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Spese pazze, assolto Matteo Richetti. “Sono felice”

da | Nov 13, 2015 | Ultime news | 0 commenti

Assoluzione per Matteo Richetti, il deputato Pd modenese che era stato accusato di peculato per i rimborsi chiesti da consigliere regionale in Emilia-Romagna tra il 2010 e il 2011.
Il gup Letizio Magliaro ha assolto perchè il fatto non sussiste anche i consiglieri Pd Anna Pariani e Marco Barbieri, e l’ex capogruppo Fds Roberto Sconciaforni. Rinviati a giudizio altri 13 democratici che hanno optato per il rito ordinario.
Per Richetti la stessa Pm  – ricorda l’Ansa – Morena Plazzi aveva chiesto l’assoluzione, nelle udienze precedenti. Per Barbieri, Pariani e Sconciaforni erano state invece chieste condanne.

A processo il 17 dicembre andranno Marco Monari, capogruppo all’epoca, Marco Carini, Thomas Casadei, Gabriele Ferrari, Valdimiro Fiammenghi, Roberto Garbi, Mario Mazzotti, Roberto Montanari, Rita Moriconi, Giuseppe Pagani, Roberto Piva, Luciano Vecchi e l’europarlamentare Damiano Zoffoli. L’udienza preliminare riuniva gli ex appartenenti al gruppo Pd e Sconciaforni (che rispondeva anche di truffa), mentre per gli altri gruppi sono in corso o devono ancora cominciare udienze preliminari. L’unica che si è già conclusa, con un patteggiamento, tre rinvii a giudizio e un proscioglimento, riguardava la Lega Nord. Le richieste di processo della Procura avevano coinvolto in tutto, per la scorsa legislatura in Regione, 41 consiglieri di tutti i gruppi e un’impiegata.

“Attendiamo di leggere le motivazioni e valuteremo a quel punto l’eventuale appello”, ha detto il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini.

RICHETTI: ‘OGGI FELICE, NON CAMBIEREI LE MIE SCELTE’ – E’ un Matteo Richetti “molto sollevato e felice”, che ha accolto da Roma la notizia della sua assoluzione dall’accusa di peculato per i rimborsi chiesti da consigliere regionale in Emilia-Romagna tra il 2010 e il 2011. “Una sentenza che toglie di mezzo la sussistenza del fatto – ha detto al telefono all’Ansa – sedici mesi complicati che a suo tempo mi hanno fatto maturare la decisione di non correre alle primarie. Una decisione che ho preso nonostante fossi totalmente convinto della mia correttezza perché le istituzioni vengono prima del percorso personale”. Una scelta che non cambierebbe “nella maniera più assoluta”. Tanto più – ha spiegato nel suo ragionamento ricordando quanto sta succedendo in altre parti d’Italia – “che oggi un politico che arriva ad essere condannato anche solo al primo grado di giudizio, produce la mancata guida dell’istituzione. Quindi di fronte alla richiesta di chiarimenti c’è prima questa fase e poi si prosegue. Così ho fatto, sapendo che in questi mesi si sono presentate molte opportunità e per questa ragione non ho potuto concorrere ad essere in pista. Però nella vita non bisogna mai perdere la serenità e la fiducia e oggi questo atteggiamento è stato premiato con un’assoluzione piena e la restituzione piena dell’agibilità”. Quindi il deputato, già presidente dell’Assemblea legislativa regionale, non cambierebbe “nulla delle mie decisioni, nella maniera più assoluta. E non rimprovero nulla – ha aggiunto – L’indagine è stata portata avanti con determinazione e correttezza. E io ho cercato il prima possibile di andare davanti al giudice, e per questo la scelta del rito abbreviato non è stata casuale. Ho scelto di dimostrare la mia correttezza il prima possibile. Pur con la sofferenza e l’amarezza io credo che nel momento in cui si fa politica, ci si sta dentro così”.

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