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Medici, mamme e insegnanti: in Emilia nasce il Comitato #lascuolaascuola

da | Apr 20, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, San Possidonio, In primo piano, In primo piano | 0 commenti

Medici, mamme e insegnanti: in Emilia nasce il Comitato #lascuolaascuola. Reclamano che per garantire la riapertura delle scuole a settembre, ottemperando a tutti i protocolli necessari a garantire la sicurezza dobbiamo muoverci ora. Ecco le loro richieste:

Siamo scienziati, medici, psicologi, docenti, educatori e genitori e crediamo che la
scuola sia un bene comune, primario, della nostra società. Dall’asilo nido all’università,
l’educazione e l’istruzione rappresentano due dei principali pilastri del vivere comune,
essenziali per la formazione delle generazioni future. Diamo vita al Comitato
#lascuolaascuola, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni nazionali e locali sui temi
educativi e promuovere una mobilitazione nazionale che metta al centro dell’agenda del
nostro paese la riapertura delle scuole e dei servizi educativi. Occorre investire sulla
scuola programmando un piano a lungo termine, che consenta lo svolgimento dell’attività
educativa in condizioni di sicurezza.

In questi mesi di emergenza legati alla pandemia del Covid-19, abbiamo assistito alla
chiusura delle scuole, dal 24 febbraio per le regioni del nord Italia e dall’8 marzo per tutto il
paese. Questa decisione, resasi necessaria in quella fase per contenere l’epidemia, è stata
accompagnata dalla chiusura di molte altre attività pubbliche e private. Ad oggi, alla vigilia
della “fase 2” dell’epidemia, mentre si comincia a pianificare la riapertura di aziende, attività
e luoghi aperti al pubblico, nessun piano di riapertura è stato reso pubblico dalla Ministra
dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Eppure una progettualità educativa precisa e dettagliata è assolutamente urgente: la
didattica a distanza, importante per affrontare provvisoriamente l’emergenza, resta uno
strumento del tutto inadeguato per rispondere ai bisogni educativi di bambini e adolescenti.
Alcuni di noi sono tra i fondatori di #IoVaccino (www.iovaccino.it), community che
promuove la corretta informazione sulle vaccinazioni. Partita dai social network, la
campagna #IoVaccino ha portato alla progressiva reintroduzione dell’obbligo di vaccinazione
per l’accesso ai servizi educativi e scolastici, iniziata con la legge regionale dell’Emilia
Romagna e culminata nella legge 119 del 2017. Quest’esperienza dimostra come la
mobilitazione della società civile per diffondere contenuti scientifici rigorosi possa
incidere sull’opinione pubblica e sulle scelte politiche e contribuire alla salute di tutti.

Oggi, di fronte agli effetti sanitari, sociali ed economici della pandemia di Covid-19 e della
sua gestione nel nostro paese, affermiamo che:

1. i bambini e gli adolescenti italiani stanno pagando un prezzo altissimo: una
comunicazione inesatta e distorta li ha spesso presentati come responsabili del
contagio, guardati con sospetto e paura, come dimostrano le affermazioni contro la
possibilità di una passeggiata vicino a casa per i bambini e le numerose
segnalazioni, in tal senso, alle forze dell’ordine. Gli effetti di una comunicazione
fondata esclusivamente sulla paura impediscono una riflessione razionale, basata su
evidenze scientifiche e sui dati che, dall’inizio della pandemia, si stanno
accumulando. I dati epidemiologici che si stanno diffondendo mostrano infatti che i
bambini non sono i principali responsabili del contagio [1-5] e che la chiusura
delle scuole, a fronte della riapertura delle attività produttive, è uno strumento
solo minimamente efficace nel contenimento della pandemia e, di
conseguenza, nella riduzione dei decessi [6,7].

2. La chiusura delle scuole ha effetti devastanti su bambini e adolescenti. I bambini fra
i 4 e i 10 anni manifestano frequentemente regressioni di carattere psico-affettivo,
relazionale, comportamentale e linguistico; comuni a tutti i minori sono invece i primi
segni di disturbo alimentare, espressioni depressive e ansiose[11], nonché difficoltà
del sonno, disturbi alimentari, accessi psicosomatici. Trasversalmente alle età, non si
possono trascurare le fasce più deboli, figli di stranieri che stanno perdendo l’uso
della lingua italiana (specialmente tra 0 e 6 anni), ma anche famiglie con più figli
costretti a condividere un solo computer. La scuola rappresenta inoltre ‘unico
momento fuori casa di alcuni minori personalmente oggetto (o testimoni) di
maltrattamento (fisico, verbale o psicologico, perché le tensioni in casa sono in
costante aumento) domestico, e quanto più tempo la scuola rimarrà chiusa, tanto più
queste situazioni resteranno nascoste. I bambini sottoposti allo stesso tipo di
quarantena in passato hanno manifestato inoltre punteggi medi di stress
post-traumatico (DPTS) quattro volte più alti rispetto ai bambini ai quali non sono
state imposte misure di contenimento [8]. Alcuni esiti, addirittura, non sono misurabili
in questo momento: i bambini più piccoli stanno godendo di una maggiore vicinanza
fisica con i genitori, ma a questi è contemporaneamente richiesto di lavorare da casa
e accudirli. Chi rischia il posto è costretto a lavorare da casa trascurando in parte i
figli, e chi può occuparsene come vorrebbe ha sviluppato un legame simbiotico, e la
conseguenza sarà osservabile al rientro a scuola, quando tutti i bambini
contemporaneamente necessiteranno di un “reinserimento”, come se fosse di nuovo
il primo giorno. La didattica a distanza, pur se promossa con enorme impegno da
migliaia di docenti, non è una soluzione accettabile per il prossimo anno scolastico.
Migliaia di ragazzi e ragazze, soprattutto nelle fasce sociali più fragili o affetti da
disabilità fisica e psichica, ne sono totalmente esclusi. I bambini dagli 0 ai 6 anni
non possono essere destinatari di alcuna forma di didattica a distanza. A questo si
aggiunge la totale incertezza delle famiglie: cosa avverrà se non apriranno i centri
estivi, fondamentali per la conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro nei mesi
estivi? Le lezioni riprenderanno regolarmente a settembre? Anche una riapertura
parziale delle scuole a settembre, con diminuzione consistente del tempo scuola
fruito dagli studenti, lederebbe il diritto all’educazione e all’istruzione di bambini e
ragazzi, sancito dalla nostra Costituzione e dalle carte internazionali dei diritti
dell’infanzia. In secondo luogo, una decisione di questo tipo impedirebbe il ritorno al
lavoro di una vasta fetta di popolazione, aumentando il divario sociale e di genere.

3. Nel quadro dell’attuale pandemia il venir meno delle reti educative e
socio-assistenziali sta manifestando i primi effetti distruttivi non solo sul benessere
dei minori ma sull’intera società [6,9,10]. I ragazzi risultano tra i più esposti a stress
e violenze. La messa in discussione del patto educativo tra famiglie, istituzioni
scolastiche e Stato mette in crisi l’intero assetto democratico del nostro paese,
lasciando spazio all’azione della criminalità organizzata, in particolare nelle aree di
maggiore fragilità sociale, dove la scuola rappresenta spesso l’unica agenzia
educativa per i più giovani. Come già affermato da altri governi europei (in particolare
in Francia, Danimarca e Svezia), solo dalla ricerca e dall’istruzione può iniziare la
ripresa dei singoli paesi e dell’Europa intera. Com’è possibile che in Italia si ragioni
sulla riapertura di bar, ristoranti, spiagge e si rimandi sine die la riapertura dei servizi
educativi? Ripartirà davvero prima il campionato di calcio della scuola? Mettere la
scuola al primo punto dell’agenda politica significa compiere scelte coraggiose e
fondamentali in materia politica, economica e sociale, che consentiranno a tutti,
adulti e bambini, di rientrare a scuola in sicurezza e ripartire per creare un’Italia
migliore.

4. Per garantire la riapertura delle scuole a settembre, ottemperando a tutti i
protocolli necessari a garantire la sicurezza degli studenti e del personale docente e
non docente, dobbiamo muoverci ORA, sin dalla progettazione della fase 2. Siamo
di fronte a un momento inedito nella storia del nostro paese. Le sfide che affrontiamo
sono enormi. Possiamo tuttavia imparare dalla storia recente. In Emilia Romagna il
terremoto del maggio 2012 mise in ginocchio anche le istituzioni scolastiche. In
quei tragici mesi, una straordinaria mobilitazione politica, economica e sociale
permise la ricostruzione delle scuole con edifici moderni in una sola estate e il
riavvio regolare delle lezioni a settembre.

5. Per far fronte alle sfide di oggi, occorre investire sulla scuola programmando un
piano a medio-lungo termine, che preveda la possibilità di creare classi meno
numerose e ambienti adeguati allo svolgimento dell’attività educativa in condizioni
di sicurezza. Ciò che saremo in grado di costruire oggi rimarrà in futuro e sarà
l’occasione per invertire il processo di definanziamento che la scuola ha subito negli
ultimi anni, restituendo risorse a quello che è, come la sanità, un servizio pubblico
essenziale. Gli edifici scolastici di più recente costruzione potrebbero già essere
destinati a piccole sperimentazioni di riavvio della didattica, in condizioni di
sicurezza, per alcune ore a settimana, utilizzando in particolare gli spazi verdi,
come già in corso in altri paesi (su tutti la Danimarca). Questo ci consentirebbe di
individuare strumenti e soluzioni da utilizzare dal mese di settembre. Anche
l’organizzazione dei centri estivi, con specifiche caratteristiche di sicurezza e la
corretta formazione degli educatori sulle misure di infection control, fornirebbe alle
regioni e al governo un primo test fondamentale per la riapertura a settembre.
Vogliamo promuovere un dialogo serio con le istituzioni, le associazioni, le parti sociali e i
cittadini, e stimolare forme di proposta e mobilitazione.
Non ne va solo dei nostri figli: ne va di un’intera generazione e del futuro del nostro paese.

 

PRIMI FIRMATARI
Andrea Barbieri, Psicologo clinico e forense, Bologna
Silvia Bonetti, tecnico neurofisiopatologo, neuropsichiatria infantile, Bologna
Raffaella Bozzato, impiegata, #IoVaccino, Bologna
Chiara Brintazzoli, educatrice, Bologna
Giulia Campomori, insegnante di scuola dell’infanzia, Imola
Riccardo Castagnetti, docente di scuola media, Modena
Angela Chillè, analista di business e volontaria di #IoVaccino, Roma
Massimiliano Grillo, consulente legale, Modena
Giulia Guidetti, insegnante di scuola dell’infanzia, Modena
Giovanna Mancini, volontaria di #IoVaccino, Chieti
Veronica Marcelli, farmacista, Bologna
Cecilia Massaccio, volontaria di #IoVaccino, Modena
Miriam Maurantonio, Social Media Manager e Blogger, #IoVaccino, Bologna
Loredana Raso, erborista, Bologna
Maria Chiara Rioli, ricercatrice, Modena
Antonella Santoro, medico specialista in malattie infettive, Modena
Sara Scalorbi, insegnante di scuola primaria, Bologna
Federico Schiavi, consulente, Roma
Daniela Tomasini, insegnante di scuola dell’infanzia, Modena
Barbara Zambelli, biotecnologa, Ricercatrice Universitaria, Bologna
Stefano Zona, medico specialista in malattie infettive, #IoVaccino, Modena

Contatti: lascuolaascuola@gmail.com 333 4914963

 

Referenze bibliografiche:
1. Park SE. Epidemiology, virology, and clinical features of severe acute respiratory syndrome
-coronavirus-2 (SARS-CoV-2; Coronavirus Disease-19). Clin Exp Pediatr. 2020 Apr;63(4):119–24.
2. COVID-19 National Incident Room Surveillance Team. COVID-19, Australia: Epidemiology Report 9
(Reporting week to 23:59 AEDT 29 March 2020). Commun Dis Intell (2018). 2020 Apr 3;44.
3. Morand A, Fabre A, Minodier P, Boutin A, Vanel N, Bosdure E, et al. COVID-19 virus and children: What
do we know? Arch Pediatr. 2020 Apr;27(3):117–8.
4. Li W, Zhang B, Lu J, Liu S, Chang Z, Cao P, et al. The characteristics of household transmission of
COVID-19. Clinical Infectious Diseases. 2020 Apr 17.
5. Gudbjartsson DF, Helgason A, Jonsson H, Magnusson OT, Melsted P, Norddahl GL, et al. Spread of
SARS-CoV-2 in the Icelandic Population. N Engl J Med. 2020 Apr 14.
6. Viner RM, Russell SJ, Croker H, Packer J, Ward J, Stansfield C, et al. School closure and management
practices during coronavirus outbreaks including COVID-19: a rapid systematic review. Lancet Child
Adolesc Health. 2020 Apr 6.
7. Bayham J, Fenichel EP. Impact of school closures for COVID-19 on the US health-care workforce and
net mortality: a modelling study. The Lancet Public Health. 2020 Apr 3.
8. Sprang G., Silman M. (2013). Posttraumatic stress disorder in parents and youth after healthrelated
disasters. Disaster Med Public Health Prep 2013; 7: 105-10.
9. Armitage R, Nellums LB. Considering inequalities in the school closure response to COVID-19. Lancet
Glob Health. 2020 Mar 26.
10. Golberstein E, Wen H, Miller BF. Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) and Mental Health for Children
and Adolescents. JAMA Pediatr. 2020 Apr 14.
11. Araújo FJO, de Lima LSA, Cidade PIM, Nobre CB, Neto MLR. Impact Of Sars-Cov-2 And Its
Reverberation In Global Higher Education And Mental Health [published online ahead of print, 2020 Apr
12]. Psychiatry Res. 2020;288:112977. doi:10.1016/j.psychres.2020.112977

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