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Mirandolexit, Benatti: “Come tornare ai campanili degli anni Sessanta”

da | Giu 13, 2020 | Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – Maino Benatti dalla pagina Facebook ufficiale del Partito Democratico di Mirandola ha  rilasciato una dichiarazione sull’uscita di Mirandola dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord: la riportiamo in forma integrale.

Un anno fa, e precisamente il 9 Giugno, gli elettori di Mirandola, con il loro voto, mettevano la Città nelle mani della Lega di Golinelli rappresentata in Comune dal Sindaco Greco.
Analizzando l’attività svolta dalla nuova Giunta in questo primo anno il bilancio non può che essere negativo.
Questa maggioranza esprime una bassa capacità politica avendo, da una parte, l’idea che la politica sia potere e clientelarismo, dall’altra esprimendo insofferenza al confronto e alla ricerca della giusta e più avanzata mediazione nell’interesse della Comunità.
Proprio per questo Mirandola è isolata ovunque: in Unione, nel Comitato territoriale sociosanitario, nel confronto con la Regione e le altre Istituzioni.
Hanno presentato e votato a fine 2019 un bilancio triennale inconsistente senza progetti di sviluppo e praticamente senza investimenti.
In questi mesi anche la ricostruzione post sisma ha faticato ad andare avanti nonostante i tanti progetti già approvati e finanziati dalla Giunta precedente.
Bisogna ricordare che, dopo mesi di propaganda sulla proposta di “ospedale unico baricentrico tra Mirandola e Carpi” chiudendo in questo modo il nostro ospedale provocando disagi importanti a migliaia di cittadini dell’Area Nord, il Sindaco Greco e Golinelli hanno dovuto, isolati, fare marcia indietro.
In più occasioni, nei mesi passati, hanno dimostrato un atteggiamento arrogante nei confronti delle associazioni e del volontariato considerati una scocciatura o al massimo entità al servizio dell’Amministrazione, quando, invece, la generosità e l’impegno di tanti cittadini sono una grande risorsa per la nostra Città.
Ora vogliono votare l’uscita di Mirandola dall’Unione perché questo è “il cambiamento”, come dice Golinelli. Questo è un grande errore, perché riporta Mirandola e la Bassa ai campanili degli anni sessanta invece di pensare al futuro.
Questo territorio, dagli anni settanta in poi, ha espresso un crescendo spirito di identità territoriale e di collaborazione che ha prodotto, partendo da quegli anni, la modernizzazione amministrativa di questo distretto: il Comprensorio sociosanitario prima, poi Aimag, la Fondazione, l’Associazione dei Comuni, l’Azienda servizi alla persona, l’Unione, la Scuola di Musica sovracomunale ecc. contribuendo, assieme all’industria del biomedicale, a fare di questo distretto uno dei più ricchi e avanzati d’Europa.
Ora questa scelta scellerata rischia di farci tornare agli anni sessanta proprio nel momento più difficile per questo distretto, quando si dovrebbe fare, con unità e condivisione, un ulteriore salto di qualità prima di tutto della politica e della pubblica amministrazione.
Con questa Giunta Mirandola rischia di pagare un prezzo altissimo ora che bisogna affrontare con competenza e chiara visione di sviluppo, il dopo pandemia con tutti i problemi che ci troveremo di fronte: riorganizzazione delle scuole, l’aumento della disoccupazione e il peggioramento della situazione sociale di tanti cittadini.
Mirandola oggi è in mano a un Sindaco che non parla e spesso fugge dalle sedi istituzionali, un Parlamentare locale che vuole comandare come un “ducetto di campagna”.
Chiedo ai cittadini di Mirandola: la nostra Città può permettersi ancora per molto questa incompetente e incapace guida?

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