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Ospedale Mirandola, l’Ausl: “Il trasferimento di Chirurgia è temporaneo, è il momento di razionalizzare le risorse”

da | Mar 21, 2020 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA, SABATO 21 MARZO 2020 –  “Il trasferimento di Chirurgia Ortopedia è temporaneo, è il momento di razionalizzare le risorse”. A stretto giro arriva la replica dell’Ausl alla notizia della dismissione del reparto del Santa Maria Bianca, che vene trasferito a Carpi. Il sindaco di Mirandola, Alberto Greco, aveva espresso preoccupazione. 

“Capiamo l’emergenza – aveva detto il sindaco – e sottolineiamo la ferma volontà e l’impegno di tutti per arginare il diffondersi del Coronavirus. Quando sabato scorso ci hanno presentato la necessità di spostare la cardiologia, al fine di ricavare stanze singole per pazienti da isolare in attesa di tampone, abbiamo convenuto che questo approccio fosse corretto, seppur provando un grande dolore vedere sospesi i ricoveri cardiologici a Mirandola. Ma, di fronte alla scelta di sospendere anche le attività di un altro intero reparto ospedaliero che ad oggi si era conservato “pulito”, per trasferirle a Carpi dove la situazione ci risulta ormai compromessa in quasi tutti i reparti, siamo fortemente preoccupati perché la prudenza e la sicurezza di pazienti ed operatori dovrebbe indurre in direzione esattamente opposta. Da subito poi nei mirandolesi si sono risvegliati i timori che, così come è avvenuto durante il sisma, le attività sospese o non torneranno o torneranno fortemente ridotte”.

La replica dell’Ausl è la seguente:

Le scelte effettuate dall’AUSL, condivise con i Sindaci, rispondono a una logica di rete tra tutti gli ospedali provinciali finalizzata a garantire a ciascun paziente che necessita di cura il contesto assistenziale più appropriato. Questo vale naturalmente anche per i residenti nel distretto di Mirandola. È questa logica che ha portato a trasferire temporaneamente la Cardiologia presso l’Ospedale di Carpi, garantendo la presenza al Santa Maria Bianca del cardiologo H24 per consulenze sulle persone ricoverate e sui pazienti che accedono al PS. La stessa logica, che risponde a un’esigenza di razionalizzazione delle risorse, tanto preziose in questo momento, ha fatto decidere la Direzione Aziendale per il trasferimento, ancora una volta si sottolinea temporaneo, delle urgenze ortopediche e chirurgiche (le uniche rimaste a seguito della sospensione di tutte le attività programmate legata al coronavirus) presso il Ramazzini di Carpi.

Questa logica, che ha consentito la creazione di posti letto aggiuntivi dedicati all’isolamento grazie ai trasferimenti dei reparti citati, è a favore e non a scapito dei cittadini mirandolesi e di tutta l’Unione dei Comuni Area Nord, che così possono trovare accoglienza presso il loro ospedale in caso di sospetta infezione da coronavirus e rimanervi in attesa di trasferimento (anche in relazione alle condizioni di salute dei pazienti stessi).

È sempre questa logica, infine, che consente ai cittadini del distretto mirandolese di essere adeguatamente assistiti, non solo presso il Santa Maria Bianca ma, quando necessario, presso la Rianimazione di Carpi, le Terapie intensive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, le Malattie infettive del Policlinico, ecc.

L’Azienda ricorda infine che tale riorganizzazione (che riguarda anche il personale, che può essere impiegato su Mirandola, Carpi e gli altri ospedali nell’ottica di una risposta sempre più efficace a tutela della salute di tutti i cittadini) è legata all’emergenza, dunque temporanea, e volta anche a ottimizzare il lavoro dei professionisti sanitari a fronte del costante aumento dei pazienti. L’impegno è massimo nel garantire il rispetto dei criteri di sicurezza e di protezione per operatori e pazienti in ogni ospedale, compreso in quello di Carpi che non è “compromesso”, e in ogni reparto, sia nei reparti riservati a covid-19 positivi, sia in tutti gli altri, riservati a pazienti con altre patologie e bisogni assistenziali.

La Direzione dell’Azienda USL è veramente sorpresa di queste polemiche, in un periodo così difficile per tutta la sanità italiana. Ci aspetteremmo valutazioni e giudizi più rispettosi dei cittadini della nostra provincia, così duramente colpiti dall’epidemia di coronavirus.

 

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