di idee, di fatti, di risorse umane e finanziarie.

 

LISTA CIVICA +MIRANDOLA

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IL NOSTRO SPECIALE MIRANDOLEXIT

Il sasso l’ha lanciato il deputato mirandolese della Lega Guglielmo Golinelli: l’Unione Comuni Area Nord – Mirandola, San felice, Finale Emilia, Concordia, Medolla, Cavezzo,Camposanto, San Prossidonio e San Prospero –  è “un ente azzoppato, più un peso che un beneficio”, da cui uscire è visto come “inevitabile”.
Ma il malumore di Mirandola per i troppi oneri che le vengono attribuiti all’interno dell’Unione è storia antica. E se già l’Unione zoppicava quando era monocolore, tutta Pd, ora che è arrivata l’alternanza in tre Comuni su nove, con la Lega al governo, sembra implosa nell’ingovernabilità.

Una Unione, quella tra i nove Comuni della Bassa Modenese, che peraltro non è mai stata completata visto che ancora Cavezzo e Finale Emilia hanno i loro Vigili Urbani, e Finale Emilia ancora gestisce da sè gli asili nido. Il Comune di Cavezzo non si sta occupando della polizia municipale come previsto e Concordia è senza ragioneria nonostante la delega del sindaco Luca Prandini proprio alla ragioneria.

E che dire dei malumori dei sindacati sul fronte lavoro, dove su 200 dipendenti dell’Unione sono ritenuti troppi i dirigenti, e cè troppa disparità sul trattamento economico con gli altri lavoratori, che sono soprattutto maestre?
E poi, chi comanda nell’Unione? Chi è la voce politica a capo dell’esecutivo? Pur essendoci una presidenza, non ha la stessa forza che aveva un sindaco nei confronti dei dipendenti comunali.

Tutto è scoppiato, però, sull’onda della rabbia per la delega alla Sanità che era stata tolta al sindaco di Mirandola, neo presidente Ucman, Alberto Greco.

La pazienza è finita davvero? Mirandola, San Felice, Finale Emilia, Concordia, Medolla, Cavezzo,Camposanto, San Prossidonio e San Prospero hanno ancora voglia di stare insieme? O si preferisce riesumare il vecchio progetto di Comune Unico, senza Finale Emilia e San Possidonio che non troppo tempo fa era propugnato dal Pd?

 

Ecco tutti gli articoli del nostro speciale Mirandolexit, così come è stata ribattezzata la volontà di Mirandola di uscire dall’Ucman.

 

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Il dibattito sulla Mirandolexit

Le denunce dei sindacati

Il progetto Comune Unico

I problemi del 2019/1 La lunga, difficile, marcia per scegliere il presidente

I problemi del 2019/2 La diserzione

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