Alessio Saletti e Hamza Ameer, da Camposanto ecco l’agenzia per i minori stranieri non accompagnati
Hanno inventato un servizio che non esisteva, pensato sulla base delle statistiche, dei nuovi bisogni, delle loro esperienze personali, ma anche sulla cronaca che leggiamo tutti i giorni. Anche quella drammatica che riguarda da vicino la nostra Bassa. Loro sono Alessio Saletti e Hamza Ameer amici, colleghi e soci che da Camposanto sono arrivati a Bologna per mettere in piedi un’agenzia per i minori stranieri non accompagnati, Sh immigration che, inaugurata poche settimane fa, registra già 150 richieste di assistenza, complice il servizio ai clienti anche online e la diffusione di informazioni utili tramite le pagine social.
Le peculiarità del caso avvenute – sfortunatamente – nel nostro territorio ci portano a riflettere sulla questione del minore straniero presente in Italia. Nello specifico, il nostro spunto di riflessione muove da temi di attualità come la guerra in Ucraina o da eventi passati, ma non meno recenti nell’animo mirandolese, come il rogo alla sede della polizia giudiziaria da parte di un giovanissimo straniero irregolare, inizialmente dichiaratosi minore d’età. Il caso è, infatti, un’ottima base di partenza: sorvola sull’assunto di come sia facile circolare nel nostro territorio senza un documento attestante le proprie generalità, ma arriva ed apre all’enorme argomento della condizione degli stranieri minorenni.
È giusto anticipare che il nostro Stato – così come l’Unione Europea – si preoccupa sensibilmente della materia. All’ingresso in Italia, anche se in modo illegale, allo straniero minorenne, proprio in ragione della sua condizione anagrafica, sono riconosciuti tutti i diritti garantiti dalla Convenzione internazionale di New York sui diritti del fanciullo (1989), la quale afferma, tra i suoi principi, che in tutte le decisioni relative al minore deve essere considerato prioritariamente ‘il superiore interesse’ del ragazzo. Concretamente, sono riconosciuti una serie di diritti quali l’istruzione e l’assistenza sanitaria, seppur in forme diverse a seconda della titolarità o meno del permesso di soggiorno.
Una tutela poi, che va ampliandosi se analizziamo lo straniero minore non accompagnato: si fa riferimento al minore di anni diciotto, cittadino di stati non appartenenti all’Unione Europea o apolide, che si trova, per qualsiasi causa, sul territorio nazionale, privo di assistenza o rappresentanza legale da parte di genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili.
È una condizione che, purtroppo, riguarda migliaia di giovani, e sono numeri in incremento alla luce della recentissima guerra in Ucraina.
Della difficile materia abbiamo parlato con SH Immigration, il servizio di patronato specializzato in Servizi per gli Stranieri con sede a Bologna, gestito proprio da Alessio Saletti e Hamza Ameer, entrambi giovanissimi (21 anni) e nostri concittadini.
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI, L’INTERVISTA AD ALESSIO SALETTI E HAMZA AMEER
Inizialmente, cosa vi ha spinto alla decisione di aprire un CAF? Perché proprio specializzato in immigrazione?
“Immaginate di trovarvi in un paese straniero. Avete lasciato tutto dietro di voi. Non avete nulla. Non conoscete nessuno. Non vi fidate di nessuno. Ore di fila per chiedere informazioni e ti può capitare che ti parlino in una lingua che non conoscete. È facile rassegnarsi e cercare di arrangiarsi, incappando nell’errore e peggiorando la situazione.
Da anni aiutiamo i nostri amici stranieri a districarsi nella burocrazia che li riguarda, quando ci siamo resi conto che il problema era lo stesso in tutta Italia, abbiamo deciso di fare sul serio.”
Parliamo di questo difficile tema dei minori stranieri non accompagnati nel nostro Stato, immagino che il vostro lavoro vi porti a calarvi nella complessa realtà dei vostri assistiti: la maggior parte dei ragazzi come entra in Italia?
“Nessuno di noi si rende davvero conto di cosa abbia vissuto chi immigra clandestinamente. Infatti, solo l’ultima fase prevede un viaggio in un barcone senza carburante, nascosti nelle stive delle navi oppure aggrappati sotto un camion.
Anche i minori stranieri non accompagnati, che arrivano da soli affrontano queste peripezie. Lo fanno perché intravedono un futuro migliore. Si incamminano spesso all’insaputa dei genitori. In genere hanno poco più di 15 anni e vengono dai paesi centro e nordafricani.
Per chi viene dall’est Europa è più facile. Alcuni di questi paesi non UE hanno accordi bilaterali con l’Italia che agevolano l’ingresso, almeno per fini turistici. I genitori lo sanno, portano qui i figli apposta. Partono in tre ma hanno solo due biglietti di ritorno.”
Un servizio stranieri come il vostro è fondamentale per dare aiuti periferici alla collettività, nello specifico, come vi comportate di fronte a queste situazioni?
“Lo Stato finanzia numerose iniziative territoriali di supporto agli stranieri, soprattutto verso i minori. Bologna è ricca di cooperative e comunità che ospitano e si occupano dell’istruzione e della formazione di questi ragazzi.
Da questo punto di vista, dobbiamo essere fieri del nostro ordinamento che equipara i minori stranieri ai minori italiani. Li protegge e li accompagna per inserirsi nel tessuto socio-lavorativo.
Inoltre, permette, con particolari permessi di soggiorno, ai genitori, di fare ingresso in Italia per ricongiungersi ai propri figli, perché il principio dell’unità familiare orienta molti articoli del Testo Unico dell’Immigrazione (la legge di riferimento in materia).
Come specialisti dell’immigrazione ci impegniamo a diffondere con i nostri social le iniziative pubbliche e private rivolte agli stranieri, per stimolare e favorire le contaminazioni sociali fra culture diverse e informare sulle varie iniziative e agevolazioni dedicate.”
Si sta discutendo su una riforma, voi su cosa lavorereste?
“Lavoriamo a stretto contatto con persone che siedono ai tavoli tecnici per la stesura di leggi sull’immigrazione. Vorremmo che si desse più voce ai diretti interessati (poliziotti, funzionari delle prefetture, operatori dell’immigrazione e gli stessi stranieri) per semplificare procedure che rendono la vita difficile ai cittadini stranieri e ai funzionari stessi. Infatti, purtroppo, l’intricata burocrazia non agevola il compito degli uffici coinvolti che, a causa dell’elevato numero di richieste e della carenza di personale, si trovano sommersi dalle domande.
Le riforme sono lo strumento che abbiamo per cambiare lo status quo. E per cambiare lo stato delle cose ci vuole sempre coraggio, perché si teme di cambiare in peggio. Noi siamo fiduciosi e non temiamo gli errori, l’importante è imparare da essi.”
Il minore straniero non accompagnato e due giovani adulti che personalmente se ne occupano, oltre allo stretto legame professionale, hanno in comune il farsi largo nel mondo, con l’auspicio, l’uno che sia migliore e l’altro di fare in modo che lo sia davvero.
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