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Coronavirus e smart working: alla Cnhi circa il 90% degli impiegati “engineering” lavora da casa

da | Mag 6, 2020 | Bastiglia | 0 commenti

«Sappiamo per certo che nel reparto engineering, nel quale sono occupati circa 200 “colletti bianchi”, il 90% (circa 80 persone) lavora in smart working cinque giorni su cinque –
dice Rosamaria Papaleo, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria Cisl Emilia Centrale – L’orario è quello di una normale giornata lavorativa in ufficio: connessione ai server entro le 9.30 del mattino, pausa pranzo dalle 12 alle 14.

Prima dell’emergenza sanitaria circa l’80% degli impiegati di questo reparto usufruiva del lavoro agile una volta alla settimana, otto ore giorno con straordinari non retribuiti.
Il 1° novembre 2019, infatti, l’azienda ha concesso, a chi era interessato, la possibilità di svolgere il lavoro da casa  I requisiti richiesti erano: possesso di un computer portatile e una connessione Internet domestica Adsl o superiore, certificato di completamento del corso di formazione obbligatoria per lavoro agile, accordo individuale e modalità operative per il lavoro agile, informativa sui rischi da lavoro agile».

«Questa iniziativa è stata bene accolta da tutti – racconta un impiegato Cnhi di San Matteo iscritto alla Fim Cisl Emilia Centrale – Siamo concordi nel ritenere che, nonostante le perplessità di alcuni dirigenti, la produttività aziendale aumenti essendo noi lavoratori incentivati e gratificati da questa modalità di lavoro».

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