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“Alluvione determinata dalle tane negli argini”, ecco la spiegazione della Commissione

da | Lug 9, 2014 | In Primo Piano, Bomporto, Bastiglia, Alluvione | 1 commento

Si ritiene che “la  presenza  di  un  articolato  sistema  di  tane  sia  stata  determinante  ai  fini  del  collasso  arginale”. La Commissione di esperti voluta dalla Regione per spiegare il perchè dell‘alluvione che a gennaio a mandato sott’acqua mezza provincia provocando milioni di euro di danni e un morto, ha presentato l’esito dei suoi studi. In cui si rivela che a causare il crollo dell’argine del Secchia fu un mix di forti piogge, tane di animali e argini indeboliti in cui, appunto, la presenza di tane ha avuto un ruolo determinante.

Ecco le conclusioni del rapporto:

“La  messa  a   punto   di  opportuni  modelli  idraulici,  idrologici  e  geotecnici,  la   definizione   dei   parametri
idraulici   e   geomeccanici   del   corpo   arginale,   insieme   alle   informazioni   raccolte   e   alle   osservazioni
effettuate  in  loco,  hanno  permesso  di  ricostruire  un  quadro  plausibile  degli  eventi  che  hanno  causato
la  rotta  dell’argine  del   fiume  Secchia  il  19  Gennaio  2014  e  la  conseguente  inondazione  di  una  estesa
parte   di   territorio   in   destra   idrografica,   e   hanno   permesso   di   valutare   tutti   gli   aspetti   ritenuti
essenziali  per  rispondere  al  quesito  posto  alla  Commissione.
Il  fenomeno  di  collasso  arginale  può  essere  spiegato  secondo  due  diversi  schemi  di  innesco.
Un   primo   tipo   d’innesco,   riconducibile   a   processi   di   erosione   interna,   è   analogo   a   quello  osservato
sull’argine   destro   del   fiume   Panaro   nel   pomeriggio   dello   stesso   19   gennaio   2014.   Il   fenomeno   si
sviluppa  inizialmente  attraverso  un  processo  di  progressiva  erosione  interna,  favorito  dal  sistema  di
tane   presenti   nel   corpo  arginale,  eventualmente  indebolito   dalla   precipitazione   diretta  al   suolo.  Una
volta  che  è  stato  asportato  un  sufficiente  quantitativo  di  materiale,  la  parte  dell’argine  sovrastante  le
cavità  crolla,  provocando  un  notevole  ribassamento  della  sommità  arginale.
Un  secondo  tipo  d’innesco  può  essere  ricondotto  alla  progressiva  instabilità  geomeccanica  del  corpo
arginale,   localmente   indebolito   dalla   presenza   di   cavità   e   favorito   dalle   condizioni   di   parziale
saturazione  indotte  dalla  piena  e  dalle  precipitazioni  dirette  al  suolo.  La  riduzione  di  resistenza  a  taglio
dei  terreni,  indotta  dalla  loro  saturazione  anche  locale,  può  causare  una  significativa  diminuzione  del
grado  di  sicurezza  della  struttura  arginale  nei  confronti  della  stabilità.
I   due   citati   fenomeni   d’innesco   possono   aver   agito   singolarmente   o   in   combinazione   fra   loro,
comportando   un   ribassamento   della   sommità   arginale   con   conseguente   sormonto   da   parte   della
corrente  fluviale.  In  seguito  all’attivazione  del  sormonto,  la  breccia  si  è  evoluta  rapidamente  nel  tempo,
nell’arco   di   poche   ore,   sia   approfondendosi   sia   allargandosi   per   effetto   dell’erosione   prodotta   della
corrente  fluviale  in  uscita,  caratterizzata  da  elevate  velocità.
Entrambi   gli   schemi   dimostrano   –   pur   nei   limiti   delle   incertezze   insite   nelle   variabili   idro-­‐
meteorologiche   di   controllo,   nella  parametrizzazione   dei   modelli,   nelle   descrizioni   matematiche   dei
complessi   fenomeni   naturali   considerati  –  una   soddisfacente   consistenza   tra   i   risultati   ottenuti   e   le
osservazioni  disponibili.
Alla  luce  di  quanto  emerso  dal  presente   studio,   si   ritiene  che  la  presenza  di  un  articolato  sistema  di
tane  sia  stata  determinante  ai  fini  del  collasso  arginale”.

 

Leggi l’intero rapporto:

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