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Sisma Emilia, 8 anni dopo chiuse tutte le cause in Tribunale per i crolli

da | Mag 20, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, In primo piano, In primo piano | 0 commenti

Otto anni dopo chiuse tutte le cause in Tribunale per i crolli. E’ una storia anche di cause legali quella legata al terremoto Emilia che con due scosse il 20 e 29 maggio 2012 mise in ginocchio il nostro territorio togliendo la vita a 27 persone e lasciando dietro di sè milioni e milioni di euro di danni. Cause che non sono mai state dibattute, altre invece hanno avuto spazio nelle aule e sono finite con assoluzioni, storie che hanno riguardato i parenti delle vittime che cercavano giustizia, o magistrati che volevano vederci chiaro.

In Tribunale sono passate le storie dei morti del sisma, dei crolli, degli abbattimenti sbagliati, per le autorizzazioni date in emergenza. Poche le sentenze di colpevolezza, tutte in primo grado. Il resto sono archiviazioni e assoluzioni. Ma tutto si è chiuso nel giro di 8 anni.

Pensiamo ad esempio ai morti alla Haemotronics. Il crollo dell’azienda biomedicale di Mirandola,  il 29 maggio 2012, costò la vita a quattro operai: Paolo Siclari, Biagio Santucci, Giordano Visconti e Matteo Serra. Si aprà il processo, ma la richiesta di archiviazione venne avanzata dal pubblico ministero, secondo il quale non si possono imputare responsabilità per i decessi di 4 persone sotto le scosse sismiche di maggio 2012.  Sono stati i parenti dei quattro operai deceduti a chiedere di riconsiderare le indagini ed aprire il processo penale.
E’ del settembre scorso la notiza che ha gelato i familiari. Il giudice Eleonora Pirilloha confermato che non ci sono elementi per aprire un processo. Le indagini finiscono qui.

 

A San Felice c’è stato il lungo processo Meta, che si è chiuso con l’assoluzione, nel luglio scorso, dell’ex sindaco Alberto Silvestri e altri imputati, tra cuianche il titolare dell’azienda Paolo Preti. Condanna a un anno, invece, per il geometra Claudio Terrieri.
Il primo cittadino uscente era accusato, assieme a Daniele Castellazzi, tecnico del Comune di San Felice, con il geometra dell’azienda Claudio Terrieri di omicidio colposo plurimo e falso in atto pubblico per i morti sotto le macerie del crollo dei capannoni Meta: l’ingegnere Gianni Bignardi, di 55 anni, e gli operai Mohamad Azarg, 46 anni, e Kumar Pawan di 31.
Dopo le prime scosse del maggio 2012 alla Meta vennero fatti lavori abusivi per far apparire che la struttura fosse a posto? Secondo la Procura sì, per questo il pubblico ministero Luca Guerzoni aveva chiesto due anni e sei mesi a testa  per il sindaco di San Felice, Alberto Silvestri, e per il capo dell’Ufficio tecnico del Comune, Daniele Castellazzi, accusati di aver realizzato  – inutilmente – una falsa ordinanza comunale per pararsi le spalle in caso di inchieste giudiziarie. Ma la sentenza del giudice ribalta l’impianto accusatorio: assoluzione.
Assolto anche il titolare dell’azienda Paolo Preti, per il quale l’accusa aveva chiesto due anni e 6 mesi di reclusione.

 

A Cavezzo nell’ottobre scorso c’è stato unaltro processo che si è chiuso con l’assoluzione del sindaco Draghetti, che era in carica all’epoca. “Ci hanno abbattuto la casa senza avvertirci”: era la denuncia fatta da una famiglia di Cavezzo, i Paltrinieri. Sul banco degli imputati tre pompieri e l’ex sindaco della cittadina Stefano Draghetti. Erano i giorni del terremoto 2012 quando i Paltrinieri fuggirono da Cavezzo epicentro del terremoto. Andarono in Romagna, e da lì scoprirono l’abbattimento della loro abitazione in diretta televisiva. “Nessuno ci ha avvertito nè tantomeno chiesto il permesso”, raccontarono. Ma per i giudici nessuno ha commesso reato.

Così per i crolli e per l’immediatezza di quei giorni terribili del 2012. Difficile, praticamente impossibile, che se ne riparli ancora nella aule di giustizia.
Ma in Tribunale è passato al setaccio successivamente tutto l’ambito della ricostruzione e delle infiltrazioni mafiose. E’ stato così istruito il maxiprocesso Aemilia, che ha portato alla luce nella nostra Bassa storie di favoritismi e malaffare. Hanno subito condanne, in particolare, il capo dell’ufficio lavori pubblici di Finale Emilia Giulio Gerrini e diversi membri della famiglia di imprenditori edili Bianchini di San Felice sul Panaro.
Alcuni filoni di quella vicenda sono ancora aperti.

E non mancano i furbetti della ricostruzione. In questo caso i processi non si sono ancora tenuti, è la Guardia di Finanza ad aver stanato conti truccati e truffe nel ferrarese, dove è attivo il vivace Comitato Verifica Ricostruzione, e a Finale Emilia dove sono finiti nei guai quelli della famiglia Folchi, proprietaria del Castello Carrobbio di Massa Finalese.  Fatti tutte da accertare, anche se il sospetto è che di furbetti della ricostruzione, ce ne siano in giro di più, tra chi si è fatto il fienile d’oro a chi avea la casa diroccata già prima del sisma. C’è anche una gola profonda che in televisione, ai microfoni delle Iene ha detto: “Sapete qual è il segreto perché nessuno rompa i maroni? Dare i soldi a tutti

Mentre gli inquirenti indagano, abbiamo chiesto un parere su quanto accaduto al presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, durante la conferenza stampa che ha fatto il punto sulla ricostruzione post sisma. Bonaccini ha detto che “rispetto sempre l’autonomia della Magistratura  e il suo funzionamento: in questi anni c’è stata una ricostruzione da quasi 14 miliardi di euro, e che di fronte a una massa così ingente di denaro che si spostava e quindi certamente non manca mai l’attenzione  di qualche mascalzone o criminale.
Se guardiamo tra interdittive e vicende giusiziarie particolari mi pare di poter dire che tutto si è svolto e si sta svolgendo per la quasi totalità con grande linearità. Credo sia stata una grande scelta, giusta e lungimirante quella dell’ex presidente Vasco Errani,  quando era Commissario alla ricostruzione nel 2012, di costituire il Girer, il gruppo interforze tra magistrature e forze dell’ordine che credo abbia presidiato il meglio possibile. Quindi diciamo pure che la ricostruzione nella quasi totalità dei casi ha viaggiato e stia viaggiando senza alcun riferimento di malaffare”

Nel video, le parole di Boanccini sulla ricostruzione

 

 

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