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Coronavirus a San Prospero, il sindaco Borghi: “Liquidità a fondo perduto per il commercio al dettaglio e il piccolo artigianato”

da | Mag 1, 2020 | In Primo Piano, San Prospero | 0 commenti

SAN PROSPERO-   “E’ giusto rispettare le regole basilari, ma c’è bisogno di riaprire”. Il sindaco di San Prospero, Sauro Borghi, esprime così l’urgente necessità per le attività del comune,di tornare a lavorare. “C’è assoluto bisogno di una “puntura” di liquidità, mi fido degli aiuti che lo Stato potrà darci”.

Sono passati quasi due mesi dal decreto del 9 marzo che ha ampliato la “zona rossa” estendendola a tutto il Paese. Come ha reagito la città, i cittadini stanno rispettando le misure previste?

Devo dire che i risultati si sono visti anche dal punto di vista epidemiologico. In tanti hanno fatto il loro dovere: quel “tanti” non è tutti, ma è un buon 90%. I cittadini di San Prospero sono stati bravi, ligi alle regole.

Come sta affrontando l’emergenza la macchina comunale? Quali iniziative sono state messe in campo per aiutare i cittadini?

Per quanto riguarda i servizi per gli anziani sono stati conferiti in Ucman, sotto l’operatività dell’A.S.P. Sempre attraverso l’Ucman sono stati seguiti tutti i vari percorsi di assistenza alla popolazione. A livello comunale c’è stata una grande attività della Croce Blu e della Protezione Civile che hanno assecondato man mano tutte le richieste. La cifra dei “buoni spesa” statali erogata per San Prospero ammonta a 31.500 euro: a oggi abbiamo distribuito circa 26 mila euro. Ora in Ucman abbiamo elevato a 5 mila euro il discorso del saldo del conto corrente (a fronte dei 2 mila euro previsti in precedenza) e dato la possibilità, anche a chi percepisce un reddito di cittadinanza inferiore a 150 euro, di poter usufruire di questa possibilità di aiuto.

Come state gestendo il lavoro del Consiglio Comunale per evitare la paralisi delle attività costituzionali?

I servizi essenziali, come l’anagrafe e l’ufficio tecnico, sono stati gestiti alternando il personale e mantenendo il distanziamento necessario. Per tutto il resto, ci siamo adeguati con videoconferenze e smart working. Abbiamo cercato di continuare a lavorare rispettando tutte le regole che sono state impartite.

I sindaci sono la prima frontiera delle richieste dei cittadini, cosa chiedono? Avete ricevuto richieste particolari?

Nessuna richiesta particolare. Ho ricevuto molte domande sull’interpretazione dei decreti del Governo: la persona separata che chiede come fare per prendere o portare il figlio, la famiglia che domanda se può uscire dal Comune per raggiungere negozi più grandi e forniti. Principalmente chiarimenti rispetto ai decreti che si sono via via succeduti.

Quale è stata la maggiore criticità che, come sindaco, ha vissuto nella gestione dell’emergenza?

Siamo ancora all’apice: abbiamo dovuto affrontare l’emergenza sanitaria, ora ci dobbiamo preoccupare di come far ripartire l’economia. Questo impegnerà molto i comuni e sarà un periodo altrettanto critico, in salita.

Quale settore la preoccupa di più una volta che l’emergenza sarà rientrata?

I settori che sicuramente risentiranno di più questa situazione saranno il commercio e l’artigianato, la piccola impresa. A livello regionale dovremo affrontare i problemi legati al turismo, a livello locale il commercio al dettaglio e il piccolo artigianato saranno quelli più a rischio. Avremo bisogno di una “puntura” di liquidità a fondo perduto.

 

Il 3 maggio è alle porte e il Presidente Conte si è già espresso sulla “fase 2”. Cosa ne pensa?

Mi aspettavo qualcosa di più. E’ inevitabile, bisogna ripartire con tutte le tutele. Ma bisogna riaprire! Il virus non è stato ancora debellato, dobbiamo trovare il modo di conviverci fino al vaccino. Mi fido molto degli aiuti che lo stato potrà darci.

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