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Scuola a distanza, la denuncia: “Genitori e bambini in difficoltà a San Felice”

da | Apr 27, 2020 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

SABATO 25 APRILE SAN FELICE SUL PANARO – Partita in netto ritardo e in totale assenza di linee guida: secondo quanto denunciano alcuni genitori, la teledidattica alla scuola media “Giovanni Pascoli” di San Felice, sta creando più danni che vantaggi. Soprattutto per i genitori degli alunni, costretti a supervisionare costantemente i figli e sopperire con “stratagemmi tecnologici” alla confusione del materiale didattico: inviato a singhiozzi e sparpagliato su più strumenti. Il problema opposto a quello denunciato dai genitori dei bimbi della scuola materna, che invece si sono sentiti dimenticati dalla scuola che per diverse settimane non ha battuto colpo coi loro figlioletti. La preside, da noi interpellata, aveva di fatto annunciato che le cose sarebbero cambiate presto. Ma intanto ci è arrivata anche la denuncia di quello che sta accadendo alle medie, che fanno parte dello stesso istituto scolastico con la stessa dirigenza.

“Account di classe, registro elettronico, software di messaggistica istantanea”- spiega uno dei rappresentanti di classe delle medie dell’istituto – “Un ginepraio per noi adulti, figuriamoci per ragazzi dodicenni che avranno fatto si e no dieci lezioni di informatica in due anni”.

I genitori, inoltre, lamentano un’estrema mancanza di comunicazione da parte della scuola e del dirigente scolastico:eccetto per una mail inviata poco prima di Pasqua, nulla hanno fatto per informare le famiglie sulle azioni intraprese dall’istituto in materia di didattica a distanza.

 

“Durante le prime settimane dell’emergenza ci siamo trovati con la scuola chiusa, i ragazzi a casa e le lezioni ferme”- spiega il rappresentante- “Poi qualche insegnante ha cominciato, di propria iniziativa, a contattare i ragazzi, per ultima si è mossa la scuola”.

Fino ad arrivare finalmente all’invio di un calendario scolastico, aggiornato di settimana in settimana e spedito via mail direttamente ai genitori: un’agenda che prevede due o tre lezioni al giorno da 45 minuti l’una (sabato escluso) e che di certo non riesce a livellare l’orario scolastico pre-emergenza che prevedeva le tradizionali 5 ore giornaliere.

E poi, cosa succede a chi non frequenta le video lezioni? “Siamo completamente all’oscuro rispetto al comportamento da adottare per le assenze”- lamenta il genitore-“Non sappiamo se e dove motivarle né se verranno conteggiate nel registro, così come per le valutazioni. I ragazzi continuano a essere interrogati e prendere voti: ma sul registro elettronico non risulta nulla”.

Per non parlare poi delle difficoltà tecniche, espressione più di negligenza che di limite tecnologico: un account di classe creato dalla scuola al quale ogni ragazzo dell’istituto accede con lo stesso nickname e la stessa password permettendo a chiunque di entrare nei file delle varie classi e cancellare/modificare compiti e ricerche.

“Non può immaginare la confusione che si è creata: la condivisione di file dovrebbe rappresentare uno strumento base per una scuola nel 2020”- conclude.

Problemi apparentemente di facile soluzione che rappresentano di fatto grandi barriere, complicati anche dall’assenza in istituto dell’animatore digitale: una posizione pensata proprio per ovviare agli imprevisti tecnici, figura che oggi alla “Giovanni Pascoli” risulta vacante da un anno e che si sarebbe rivelata lungimirante in questa situazione straordinaria.

L’epidemia e la chiusura delle scuole ci hanno fatto scoprire che, nelle emergenze, il web potrebbe tornare tanto utile per insegnare e imparare. Ma le scuole devono essere pronte a farsi carico e incentivare tutti gli strumenti che proprio la rete mette a disposizione.

 

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