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Emergenza coronavirus: Barcaiuolo (Fdi) su mascherine e ventilatori

da | Mar 28, 2020 | Altri Comuni | 0 commenti

Alcune aziende del modenese hanno riconvertito la propria produzione in mascherine protettive per fare la propria parte nell’emergenza coronavirus, ma il materiale è bloccato a causa delle difficoltà nell’ottenere le certificazioni dell’Ausl. Lo evidenzia Michele Barcaiuolo (Fdi), che, con un’interrogazione, chiede alla Regione di intervenire per sbloccare e velocizzare le certificazioni.

“Le aziende in questione si sono dette disposte anche a donare le mascherine alla Croce Rossa, però stanno riscontrando difficoltà a contattare l’Ausl locale per ottenere il certificato che consenta loro di donare e vendere le mascherine, problema che blocca la distribuzione del materiale disponibile, essenziale a contenere il contagio”, spiega il consigliere.

In questa fase di “guerra delle mascherine”, in cui l’Italia si trova in carenza di dispositivi di protezione da usare in casa o sul posto di lavoro, Barcaiuolo chiede alla Giunta “se le mascherine protettive non possano essere nel frattempo utilizzate in assenza di certificazione da chi le indossa al di fuori di contesti medico ospedalieri” e di fare chiarezza su “quali siano le procedure e le tempistiche necessarie per ottenere le certificazioni per le mascherine e a chi spetti questo compito.”

Sempre Barcaiuolo si è focalizzato sulla situazione dell’azienda Spencer Italia Srl di Parma, a cui i Nas, assieme all’Agenzia delle dogane, hanno sequestrato cinque ventilatori polmonari automatici, e i relativi accessori, destinati all’esportazione negli Emirati Arabi Uniti. In un’interrogazione rivolta alla Giunta, il consigliere ricorda che, in seguito al sequestro, i dipendenti dell’azienda del parmense hanno scritto una lettera indirizzata proprio al presidente Stefano Bonaccini.

Nella lettera i lavoratori hanno spiegato che “i ventilatori erano destinati a essere permanentemente installati all’interno di ambulanze”, che “l’’uso di questi strumenti non sarebbe potuto essere di tipo ospedaliero e di lungo posizionamento” e che “l’azienda, dopo un primo contatto a inizio emergenza con Confindustria dispositivi medici, non avrebbe ricevuto alcuna richiesta di ordini o preventivi”.

L’esponete di Fdi, inoltre, aggiunge che la “Spencer Italia avrebbe cinque ventilatori fermi in azienda per i quali avrebbe dato piena disponibilità alla consegna ma che non avrebbe ricevuto ancora alcuna indicazione”. Per questo Barcaiuolo chiede “per quale motivo non si sia intervenuti per impiegare immediatamente i cinque ventilatori messi a disposizione dall’azienda” e “dove e quando saranno utilizzati questi ventilatori sequestrati”.

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