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Gas Rivara, torna in auge il progetto deposito. Ma anche no: ancora scontro politico

da | Feb 11, 2015 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Il decreto Sblocca Italia ha tolto alle Regioni, per darlo allo Stato, il potere regolamentatorio su diverse questioni legate allo sfruttamento del territorio, ad esempio le concessioni per le trivellazioni del sottosuolo alla ricerca di petrolio: neanche il tempo di approvare la legge che giù diverse richieste di autorizzazione sono state formulate (leggi qui).

Questo come influirà sul progetto di deposito per lo stoccaggio gas di Rivara, frazione di San Felice sul Panaro, che al momento è fermo in attesa di un pronunciamento giudiziario che secondo alcuni doveva arrivare entro la fine dell’anno, ma che ancora non si vede?

Risposte opposte da parte di minoranza e maggioranza al Governo, che oggi si sono confrontate sulla questione a suon di comunicati stampa.

 

Ecco cosa dice, per la minoranza, Vittorio Ferraresi (Movimento 5 Stelle):

“Adesso cosa diranno i rappresentanti del PD ai cittadini della Bassa modenese che da anni si oppongono al deposito di gas a Rivara?” Se lo chiede il deputato del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi.

“Basta con la necessità dell’intesa con la Regione, dal momento che un progetto riveste carattere strategico nazionale a decidere è il solo Governo. E il deposito di gas rivestono, guarda caso, carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili.

Come la mettiamo ora, visto che la rassicurazione detta e ripetuta tante volte dagli esponenti del PD era: “Il deposito non si farà perché la Regione ha detto di no, chi dice il contrario fa solo strumentalizzazione politica”.

La lettera Z) dell’articolo 31, comma 2, di proposta di modifica dell’art. 117 della Costituzione approvato oggi prevede che sulle infrastrutture strategiche lo Stato abbia legislazione esclusiva.

Un mio emendamento, condiviso da tutto il M5S, ha cercato di impedirlo. Presentato all’interno della discussione sulla modifica della parte seconda della Costituzione, aveva proprio lo scopo di preservare il vigente diritto delle Regioni all’intesa, quel poco di federalismo che nel 2001 era stato introdotto e votato anche attraverso un referendum popolare. Emendamento bocciato dal PD, con i voti anche dei parlamentari modenesi.

Il grande e forte Partito delle Lobby che condiziona ogni scelta dei Governi, indipendentemente dal colore politico; le lobby dei grossi costruttori, dei cementificatori, delle trivelle selvagge, ha scelto in nome del popolo italiano. Tutto ciò lo chiamano interesse strategico nazionale, un modello di sviluppo e di progresso con idee e modelli degli anni ’60.

Per i governi che disgraziatamente, ahi noi, si susseguono, l’interesse del Paese non è la tutela del territorio, la salvaguardia dell’ambiente, dell’agricoltura tipica e delle piccole e medie imprese, sono invece le trivelle, le autostrade, la TAV e l’Hub del gas europea. Poco importa se siamo ricchi di storia, di cultura, di economie locali capaci di competere nel mondo, se siamo a rischio idrogeologico e sismico, avanti con le “grandi” opere, avanti con il deposito gas di Rivara.

I parlamentari Baruffi, Ghizzoni, Pini e Richetti hanno votato contrario al nostro emendamento e quindi hanno confermato  il centralismo statale senza possibilità di ultima parola da parte delle regioni. Li aspetteremo a Rivara, per sentire l’ennesima scusa che tirerete fuori dal cilindro

Ed ecco la risposta dalla maggioranza, coi parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni, Giuditta Pini e Matteo Richetti.

“Che le opere strategiche nazionali debbano essere materia dello Stato è nel comune buonsenso: questo prevede la riforma costituzionale all’esame della Camera e di infrastrutture nazionali tenute in ostaggio da piccoli campanilismi un paese può anche morire. Che la Costituzione preveda invece che le opere strategiche siano sollevate dai vincoli e dagli obblighi procedurali e ambientali previsti dalla legge, o che il parere delle regioni e delle comunità locali sia d’ora in poi escluso è cosa che esiste solo nella fantasia del M5s. È bene ricordare o chiarire che la Costituzione, per sua natura, non si occupa di concessioni e autorizzazioni, ma fissa principi generali e, nel titolo V di cui stiamo discutendo, stabilisce le materie su cui Stato e Regioni hanno rispettivamente competenza a legiferare, superando le sovrapposizioni e i conflitti tra i diversi livelli istituzionali di questi anni. Si possono avere in proposito idee diverse, ma non si tiri in ballo ciò che nulla c’entra, come il progetto di stoccaggio gas a Rivara. E soprattutto non si agitino paure inutili in modo strumentale e irresponsabile. Le stesse identiche sciocchezze, con le stesse identiche parole (leggere per credere) il M5s le ha tirate fuori cinque mesi fa, quando fu varato il decreto “Sblocca Italia”. Come si è poi visto il tutto si è sgonfiato in pochi giorni. Come naturalmente accadrà stavolta

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