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Dopo il referendum, Benatti: “Volevano dare una spallata all’amministrazione”

da | Dic 14, 2015 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

Prima ringrazia i dipendenti del Comune che hanno lavorato fino a tarda notte per il referendum, poi rassicura che nessuno vuole smantellare l’ospedale di Mirandola, e anzi, sarà rilanciato. Poi attacca: “Sarebbe il caso che ora si prendesse atto che quel che chiedeva il referendum, ovvero il percorso partecipato, si è fatto e si sta facendo. In realtà volevano dare una spallata all’amministrazione, l’ospedale non c’entra nulla”.

Il sindaco di Mirandola Maino Benatti fa il punto su quanto accaduto all’indomani del referendum che ha portato alle urne quasi 8 mila mirandolesi. E annuncia una serie di novità che riguardano il nosocomio.

“Il 44,7% di mirandolesi che ha votato è un numero importante, manifesta una preoccupazione sull’ospedale che abbiamo colto col percorso partecipato messo in campo a Mirandola e coglieremo col percorso che si attiverà come Unione dei Comuni Area Nord – spiega il sindaco – Ma non provo rispetto per chi ha detto bugie e preso in giro la gente dicendo che questo referendum che è inutile serviva per non chiduere l’ospedale. In realtà volevano dare una spallata all’amministrazione, l’ospedale non c’entra nulla. Chiedono oggi le dimissioni, ma mi dovevo dimettere perchè ho vinto il referendum? E se lo avessi perso, sarei dovuto andare all’estero?”.

E ancora: “I 5 Stelle credono forse che quel 44% di voti siano del loro elettorato di fiducia, ma ricordiamo dei tanti referendum di radicali e Mario Segni che per loro non si sono tradotti in voti alle elezioni: non sono voti automatici per loro”.

IL REBUS DELLE INFORMATIVE ELETTORATI MAI ARRIVATE

Diverse persone hanno denunciato di non aver mai ricevuto l’informativa elettorale che sarebbe dovuta arrivare entro venerdì. “Noi, oltre ad aver pubblicato il contenuto dell’informativa per 3 volte sull’indicatore mirandolese (il giornale del Comune che viene stampato in diverse migliaia di copie e distribuito in tutat la Bassa, ndr) abbiamo dato a Poste Italiane il 30 novembre il malloppo da spedire.L’accordo era che avrebbero iniziato l’invio il 3 dicembre per concluderlo il giorno 10. Faremo una verifica con le Poste per capire cosa è accaduto, abbiamo pagato un servizio”.

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