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Mirandola è già pronta a partire coi centri estivi, ma l’Ucman blocca tutto

da | Giu 5, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Camposanto, San Prospero | 0 commenti

“Pronti a partire il 15 giugno, ma praticamente ingessati dall’UCMAN.” È questa la riflessione del Sindaco di Mirandola Alberto Greco a margine della giunta UCMAN di questa mattina in video conferenza con gli altri sindaci dell’Unione, sul tema della partenza dei centri estivi. “Abbiamo lavorato in questi giorni, data anche l’Ordinanza regionale a riguardo, al fine di trovarci pronti per offrire un servizio alle famiglie nel minor tempo possibile. Oggi ci ritroviamo con una partenza imposta al 22 giugno prossimo, una settimana dopo praticamente che significa sostanzialmente disagi per i genitori che lavorano. Quanti hanno provveduto a questa decisione se ne devono assumere la responsabilità.”

Nessun giro di parole per il Sindaco Greco che va subito al punto. “Non dimentico certo, i recenti attacchi da parte dell’opposizione in cui si sollecitava l’Amministrazione a farsi trovare pronta il prima possibile, per l’avvio dei centri estivi rivolti a bambini e ragazzi, facendola passare addirittura per inadempiente. Abbiamo lavorato sodo al fine di poterli attivare già da lunedì 15 giugno. C’era la necessità di dare risposte alle famiglie, in cui i genitori sono impegnati durante il giorno nel lavoro, in termini di qualità e di servizi adeguati alle loro esigenze, come a quelle dei bambini. Invece l’UCMAN ha voluto impedire tutto ciò, facendo slittare avanti di una settimana la data di partenza. Quando, utile ricordarlo, la Regione Emilia Romagna da Ordinanza aveva consigliato come data di avvio già lunedì 8 giugno. Sicuramente sarebbe stato più opportuno, dare la possibilità di procedere a chi è in regola, ha individuato i luoghi, ha gli operatori, scelto le attività in conformità a quanto previsto dalle misure anti contagio, come appunto fatto dal Comune di Mirandola. Invece no, preferendo mettere in difficoltà e per ulteriori due settimane le famiglie e quindi i bimbi. Come se non fossero già sufficientemente provate da tre mesi di disagi indotti dal coronavirus. Sarebbe opportuno in merito, avere spiegazioni, a questo punto. In particolare da chi ha puntato i piedi frenando di fatto un servizio.”

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