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Coronavirus, il rumore di fondo che inquina i sismografi è sparito

da | Apr 15, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Più di un terzo della popolazione del pianeta è soggetta a qualche forma di restrizione a causa della pandemia da Covid-19. I ricercatori che studiano il movimento della Terra, si legge ad esempio su Nature, stanno segnalando un calo del rumore sismico – il ronzio delle vibrazioni nella crosta del pianeta – che potrebbe essere il risultato della chiusura delle reti di trasporto e di altre attività umane. Ciò potrebbe consentire ai sismografi di individuare piccoli terremoti e incrementare la possibilità di monitorare l’attività vulcanica e altri eventi sismici.

“Una riduzione del rumore di questa portata si verifica di solito solo brevemente a Natale”, dice a Nature Thomas Lecocq, sismologo del Royal Observatory del Belgio a Bruxelles, dov’è stato osservato il calo.

Infatti le vibrazioni causate dai veicoli in movimento e dai macchinari industriali fanno muovere la crosta terrestre proprio come eventi naturali quali i terremoti. Sebbene gli effetti delle singole fonti antropiche possano essere piccoli, tutti insieme producono un ‘rumore di fondo’ che riduce la capacità dei sismologi di rilevare altri segnali che si verificano alla stessa frequenza.

I dati di un sismometro dell’osservatorio belga mostrano che “le misure per frenare la diffusione di Covid-19 a Bruxelles hanno causato una riduzione del rumore sismico indotto dall’uomo di circa un terzo“, dice Lecocq a Nature, misure che includono la chiusura di scuole, ristoranti e altri luoghi pubblici.

I sismologi belgi non sono i soli a notare gli effetti del lockdown. Celeste Labedz, laureato in geofisica al California Institute of Technology di Pasadena, ha twittato che una simile caduta di rumore era stata rilevata da una stazione di Los Angeles. Il calo è davvero selvaggio”, ha detto.

Se i blocchi continueranno nei prossimi mesi, “i sismografi delle città di tutto il mondo potrebbero rilevare meglio del solito le posizioni delle scosse di assestamento di un terremoto”, dice a Nature Andy Frassetto, sismologo dell’Incorporated Research Institutions for Seismology di Washington DC, “si riceverebbe un segnale con meno rumore che consentirà di ricavare un po’ piu’ di informazioni da quegli eventi“.

“Il lockdown, bloccando moltissime attività umane e industriali, ha portato a un abbassamento del ‘rumore di fondo’ prodotto dalle attività, come cantieri, traffico, macchinari industriali“, conferma Andrea Billi, dirigente di ricerca dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche, “tutte attività che creavano interferenze negli strumenti, quindi ora si rilevano anche terremoti di minima intensita‘ che prima potevano essere coperti dall’interferenza”.

Infatti “treni, automezzi, autocarri e macchinari industriali in attività producono vibrazioni che costituiscono un ‘rumore di fondo’”, spiega Billi, “e i sismologi esperti che lavorano nella sala sismica filtrano questo rumore“.

Ciò detto, “il Belgio è uno dei luoghi più densamente abitati d’Europa- spiega- Anche Los Angeles è densamente abitata. Non meraviglia quindi il fatto che l’abbattimento del rumore sismico sia stato notato in questi luoghi prima di altri. L’intensità dell’interferenza “dipende da dove si monta il sismografo”, spiega il ricercatore del Cnr, “so che c’è un sismografo in un paese della Calabria che si trova abbastanza vicino, forse troppo, a un campanile e quindi registra il suono delle campane a tutte le ore, quindi i sismologi della locale sala sismica scherzando dicono che ci si può rimettere l’orologio”.

Ad ogni modo, “per quel che riguarda la sensibilità dei sismografi dipende su quali frequenze sono tarati, possono avere tarature differenti- spiega Billi- ma teoricamente se gli si salta vicino, il sismografo registra anche i salti, se e’ tarato sulle frequenze giuste”.

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