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Sostenibilità efficienza e innovazione: ecco il nuovo bando acquacoltura

da | Feb 13, 2020 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Ravarino, Nonantola, Novi, Soliera, In primo piano, Carpi, In primo piano, Altri Comuni | 0 commenti

A disposizione le risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per interventi mirati allo sviluppo del settore. Domande entro il 15 aprile 2020

BOLOGNA – Sostenibilità, efficienza e innovazione. Sono le parole chiave del nuovo bando acquacoltura promosso dalla Regione Emilia-Romagna che, per il 2020,mette a disposizione oltre 4,3 milioni di euro nell’ambito del Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

Il bando ha l’obiettivo di promuovere una serie di interventi mirati alla crescita e lo sviluppo favorendo il passaggio ad un’economia a bassa emissione di carbonio ed è indirizzato alle imprese del settore che svolgono attività di acquacoltura in maniera esclusiva o prevalente per investimenti produttivi sul territorio regionale – con limitazioni nelle zone marine protette.

Delle risorse stanziate, più di 2,4 milioni saranno investiti per potenziare la competitività delle imprese con interventi per migliorare la qualità e la sicurezza delle produzioni anche in riferimento alla salute e benessere degli animali allevati e alle condizioni di lavoro degli operatori.

Altri 1,4 milioni di euro riguarderanno invece la sostenibilità ambientale dell’acquacoltura e l’uso efficiente delle risorse a partire dalla quantità d’acqua da utilizzare negli allevamenti e dalla riduzione delle sostanze chimiche impiegate.

Infine, circa 552mila euro premieranno l’uso di fonti rinnovabili e la riduzione dell’impatto delle emissioni in tutti i settori. Per la presentazione delle domande c’è tempo fino al 15 aprile 2020.

Cosa prevede il bando
Molti e diversificati gli interventi previsti dal bando regionale, raggruppati in tre aree distinte, in rapporto all’obiettivo da raggiungere.
Nel primo caso sono previsti investimenti per aumentare la qualità attraverso la diversificazione della produzione e delle specie allevate, interventi utili a migliorare la salute e il benessere degli animali nonché l’ammodernamento degli impianti, anche sotto il profilo delle condizioni di lavoro e della sicurezza degli operatori. Sono ammessi al contributo anche gli interventi di recupero di stagni o lagune di acquacoltura, grazie alla rimozione del limo, oltre allo sviluppo di attività complementari per diversificare il reddito delle imprese acquicole.

Per il raggiungimento del secondo obiettivo gli investimenti mirano a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente e a promuovere l’uso efficiente delle risorse – con particolare attenzione ai quantitativi d’acqua utilizzati e alla riduzione di sostanze chimiche, antibiotici e altri medicinali – e al miglioramento della qualità delle acque in uscita facendo ricorso anche al sistema di acquacoltura multitrofica, ovvero una tecnologia di produzione in grado di ridurre l’inquinamento.

Infine, sono previsti investimenti per aumento dell’efficienza energetica e sostegno alla conversione delle imprese verso fonti rinnovabili di energia.

Per beneficiare dei contributi le aziende devono presentare progetti compresi tra un minimo di 25 mila euro di spesa ammissibile, fino ad un massimo di 500 o di 800 mila euro a seconda degli obiettivi. L’aiuto è fissato al 30% dell’investimento, percentuale che sale al 50% nel caso delle Piccole e medie imprese (Pmi).

Più in dettaglio, a seconda degli obiettivi, le spese ammissibili variano dall’acquisto di macchinari o attrezzature volte a proteggere gli allevamenti dai predatori selvatici, all’ acquisto di mezzi per il trasporto dei prodotti ittici fino all’allestimento di sale multimediali funzionali alle attività didattiche o all’acquisto di automezzi per commercializzare “cibo da strada”.

Inoltre, possono essere finanziati impianti per migliorare i circuiti idraulici o dei rifiuti, tecnologie di allevamento off-shore e di sistemi di gestione open-sea, check up tecnologici o l’adesione a sistemi di certificazione ambientale e di ecogestione (ad esempio Emas).

Per tutti è prevista la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile ad uso aziendale o l’acquisto di attrezzature informatiche.

La domanda di contributo deve essere compilata utilizzando i moduli allegati alla delibera  scaricabili online sul Portale Agricoltura, Caccia e Pesca. La domanda è unica anche nel caso in cui la richiesta riguardi obiettivi diversi.

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