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Paesaggio agrario ritrovato per il parco della Cappuccina

da | Mag 1, 2020 | Novi, Carpi, In primo piano | 0 commenti

CARPI – « Un parco lineare nel paesaggio agrario ritrovato, che, come solco nei campi, produrrà nuove connessioni urbane »: così l’architetto reggiano Marzia Zamboni spiega il progetto con cui, insieme a tre colleghe, ha vinto il concorso internazionale indetto dal Comune per recuperare l’area detta “ex-Cappuccina” – cinque ettari fra via Lenin e viale dei Cipressi, che saranno trasformati in un parco per “ricucire” le zone circostanti (parco della Resistenza, cimitero, polo scolastico di via Peruzzi.).

Il risultato, presentato il 30 aprile in video-conferenza stampa, ricorderà i paesaggi nostrani immortalati dal fotografo reggiano Luigi Ghirri – citato fra gli ispiratori – e riprenderà in certi arredi la storica tradizione carpigiana del truciolo di salice. Non mancheranno enormi specchi a moltiplicare la vegetazione e dare ulteriore profondità agli spazi, per chi percorrerà l’antico e ritrovato stradello detto “passo dei Cappuccini”. Dei 55mila metri quadri totali, circa 14mila saranno destinati a parco vero e proprio, recuperando a terreno agricolo il resto.

Zamboni e la sua squadra – gli architetti Elisa Ferretti, Anna Bonvicini, Arianna Bordina – hanno battuto altri sedici progetti, giunti da varie parti d’Italia: oltre all’Emilia, anche Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche e Lazio. Il bando prevedeva altri quattro riconoscimenti: premi in denaro per il secondo e il terzo, rispettivamente l’architetto trevigiano Giampaolo Mazzon e la società di ingegneria “Dodi moss” di Genova; menzione speciale per il quarto e il quinto, Antonello Sado di Torino e Monica Sgandurra di Roma.

«Sono molto soddisfatto – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi – e con me tutta l’Amministrazione perché il progetto vincitore è riuscito a mettere insieme tutte le richieste e linee d’indirizzo uscite dal percorso partecipato. E’ valsa la pena prenderci il tempo che è servito per arrivare a questo risultato, perché così la città avrà un parco inclusivo, capace di ricucire i tessuti urbani, e di fronteggiare i cambiamenti climatici restitutendo spazi “lenti”, al confine tra il naturale e l’artificiale.»

I prossimi passaggi saranno l’affidamento dell’incarico a inizio settimana, e l’acquisizione delle aree non ancora di proprietà comunale.
Causa l’emergenza sanitaria non è stato possibile allestire la mostra dei progetti partecipanti: in attesa saranno pubblicati su www.concorsiarchibo.eu

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