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Mirandolexit, gli imprenditori: “Basta polemiche. I Comuni lavorino per fare un salto di qualità”

da | Mar 7, 2020 | Mirandola | 0 commenti

“Basta polemiche. I Comuni lavorino per fare un salto di qualità”. Gli imprenditori di rete Imprese prendono posizione sull’ipotesi di uscita del Comune di Mirandola dall’Unione Comuni Area Nord.

Scrivono da Rete Imprese Italia:

Da parecchio tempo le associazioni chiedono che si proceda a una semplificazione amministrativa che riduca la burocrazia e renda omogenei regolamenti e procedure in tutti i comuni dell’area. Ma è altrettanto evidente che questi risultati possono essere raggiunti solo con il dialogo, con il confronto nel merito, senza fughe in avanti. Il fatto che vi siano stati, negli anni, conferimenti parziali di servizi non ha certamente contribuito a rendere più efficiente la macchina amministrativa dell’unione.

Ad esempio non si capisce come mai diversi comuni non aderiscano alla CUC (Centrale Unica di Committenza) dell’Area Nord per l’espletamento delle gare pubbliche, preferendo rivolgersi ad altri uffici pubblici fuori zona. Da questo punto di vista, è essenziale che tutti i comuni conferiscano all’Unione quei servizi che l’Unione stessa può e deve erogare. Se non ragioniamo di questo, l’Unione dei comuni risulterà sempre zoppa e non potrà esprimere a pieno, come dovrebbe, le sue potenzialità” – prosegue Rete Imprese Italia – Altro aspetto che occorre affrontare riguarda le procedure di impatto per le imprese. Pensiamo al SUAP (Sportello Unico per le Attività produttive), strumento di semplificazione e accelerazione dei procedimenti autorizzativi, per il quale sarebbe interessante verificare il funzionamento“.

La considerazione arriva dalle principali sigle del mondo economico dell’Area Nord (Cna, Confesercenti, Lapam Confartigianato e Confcommercio) che, nei giorni scorsi, si sono incontrate a seguito della discussione sul futuro dell’Unione dei Comuni aperta nelle ultime settimane.

Uno degli obiettivi dell’Unione è sempre stato quello di avere un peso specifico maggiore nel confronto istituzionale a tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale. In altre parole, affrontare questi dibattiti in ordine sparso non crediamo possa portare a risultati degni di nota. È il caso della Cispadana: solo rimanendo uniti il territorio potrà portare avanti le proprie istanze con qualche probabilità di successo“.

Peraltro, l’attività dell’Unione è propedeutica ad affrontare il tema della fusione dei comuni, prospettiva da noi auspicata come evoluzione politico/amministrativa delle unioni comunali, che potrebbe dare ancora maggior peso all’intera area.

Sulla base di queste considerazioni, le Associazioni rivolgono precise richieste all’Ucman, a cominciare dalla riapertura di quei momenti di confronto, purtroppo interrotti negli anni immediatamente successivi al terremoto e mai ripresi, dove affrontare le tematiche di interesse per le imprese del nostro territorio.

Per entrare nel dettaglio di queste tematiche, le associazioni chiedono pertanto al Presidente e alla giunta dell’Ucman che venga calendarizzato in tempi brevi un incontro.

LEGGI IL NOSTRO SPECIALE MIRANDOLEXIT

MIRANDOLA, CAVEZZO E CONCORDIA, FINALE EMILIA, CAMPOSANTO, MEDOLLA, SAN POSSIDONIO, SAN PROSPERO E SAN FELICE –  Il sasso l’ha lanciato il deputato mirandolese della Lega Guglielmo Golinelli: l’Unione Comuni Area Nord – Mirandola, San Felice, Finale Emilia, Concordia, Medolla, Cavezzo,Camposanto, San Prossidonio e San Prospero –  è “un ente azzoppato, più un peso che un beneficio”, da cui uscire è visto come “inevitabile”.

Ma il malumore di Mirandola per i troppi oneri che le vengono attribuiti all’interno dell’Unione è storia antica. E se già l’Unione zoppicava quando era monocolore, tutta Pd, ora che è arrivata l’alternanza in tre Comuni su nove, con la Lega al governo, sembra implosa nell’ingovernabilità.

Una Unione, quella tra i nove Comuni della Bassa Modenese, che peraltro non è mai stata completata visto che ancora Cavezzo e Finale Emilia hanno i loro Vigili Urbani, e Finale Emilia ancora gestisce da sè gli asili nido. Il Comune di Cavezzo non si sta occupando della polizia municipale come previsto e Concordia è senza ragioneria nonostante la delega del sindaco Luca Prandini proprio alla ragioneria.

E che dire dei malumori dei sindacati sul fronte lavoro, dove su 200 dipendenti dell’Unione sono ritenuti troppi i dirigenti, e cè troppa disparità sul trattamento economico con gli altri lavoratori, che sono soprattutto maestre?
E poi, chi comanda nell’Unione?  Chi è la voce politica a capo dell’esecutivo? Pur essendoci una presidenza, non ha la stessa forza che aveva un sindaco nei confronti dei dipendenti comunali.

Tutto è scoppiato, però, sull’onda della rabbia per la delega alla Sanità che era stata tolta al sindaco di Mirandola, neo presidente Ucman, Alberto Greco.

La pazienza è finita davvero? Mirandola, San Felice, Finale Emilia, Concordia, Medolla, Cavezzo,Camposanto, San Prossidonio e San Prospero hanno ancora voglia di stare insieme? O si preferisce riesumare il vecchio progetto di Comune Unico, senza Finale Emilia e San Possidonio che non troppo tempo fa era propugnato dal Pd?

Ecco tutti gli articoli del nostro speciale Mirandolexit, così come è stata ribattezzata la volontà di Mirandola di uscire dall’Ucman.

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Il dibattito sulla Mirandolexit

Le denunce dei sindacati

Il progetto Comune Unico e quello di Fusione dei Comuni

I problemi del 2019/1 La lunga, difficile, marcia per scegliere il presidente

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