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Ospedale di Mirandola, il sindaco: “Nessuna certezza sul futuro”

da | Mag 12, 2020 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

Ospedale di Mirandola, il sindaco: “Nessuna certezza sul futuro”. Il primo cittadino mirandolese, Alberto Greco, interviene per fare il punto sulla situazione del Santa Maria Bianca, della quale si dice preoccupato, soprattutto sul versante del rientro  della cardiologia e delle urgenze chirurgiche ed ortopediche, temporaneamente trasferite a Carpi  a causa del Coronavirus.

Scrive Greco:

“Se due indizi costituiscono una prova, il destino dell’Ospedale Santa Maria Bianca, nonostante il ruolo svolto anche per l’emergenza Covid in corso, continua ad essere segnato. E, se così sarà, le conseguenze non saranno di certo positive per tutta l’Area Nord. Dal canto nostro l’impegno non verrà meno e l’abbiamo già ribadito più volte. Non solo per salvarlo, ma potenziarlo, affinché resti quel presidio fondamentale di servizio per un intero territorio.”
L’ospedale Santa Maria Bianca, resta fermamente al centro dell’attenzione del Sindaco di Mirandola Alberto Greco. A maggior ragione dopo le recenti dichiarazioni del Direttore AUSL dott. Brambilla che ha detto “non è pensabile tornare come prima” e la mancata risposta da parte dell’AUSL al rientro nell’ospedale mirandolese, della cardiologia e delle urgenze chirurgiche ed ortopediche, temporaneamente trasferite.

“Anche di recente a più riprese è emerso quanto la struttura stia – ma verrebbe a dire solamente a parole – a cuore a tutti. Non si perde infatti l’occasione di ricordare in ogni frangente la sua indispensabilità i finanziamenti che verranno erogati per potenziarlo, la volontà di avere un ospedale di livello, che non se ne può fare a meno… un leit motiv che si ripete allo sfinimento. Era il 28 marzo scorso – sottolinea il Sindaco – quando il Consigliere comunale dell’opposizione Roberto Ganzerli, al quale mi rivolgo, mi ha accusato di usare “punture fuori tempo e fuori luogo” aggiungendo poi la rassicurazione “Abbiamo già detto in tutte le lingue che l’esperienza del dopo terremoto non si ripeterà e noi saremo fermissimi nel pretendere un potenziamento del Servizio sanitario nazionale e in specifico del nostro ospedale”. Circa un mese dopo, il 23 aprile è stata la volta della Consigliera regionale del PD Palma Costi che ha dichiarato come il superamento dell’emergenza, non deve essere il ritorno a quanto c’era prima e che si è resa evidente la necessità di avere posti letto di intensiva e sub-intensiva e che deve riprendere ad occuparsi di tutte le altre patologie della nostra popolazione.”

“Allora – continua il Sindaco – raccolgo l’auspicio che ripetutamente è stato da voi utilizzato come ritornello, questa volta però seriamente: rivolgete la vostra voce alla Regione perché nell’ultima CTSS dello scorso 6 maggio 2020, le poche parole pronunciate Direttore AUSL dott. Antonio Brambilla hanno risuonato alle mie orecchie come una visione infausta per l’ospedale di Mirandola. In quella sede ha detto che si dovrà pensare ad una rete di piattaforme dove sposteranno strumenti e professionisti e non è pensabile tornare come prima. Questa frase “non è pensabile tornare come prima” – tiene ad evidenziare il Sindaco di Mirandola – unita al fatto che le attività chirurgiche ed ortopediche a Mirandola non sono ripartite diversamente da quanto ci risulta stia già avvenendo in altri ospedali, ci fa pensare che la storia si ripeterà.”

Ma c’è anche altro che il primo cittadino di Mirandola vuole fare notare: “La Direzione AUSL lo scorso 20 marzo 2020, ha ribadito in un comunicato che il trasferimento della cardiologia e delle urgenze chirurgiche ed ortopediche era solo temporaneo; queste rassicurazioni solitamente si spendono con facilità mentre le chiusure ed i trasferimenti vanno avanti. Il 14 aprile scorso ho inviato una PEC ad AUSL sollecitando la valutazione del rientro della cardiologia e la ripresa degli interventi chirurgici ed ortopedici: ad oggi non c’è stato alcun riscontro a quella richiesta formale.

“Occorre – aggiunge infine Alberto Greco – anche fare ripartire le visite specialistiche, destinando a queste spazi sicuri ed adeguati che, se si vuole, all’ospedale di Mirandola si possono ricavare, altrimenti il risultato sarà quello di vedere aumentare ancora la mobilità passiva verso la Lombardia e verso altre strutture. Abbiamo inviato alla Regione ed alla CTSS la Delibera n°6 del 20/1/2020, votata all’unanimità nel Consiglio dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, delibera di indirizzo sui servizi sanitari nel distretto di Mirandola, e chiediamo di avviare urgentemente il confronto.”

 

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