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Poletti: “Stop agli allevamenti industriali, serve un nuovo modello zootecnico”

da | Apr 20, 2020 | Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA E FINALE EMILIA – Maurizio Poletti, portavoce dell’Osservatorio Civico ”Ora tocca a Noi” di Finale Emilia, ha inviato una nota riguardante una nuova richiesta di ampliamento  di un allevamento suinicolo di Mirandola. La pubblichiamo in forma integrale.

Secondo uno studio recentemente citato dal servizio pubblico, le polveri sottili avrebbero contribuito alla diffusione del Coronavirus. In buona sostanza sembrerebbe che l’incidenza e la propagazione del virus sia direttamente collegato alla concentrazione delle PM10. Il condizionale è d’obbligo in quanto si attendono comprovate valutazioni scientifiche, ma certamente il dato preoccupa e deve fare riflettere sulle azioni da porre in essere per ridurre gli inquinanti coinvolti nella formazione delle polveri sottili. Sicuramente uno degli inquinanti promotori del processo di formazione delle polveri sottili è l’Ammoniaca e non vi è ombra di dubbio che questa sostanza è generata da varie attività produttive, in primis dagli allevamenti zootecnici intensivi.

È evidente che non solo le attività zootecniche industriali sono responsabili dei processi di inquinamento atmosferico, ma è chiaro che in un territorio come la pianura padana ed in particolare l’area della Bassa Modenese caratterizzata da livelli già ora fuori norma delle PM 10, non possiamo più accettare che si faccia tutto come prima della pandemia. Non solo ma sempre secondo gli studi citati, esisterebbe una correlazione tra gli spandimenti dei liquami degli allevamenti intensivi e l’aumento delle PM10, questo per effetto dell’Ammoniaca generata. In questi giorni abbiamo appreso di un progetto di ampliamento relativo ad un’allevamento suinicolo situato nel Comune di Mirandola, che prevede un forte aumento del numero dei capi di suini allevati (da 1836 capi attuali si passa ad una situazione post ampliamento di 4.328 animali) e di conseguenza un forte aumento dell’impatto ambientale. In particolare questo ampliamento prevede un incremento del 49,3% dell’emissione in atmosfera di Ammoniaca, un incremento dell’ 69,0% degli Ossidi di Azoto e del 139,9 % di Metano. Non è accettabile!

In particolare i due inquinanti Ammoniaca e Ossidi di Azoto, sono direttamente collegati ai due fattori fondanti l’inquinamento atmosferico del nostro territorio: le PM 10 e l’Ozono. L’ Ammoniaca come detto è un precursore diretto delle polveri sottili, mentre gli Ossidi di Azoto sono considerati “precursori dell’Ozono”. L’ Ozono è un inquinante fotochimico che si forma quando la radiazione solare reagisce con inquinanti presenti nell’aria e tipicamente questi sono proprio gli Ossidi di Azoto oltre ad altre sostanze. Va ricordato che nel nostro territorio della Bassa Modenese mentre nel periodo autunno-invernale si sforano i parametri di legge delle PM 10, nel periodo primaverile-estivo si sfora con l’Ozono. Di fronte a questo scenario ambientale particolarmente grave e alla luce di quanto sembrerebbe emergere nei collegamenti tra inquinamento atmosferico e diffusione del virus, occorre bloccare ogni iter autorizzativo di tutte quelle attività che mostrano un legame diretto con la formazione delle polveri sottili e tra queste attività sicuramente gli allevamenti zootecnici industriali. In questo drammatico momento di emergenza sanitaria, ora più che mai, è assolutamente fondamentale che le istituzioni di competenza a cominciare da Arpa e Ausl, mettano in atto tutti i principi di precauzione possibili.

Occorre voltare pagina, serve un radicale cambio di atteggiamento, non è accettabile che si continui ad autorizzare ed ampliare allevamenti zootecnici industriali. Serve progettare un nuovo sistema di allevamento zootecnico basato sul principio del rispetto dell’ambiente e della salute dell’animale, passando dal concetto dell’allevamento intensivo caratterizzato da un’anomala concentrazione di animali in poco spazio, a quello estensivo che prevede per gli animali condizioni di vita molto simili a quelle naturali.  È giunta l’ora delle scelte radicali.

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