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Coronavirus e ammortizzatori sociali, i sindacati promuovono l’accordo

da | Mar 8, 2020 | Lavoro | 0 commenti

Coronavirus e ammortizzatori sociali. CGIL CISL UIL ER: “Accordo voluto da sindacati è prima boccata di ossigeno per lavoratori. Allungare ora tempi copertura e più risorse da prossimo decreto, che dovrà sostenere anche stagionali, collaboratori e partite Iva”

È stato siglato la mattina del 6 marzo in Regione, tra tutti i firmatari del Patto per il lavoro, l’accordo per garantire la cassa integrazione in deroga per far fronte all’emergenza Coronavirus. 

Si tratta di un accordo assolutamente necessario, una prima boccata di ossigeno per le lavoratrici e per i lavoratori della regione, che CGIL, CISL e UIL Emilia-Romagna hanno chiesto in più occasioni al Governo in queste difficili settimane. 

L’intesa introduce la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori dipendenti che non possono accedere agli ammortizzatori ordinari e vale per tutte le imprese manifatturiere e di servizi. 

La copertura prevista è al momento di un mese ed è retroattiva a partire dal 23 febbraio. 

Possono accedervi anche tutte le imprese che hanno già esaurito la copertura massima degli strumenti ordinari (Cigo, Fis e fondi di solidarietà bilaterali) prevista dalla legge.

Riguarda tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, determinato, i lavoratori somministrati, i lavoratori intermittenti, gli apprendisti e i lavoratori agricoli avventizi. 

La domanda di accesso spetta ai datori di lavoro in accordo con le organizzazioni sindacali, sulla base degli accordi interconfederali e dei sistemi di contrattazione vigente. 

La durata della copertura di un solo mese è ritenuta comunque insufficiente da CGIL, CISL e UIL, così come le risorse messe a disposizione per la presumibile durata della crisi. I sindacati chiedono quindi al Governo un nuovo urgente decreto che possa ovviare a queste criticità. Così come risulta fondamentale mettere in campo al più presto interventi anche per i lavoratori stagionali che non ricominceranno a lavorare, per i collaboratori e le partite Iva, al momento totalmente e ingiustamente scoperti dai provvedimenti adottati per far fronte all’emergenza Coronavirus. 

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