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Coronavirus: ammortizzatori e risorse per lavoratori somministrati e precari sospesi

da | Mar 19, 2020 | Altri Comuni | 0 commenti

“Alcune Agenzie per il Lavoro si stanno comportando in maniera differente rispetto a quanto previsto dalle normative per il contenimento del coronavirus e la protezione dei lavoratori. In particolare, ci sono numerosi casi nel modenese di lavoratori e lavoratrici somministrati che vengono sospesi dalle attività per mancanza o riduzione di lavoro e vengono rimessi in forza all’Agenzia di cui sono dipendenti, senza che questa apra la procedura per gli ammortizzatori sociali cui hanno diritto” lo sostiene la CGIL Modena.

“Ad esempio – prosegue la nota – i lavoratori del comparto assistenziale e socio-sanitario (Asp, centri diurni, case protette ecc…) e in generale i somministrati che operano negli appalti della pubblica amministrazione (Enti locali, Comuni, Scuole pubbliche) vengono sospesi per riduzione delle attività. Le agenzie interinali stanno utilizzando unilateralmente permessi non retribuiti per coprire i giorni di sospensione dal lavoro, anziché attivare gli ammortizzatori sociali previsti dai decreti del 14 e 11 marzo 2020.

Peraltro lo stesso decreto “Cura Italia”, all’art. 48, dispone che le pubbliche amministrazioni sono tenute al pagamento completo della retribuzione di tutti i lavoratori della filiera dei comparti socio-assistenziale e scolastico, compresi quindi i dipendenti di soggetti privati che operano in convenzione, concessione o appalto e pertanto a maggior ragione non è corretto che i lavoratori somministrati abbiano delle decurtazioni dei loro stipendi, a fronte di un’emergenza che non dipende da loro e che ha causato in certi casi l’impossibilità oggettiva di prestare l’attività lavorativa.
Il sindacato Nidil Cgil chiede perciò maggiori tutele per i somministrati.

Da un lato, si rivolge alle amministrazioni pubbliche. Le Unioni dell’Area Nord, del Sorbara e delle Terre d’Argine impegnate nella ricostruzione post sisma, si sono attivate, ma in modo molto parziale per far continuare a lavorare gli interinali da remoto con lo smart working.
Dall’altro, le agenzie, anziché utilizzare gli ammortizzatori previsti per legge, sospendono i lavoratori recedendo anticipatamente la missione lavorativa o utilizzando permessi non retribuiti.
“Oltre che essere precari, questi lavoratori sono costretti a subire le inefficienze delle agenzie non sempre capaci di applicare le normative previste e fanno la scelta più comoda, scaricando il rischio d’impresa sul lavoratore” afferma Alessandro Cambi segretario di Nidil Cgil Modena.
”E’ dunque quanto mai urgente – continua Cambi – che le agenzie si attivino per applicare quanto previsto per legge”.

Per quanto riguarda altre figure precarie, come collaboratori con Co.Co.Co. e Partite Iva, è prevista un’indennità una tantum per il solo mese di marzo pari a 600 euro a parziale copertura delle attività lavorative non prestate”.

“Riteniamo che, per quanto sia una misura importante e positiva, perché per la prima volta in questo paese si crea un ammortizzatore anche per collaboratori e lavoro autonomo – continua il sindacalista di Nidil – si rischia che limitandola al solo mese corrente sia riduttiva. Inoltre trattandosi di cifre ad esaurimento vi è il fondato rischio che vengano esclusi molti lavoratori autonomi e co.co.co.”.

Il decreto uscito stanotte prevede altresì per queste figure autonome e parasubordinate, la possibilità del congedo parentale di 15 giorni complessivi, per i figli di età non superiore ai 12 anni, fruibili dai genitori durante il periodo di sospensione dalle attività lavorative. In alternativa al congedo, è previsto un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo di euro 600. Per i tirocini invece non è previsto nulla.

Nidil Cgil confida che l’una tantum possa essere prorogata anche nei prossimi mesi, visto che l’emergenza sanitaria non sarà presumibilmente rientrata il 31.3.2020, mentre per i tirocini extra curriculari e garanzia giovani di emanazione regionale, ma anche quelli di reinserimento lavorativo – nel 2019 l’Emilia Romagna ne ha stipulati 30.000 nei vari settori produttivi – sia necessario trovare una copertura per la sospensione avvenuta già dal 23 febbraio in via cautelativa. Si tratta in maggior parte di giovani alla prima occupazione e per di più senza tutele, perché non lavorano, non hanno accesso allo smart working e non hanno ammortizzatori.
Nidil Cgil chiede un forte intervento della Regione Emilia Romagna per dare risposte anche a questi giovani lavoratori.

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