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Barbara Balanzoni, dalla Bassa la dottoressa paladina dei social che bacchetta i potenti

da | Apr 6, 2020 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

CREVALCORE- Barbara Balanzoni, dalla Bassa la dottoressa paladina dei social che bacchetta i potenti. Medico chirurgo, specialista in anestesia e rianimazione, dottoressa magistrale in giurisprudenza, Ufficiale medico dell’Esercito Italiano (che l’ha portata in Kosovo nel 2012) e medico dello staff di Medici senza Frontiere (con i quali si è spinta fino in Afghanistan nel 2013): il curriculum della dottoressa Barabara Balanzoni, originaria di Crevalcore, è lungo tanto quanto le “battaglie” che negli ultimi anni ha scelto di combattere anche sui social media, condividendo notizie sulla sanità che passano in sordina e stimolando una coscienza sociale più attenta e consapevole.

 

Dottoressa Balanzoni, è proprio il caso di dirlo, lei è proprio una “dottoressa in prima linea”: anche sui social.

Mi considero una sorta di “rimedio” contro la politicizzazione della sanità.

Sono attiva sui social perché Facebook lo strumento che uso da qualche anno (soprattutto) per parlare con i miei colleghi medici. Molti di loro mi conoscono e sanno che ho sempre cercato di rispondere alle loro domande (mandate spesso in privato) soprattutto inerenti alle questioni di medicina forense.

Non mi risulta che ci siano medici “clinici” laureati in giurisprudenza cerco di trasmettere loro i concetti giuridici fondamentali, quelli che più ci devono orientare, di modo che tutti noi possiamo esercitare la nostra professione in modo più consapevole e senza farci ingannare da proclami politici o da pressioni dei direttori generali, a loro volta nominati dalla politica.

I medici devono riappropriarsi della medicina senza subire condizionamenti e pressioni esterne. Solo così daremo il meglio e non saremo vittime (ma nemmeno complici) di scelte scriteriate e, talora discutibili, anche sul piano legale

 

Come nasce l’idea (o l’esigenza) di condividere le sue “battaglie” su Facebook? L’emergenza Covid19 è soltanto l’ultima di cui si sta occupando

L’esigenza è nata dalla necessità di dare voce ai tanti miei colleghi che mi chiedevano chiarimenti su alcuni punti e sul fatto che, giorno dopo giorno, ho preso confidenza con la videocamera del mio smartphone iniziando a postare video non più registrati ma in diretta.

Qualche anno fa mi ero affacciata alla scena timidamente, senza crederci troppo. Progressivamente sono cresciuta perché, per fare un video che parla di medicina giuridica, dovevo io per prima essere certa di avere ben chiare le cose. Questo mi ha permesso di studiare in modo più ragionato e consapevole, di ammettere a me stessa che tante cose che sapevo, in realtà non ero in grado di spiegarle. Significava che non le avevo capite fino in fondo. È iniziato così uno scambio tra me e il mio gruppo forense (che vede ora iscritte quasi 3 mila persone tra medici e studenti di medicina). Successivamente ho esteso le dirette anche al profilo pubblico, senza censure, dicendo in modo chiaro ciò che pensavo.

Credo sia passato questo: si vede che dico davvero ciò che penso, senza secondi fini (anche perché in realtà non ne ho) e senza paura di non piacere a tutti.

 

Il suo appello- video anti-contagio, pubblicato su Facebook agli inizi di marzo, è diventato virale superando un milione di visualizzazioni. Se lo aspettava?

Il video del 4 marzo ha avuto 1 milione e 700 mila visualizzazioni. No, non me lo aspettavo. Mi sarei vestita meglio e sarei andata dal parrucchiere se solo l’avessi previsto. Ero molto arrabbiata e nervosa in quei giorni. Avevo capito già da settimane che sarebbe andata piuttosto male e, sull’onda del fastidio che provavo in quel momento, ho acceso il telefono e ho registrato. Ho cercato di essere chiara e coincisa. Credo sia passato quello: la rabbia, la sintesi e la chiarezza. Purtroppo, i fatti mi hanno dato ragione.

 

“Coronastampa Flash” è un appuntamento ormai puntuale e giornaliero nelle sue dirette social. Sul web tanta solidarietà e stima nei suoi confronti, ma anche molti commenti dei cosiddetti “haters”

La Coronastampa flash, soprattutto nell’edizione mattutina prima di andare in ospedale, è diventata un appuntamento fisso, confermo. Portandosi dietro molte polemiche. Avevo tantissimi nemici anche prima, quindi non potevano che aumentare.

Ho imparato negli anni a usare il tasto “blocca utente” con grande generosità.

Gli haters, non è che mi diano così fastidio in quanto tali: mi preoccupa pensare che chi si nasconde dietro una tastiera e un profilo falso, conduce nella realtà una vita vera e propria dove magari non è una persona positiva né particolarmente intelligente.

Lo scorso anno è stata condotta una campagna diffamatoria molto pesante nei miei confronti da parte di alcuni giornali online infermieristici e da parte di alcuni esponenti del settore. Mi sono scagliata duramente contro un modello politico, a mio avviso fallimentare e criminale, che sta cercando di sostituire il personale medico con figure professionali meno costose. Il prezzo da pagare è la diffamazione (lo scorso gennaio sono stati scritti anche quattro comunicati contro di me in un solo giorno) ma se posso contribuire a fermare questi programmi, posso ritenere che ne sia valsa la pena.

 

Come ha reagito secondo lei la regione Emilia – Romagna all’emergenza sanitaria ancora in corso?

L’Emilia-Romagna è una delle regioni contro cui ho scritto parecchio, anche all’Autorità Giudiziaria, soprattutto per il modello 118 che ha adottato permettendo agli infermieri di operare sulla base di semplici algoritmi senza super visione né autorizzazione medica.

Ritengo che l’Emilia-Romagna non sia un esempio da seguire.

 

 

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