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Aumenti di prezzo sul cibo e speculazioni sulle mascherine, Federconsumatori chiede interventi

da | Apr 14, 2020 | Mirandola, Concordia | 0 commenti

Se ogni giorno fin dall’inizio dell’epidemai abbiamo letto di chi se ne approfittava, ad esempio aumentando a dismisura il prezzo delle mascherine, sono stati appena resi noti gli incrementi che hanno subito frutta, verdura e carne da quando c’è l’epidemia da Coronavirus: fino al 30%.  Ma da oltre un mese Federconsumatori, a tutti i livelli, ha segnalato come inaccettabile e vergognosa la speculazione su prodotti sanitari in questo momento indispensabili, con incrementi di prezzo, nelle farmacie e para farmacie, fino a dieci o venti volte i prezzi applicati in precedenza. Inoltre la carenza di alcuni di questi prodotti ed il loro costo spropositato produce anche una inaccettabile discriminazione tra chi può permetterseli e gli strati più vulnerabili e poveri della popolazione che non possono sostenerne il costo e quindi non possono proteggersi adeguatamente.  Pare evidente che non tutti saremo più poveri, alla fine della pandemia, perché qualcuno, privo di scrupoli, avrà realizzato utili enormi ed illegittimi sul bisogno delle persone.

 

Quella degli abusi sui prezzi di mascherine, guanti, gel, alcol e altri prodotti è una condizione rilevata da tutti, rispetto alla quale dobbiamo però registrare, rispetto alle dimensioni del fenomeno, una limitata attività degli organismi preposti al controllo. Per Federconsumatori è necessario fare chiarezza rapidamente sulle responsabilità, verificando se queste sono riconducibili agli esercenti, ai fornitori od ai produttori; oppure a tutte tre queste categorie.

 

Rispetto ai prodotti di largo consumo venduti nella Grande distribuzione non ci pare che al momento si sia di fronte ad un incremento di prezzi generalizzato. Ciò non vuol dire che non ci siano registrati problemi e abusi, ma che questi restano per il momento limitati. Allo stesso tempo le grandi aziende del commercio registrano in questi mesi un vertiginoso incremento di vendite, anche oltre il 20%, e utili  che crescono in modo vistoso. Ciò è dovuto sia alla crescita delle vendite che ad un fatto notato da tanti consumatori: la riduzione della promozionalità. La percentuale di prodotti in offerta venduti nelle grandi strutture commerciali ormai ha superato il 35%. Se si riducono di molto le offerte, nei fatti lo scontrino per il consumatore cresce, anche senza incrementi di prezzi.

 

Per Federconsumatori è auspicabile che le aziende della Grande distribuzione blocchino i prezzi di vendita e li riducano, quando possibile, spostando su quella iniziativa i maggiori margini prodotti in questa fase. Una iniziativa di questa natura è stata decisa da Coop a livello nazionale, decidendo il blocco fino al 31 maggio; la medesima scelta crediamo dovrebbe essere fatta da tutte le grandi imprese del settore.

 

Una scelta di questa natura è necessaria anche per evitare effetti deleteri sui prezzi nei prossimi mesi; in ogni caso sarebbe un importante investimento sulla fiducia dei consumatori ed una operazione di chiarezza, di cui si sente un forte bisogno.

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