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Coronavirus a Soliera, con Banco alimentare e incentivi ai negozi si fa fronte alla crisi – Intervista al sindaco

da | Mag 1, 2020 | In Primo Piano, Soliera, In primo piano | 0 commenti

SOLIERA –  Coronavirus a Soliera, con Banco alimentare e incentivi ai negozi si fa fronte alla crisi  A fare il punto della situazione a Soliera è il sindaco, Roberto Solomita, che riassume tutte le misure messe in campo dell’amministrazione dall’inizio dell’emergenza Covid-19.

Come ha reagito la città, i cittadini stanno rispettando le misure previste? Si registrano infrazioni?

Posso dire che i cittadini di Soliera hanno scrupolosamente seguito le direttive. Certo, sono state segnalate alcune infrazioni dai controlli effettuati, ma non abbiamo riscontrato grandi problemi.

Come sta affrontando l’emergenza la macchina comunale? Quali iniziative sono state messe in campo per aiutare i cittadini?

La programmazione dei servizi è stata travolta dalle necessità di mantenere i provvedimenti. Circa la metà dei servizi sono in fase di ri programmazione per le esigenze mutate dal contesto. Vogliamo continuare a fornire servizi, ma in modalità sicura sia per gli operatori che per i fruitori.

Per quanto riguarda i servizi per l’infanzia: cosa avete messo in campo dopo la chiusura e cosa prevedete per il momento della riapertura?

Soprattutto per l’infanzia ci sono state molte opportunità di intrattenimento , arrivate anche da soggetti che non sono direttamente del Comune: letture della ludoteca, fiabe lette e cantate in videoconferenza.

Per gli anziani invece?

Sui servizi agli anziani si è dovuto riconsiderare sia l’assistenza domiciliare che i servizi diurni, poiché bisognava contemporaneamente tenere insieme l’idea di poter continuare a offrire servizi a persone in difficoltà e stare attenti a non contagiare loro e gli operatori.

Come state gestendo il lavoro del Consiglio Comunale per evitare la paralisi delle attività costituzionali?

Abbiamo organizzato un unico Consiglio, perché ne avevamo l’esigenza, al cinema di Soliera: quindi in un ambiente molto ampio con grande distanza tra i consiglieri. Per il prossimo ci siamo organizzati online con Google Meet, in una sorta di videoconferenza coordinata.

I sindaci sono la prima frontiera delle richieste dei cittadini, cosa chiedono? Aiuti economici, aiuti per la gestione dei parenti anziani o dei bambini, esoneri particolari?

C’è stata un’ondata di richieste di sostegno economico-alimentare alle quali abbiamo risposto con il progetto del banco alimentare, coadiuvati dalla Cooperativa sociale e i volontari del territorio. E’ stato un progetto molto importante che ha stimolato una forte coesione sociale: persone in difficoltà aiutate da altri cittadini; un momento di collegamento e senso di comunità. C’è stata poi una forte richiesta di mascherine, soprattutto nel momento in cui scarseggiavano nelle farmacie, ora la situazione sembra essersi stabilizzata.

Quale è stata la maggiore criticità che, come sindaco, ha vissuto nella gestione dell’emergenza?

Il continuo evolversi della situazione della quale non si conosceva (e non si conosce ancora oggi) l’esito futuro. Per chi deve decidere in emergenza, avere uno scenario in così forte evoluzione è davvero una criticità molto forte. Siamo partiti da una minimizzazione generalizzata, penso che ognuno di noi debba fare un “mea culpa”: durante i primi giorni è prevalso l’orgoglio di andare avanti sulla percezione della gravità della situazione. Via via un evolversi di provvedimenti che stringevano le maglie e ci si rendeva conto della situazione. Molto è stato fatto in corso d’opera, senza un piano predeterminato. Questo secondo me in emergenza è una grave criticità. E ne stiamo pagando le conseguenze.

Quale settore la preoccupa di più una volta che l’emergenza sarà rientrata? Avete previsto quanti esercizi commerciali chiuderanno?

L’economia. In particolare tutti quei settori che erano già più fragili come il commercio, i liberi professionisti, i precari: sono categorie già privi di tutele, quindi più esposti alla crisi. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali spero che nessuno sarà costretto a chiudere. Abbiamo messo in campo degli incentivi già predisposti in precedenza per la rivitalizzazione del centro storico. Abbiamo accelerato questa fase stanziando 200 mila euro di contributi per incoraggiare gli investimenti e aiutare le attività a restare aperte.

Cosa dobbiamo aspettarci nella Fase 2?

Il 3 maggio ci dobbiamo aspettare una parziale riapertura. Spero che sia la fine del lockdown inteso come impossibilità generalizzata di uscire di casa, di limitazione personale. Ci saranno ancora limitazioni per quei settori che implicano una forte socialità come la scuola, lo sport, la cultura, i bar e ristoranti. Credo invece che la maggior parte dei settori produttivi possa riprendere, nel pieno e integrale rispetto di tutti i dispositivi di distanziamento sociale.

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