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Bellelli attacca il sindaco di Mirandola: ”Siamo in guerra: non c’è bisogno di sabotatori, ma di rispetto”

da | Mar 25, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, Carpi, In primo piano | 0 commenti

Ospedali di Carpi e Mirandola, il sindaco di Carpi Alberto Bellelli attacca il sindaco di Mirandola Alberto Greco: ”Siamo in guerra: non c’è bisogno di sabotatori, ma di rispetto”. L’uscita è avvenuta durante il consueto aggiornamento sull’epidemia Coronavirus che il sindaco carpigiano fa su Facebook, avvenuta il 24 marzo scorso.
Bellelli replica alle parole di Greco, il quale oltre a essere sindaco di Mirandola è presidente Unione Comuni Area Nord, che parlando dell’ospedale di Carpi lo aveva definito una struttura “ormai compromessa in quasi tutti i reparti” e dove “i canoni di sicurezza si sono abbassati per la presenza di numerosi operatori positivi e risulta elevato il rischio di contagio tra pazienti e personale”.
Il sindaco carpigiano ha letto la replica dell’Azienda USL di Modena e ha aggiunto: “Vedo che non manca la voglia da parte di alcune istituzioni e di alcune persone di alimentare sospetto e teorie: questo è folle e sbagliato. Dentro al Ramazzini ci sono persone che ci stanno salvando con coraggio: o li sosteniamo o nel calduccio delle nostre tane tessiamo dubbi e paure. Mi sembra un atteggiamento distruttivo che può procurare allarme”. Aggiunge il sindaco: “Io per primo ho sollecitato ad esempio di fare i tamponi. Ma non venitemi a dire che l’ospedale è compromesso. Arrivateci voi: qual è l’unico edificio a Carpi che ha così tante persone al suo interno adesso e dove c’è la maggior probabilità di ammalarsi? Gli ospedali: tutto il resto è chiuso. E’ negli ospedali che c’è più probabilità di ammalarsi. C’è bisogno di dire ‘compromesso’? Me lo devo sentir dire da un sindaco?”
“Ne facciamo una questione di organizzazione sanitaria e di bandierine? Sindaco Greco io le rispondo così: io sono qua a dare una mano all’ospedale e a chi lavora lì dentro. E le rispondo con un dato. Ho riempito i primi tre appartamenti con cinque operatori sanitari venuti da fuori regione.  Vengono qui a dare una mano all’ospedale di Carpi e uno domani verrà a Mirandola.
Ma vogliamo essere istituzionali? Ma lo capisce, lei e quelli che le stanno dietro, cosa stiamo affrontando? Siamo in guerra e non c’è bisogno di sabotatori, abbiamo bisogno di rispetto. E lo pretendo come cittadino e come istituzione. Il mondo  – conclude il sindaco carpigiano – non si divide in sani e malati, ma in persone che hanno capito e persone che non hanno capito, in chi è leale con la propria comunità e chi fa il furbo”.

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