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Partono per primi e costano meno di tutti. Ecco come San Possidonio gestisce i centri estivi

da | Giu 12, 2020 | In Primo Piano, San Possidonio, San Prospero | 0 commenti

Partono per primi e costano meno di tutti. Ecco come San Possidonio gestisce i centri estivi. Ne abbiamo parlato con l’assessora Elisa Spaggiari, che ci ha raccontato come il Comune è riuscito a trovare il punto di equlibrio che garantisce una bella opportunità ai bambini, un aiuto alle famiglie e la sicurezza sanitaria. Scopriamo così che qui, a differenza di quanto accade nel resto della Bassa, il Comune ha un ruolo attivo nel venire incontro alle esigenze dei suoi cittadini: copre parte del personale, gli spazi, paga le pulizie e i trasporti e dà un  contributo economico al gestore. Oltre a essersi attivato già da marzo, e non all’ultimo momento.
Questo perchè il Centro estivo 2020 è stato organizzato dal Comune in autonomia, senza demandarne l’esecuzione all’Unione Comuni Area Nord, dove invece i centri estivi comunali partono dopo e costano molto, molto di più.

Assessora Spaggiari, partiamo dall’inizio, Da quel giorno di febbraio in cui le dissero che si dovevano chiudere le scuole.

Da noi dipende direttamente solo il micronido, ma quel giorno sentii subito anche la scuola d’infanzia statale e paritaria e la direttrice scolastica. Durante  il pomeriggio ho sentito anche le insegnanti. La prima decisione presa in Comune fu quella di tenere le dipendenti del nido che era a contratto, l’altra è fissa e non aveva problemi essendo a tempo indeterminato. Ma non volevamo licenziare nessuno, e speravamo di ripartire da marzo.

Poi si è visto che la chiusura è stata prolungata per tre mesi.

Già, da subito a San Possidonio le maestre si sono attivate, per i più grandi, con le video lezioni. Ma non è la stessa cosa, ovviamente. Gli effetti del lockdown sui bambini sono pesanti, c’è chi passa tutta la giornata davanti alla televisione. Dare un’alternativa era importante.

Si arriva adesso al 15 giugno che date il via al vostro centro estivo, come è strutturato?

Abbiamo cercato di provvedere al meglio ai bisogni dei nostri ragazzi e dei bambini, ma anche dei genitori che chiedevano non solo un ripristino della socialità per i loro figli, ma anche un sostegno per garantire la conciliazione lavoro-famiglia: è una grande responsabilità in questo momento storico. Per loro prepareremo anche letture e laboratori nei parchi durante l estate.

Quanti bambini ci sono?

Per ora si tratta di 10 bimbi delle scuole di infanzia (divisi in due sezioni da 5), quattro gruppi da 7 per  le elementari e un gruppo da dieci bambini per le medie, arrivano da San Possidonio e dai Comuni limitrofi. I piccolini sono provenienti sia dalla scuola di infanzia comunale che dalla paritaria.
E’ stata fatta una graduatoria, sono stati privilegiati i figli di lavoratori e chi vive a San Possidonio, ma qualcuno da fuori siamo riusciti a prenderlo.

Che aiuto dà il Comune?

Nel centro estivo dei bambini piccoli sono state inserite oltre alle educatrici del Focus On anche due educatrici comunali, quelle del micronido. Tutto si appoggia sulla scuola e gli asili, ogni gruppo avrà il suo giardino e il suo spazio verde. Abbiamo la mensa interna nostra, comunale. Per le uscite c’è il nostro scuolabus e il nostro autista: i bambini andranno in piscina, faranno uscite nell’area nord. L’ente gestore dei centri estivi, il centro didattico educativo Focus on, ha con noi una convenzione da 6 mila euro.

Ai genitori quanto costa il centro estivo a San Possidonio?

Va da 35 euro a settimana (la mezza giornata senza pasto), a 85 euro a settimana (intera  giornata con pasto) .

Per i bambini piccolissimi, fino a tre anni, però San Possidonio non propone nulla, perché?

Abbiamo visto questa dei centri estivi una esperienza sperimentale da parte del governo e non ce la siamo sentiti di provare questo nuovo modo di stare assieme senza contatti umani a dei bimbi così piccoli .Gli educatori del Focus On e del nostro nido sono tutti molto bravi e preparati ma caricarli di una tale responsabilità non ci sembrava opportuno , anche perché questo distanziamento fisico che ci chiedono le linee guida ci sembrano davvero poco adatte a dei bimbi così piccoli.

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