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Novi si spopola dopo il sisma? Macchè “Grossolano errore burocratico”

da | Gen 21, 2016 | In Primo Piano, Novi | 0 commenti

“Senza volersi nascondere sotto la sabbia – dichiara Marzia Scaltriti, segretario del Pd di Novi di Modena – vorrei fare un po’ di chiarezza sui dati della popolazione residente nel nostro comune, apparsi in questi giorni sui media locali. Siamo consapevoli che Novi ha registrato un calo, ma la causa non è soltanto ascrivibile al sisma del 2012. È un errore grossolano che colpisce in primo luogo i nostri cittadini più che l’Amministrazione, a cui si vorrebbe addossarne le responsabilità”. Ecco come Marzia Scaltriti in una nota replica a chi legge nei dati anagrafici della cittadina un brusco calo di residenti. Non stanno proprio così le cose.

“Siamo consapevoli che il comune di Novi ha registrato un calo della popolazione residente, ma non è tutto ascrivibile al terremoto. Il calo, infatti, è dovuto in parte a un flusso migratorio in uscita, ma, per un’altra parte, anche alla cancellazione anagrafica per irreperibilità di circa 400 cittadini extracomunitari non più residenti, eseguita nel 2013 a seguito del censimento dell’ottobre 2011. Altro dato da tenere in considerazione è il saldo tra decessi e nascite (in negativo di 152 cittadini) dal 2011 al 2015. Il calo delle nascite è allineato con la media regionale e nazionale e quindi non da attribuire esclusivamente alla situazione del comune o come conseguenza del terremoto. Ad oggi, quindi, si registra un calo percentuale della popolazione straniera di circa 3 punti, passando dal 18,5% del 2011 al 15,4% del 2015. Ampliando l’analisi anche alla situazione economica del nostro territorio, si può notare come le attività produttive, dopo aver subito un brusco arresto nel 2012 a causa del sisma, oggi si collocano nella media di quelle degli altri comuni di pari dimensioni.

Il gruppo Centrosinistra Con Novi, in merito a questo tema, ha presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno (il cui testo è scaricabile dal sito del Comune) che riporta i dati dell’andamento delle attività produttive del comune e propone una serie di iniziative mirate per il loro rilancio e sostegno. Lo stesso ordine del giorno è stato emendato dalle opposizioni e votato all’unanimità, impegnando la Giunta a portare avanti con determinazione il progetto Novopoli, a promuovere progetti specifici per la nascita di start up e imprese innovative, a valutare la possibilità di realizzazione di incubatori d’impresa e a identificare forme di incentivazione a sostegno delle nuove attività che si insediano sul territorio.

L’Amministrazione si è già attivata nel frattempo in tal senso. In ultima analisi anche le scelte di bilancio fatte in questi anni hanno una ricaduta importante sui cittadini e sulle imprese: nonostante il progressivo abbassamento dei trasferimenti dello Stato (nel 2014 infatti sono stati tagliati circa 360mila euro di competenza 2014 e 220mila di competenza 2013) si sono volute mantenere invariate le aliquote IMU e TASI del 2014; in più l’addizionale IRPEF è ferma allo 0.5 dal 2008. Un’altra scelta politica della maggioranza che amministra il nostro territorio di cui il Pd fa parte è stata quella di azzerare l’aliquota TASI per tutti quegli edifici soggetti al pagamento IMU al fine di evitare la doppia imposizione. Sarebbe stato impossibile azzerarla completamente in quanto il gettito occorre al comune per compensare minori trasferimenti rispetto al 2013. Quindi la TASI, pur essendo un nuovo tributo non ha comportato maggiore gettito, ma è servita soltanto a compensare parzialmente le minori entrate. Le scelte di bilancio fatte negli anni hanno consentito di non aumentare la pressione fiscale, pur salvaguardando i servizi. Definire questo comune come “un comune allo sfascio” senza tener conto della congiuntura economica del momento ed attribuendone tutte le responsabilità a chi lo governa è un esercizio facile e populistico, sicuramente poco attrattivo per il nostro territorio e ingeneroso soprattutto nei confronti dei novesi che, con tenacia e determinazione, continuano a viverci e a lavorarci ogni giorno”.

 

 

 

 

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