Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Profughi nella Bassa, tutto ciò che c’è da sapere – La nota ufficiale

da | Feb 9, 2017 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Richiedenti asilo | 0 commenti

Dalla Prefettura di Modena arriva una nota ufficiale che spiega in dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sull’arrivo dei profughi nei Comuni della Bassa Modenese. Emerge come i tempi siano davvero stretti: la prima comunicazione ufficiale ai sindaci c’è stata lunedì, i sindaci hanno espresso la loro disponibilità (tranne Finale) e ora si sta procedendo al riparto dei numeri di uomini, donne e bambini che arriveranno nella Bassa (Finale incluso, par di capire). Già la prossima settimana i sindaci incontreranno la prefetta per fare il punto sulla situazione.

Il piano di accoglienza dei profughi

Si tratta di 209 persone che non arriveranno tutte in una volta, ma alla spicciolata. Non saranno divise tra i Comuni in proporzione ai residenti, come si fa di solito, ma che saranno assegnate all’Unione Area Nord. Sarà quindi l’assessorato ai Servizi Sociali dell’Unione (attualmente guidato dal sindaco di Concordia) a occuparsi della gestione di tutto ciò che serve a queste persone. I fondi per farlo vengono dal Governo nazionale, quindi in teoria non dovrebbero esserci spese per i Comuni. In teoria, scriviamo, perchè in pratica non sono mancati in questi anni ritardi nell’arrivo dei fondi da Roma cui hanno sopperito nell’immediato i Comuni. 
Dall’Ucman partirà la ricognizione di tutte le strutture disponibili sul territorio. Si cercheranno anzitutto posti letto. In prima fila le case di accoglienza del nostro territorio (una molto attiva è ad esempio quella intitolata a don Giorgio Govoni, a San Biagio), poi le cooperative, le strutture accreditate, gli alberghi e i bed and breakfast. In ultimo, anche le case che i privati volessero mettere a disposizione. I Comuni dovrebbero avere fondi specifici per pagare i padroni di casa, non si sa però per quanto tempo e con quali garanzie. Esclusi i Map che, pur vuoti, sono a scadenza e già in questi anni hanno mostrato i loro limiti: costa troppo riscaldarli o rinfrescarli, non avrebbe senso far spendere alle casse pubbliche maxi bollette della luce.
Una volta trovato un tetto per i profughi e naturalmente anche la refezione, l’urgenza è quella di creare per loro un progetto di inserimento che passi attraverso un’esperienza lavorativa o di volontariato. Manutenzione verde e viabilità sono in pole position tra le attività dei Comuni che potrebbero essere coadiuvate dai richiedenti asilo.
Per quanto tempo? Dipende dallo status di queste 209 nove persone. Le quali sono tecnicamente “richiedenti asilo” e hanno una accoglienza strutturata in questo tempo finchè lo Stato non esamina la loro pratica e decreta se sono rifugiati o no. Allora lo status giuridico e il programma di assistenza, se ce n’è uno, cambia. ma in questo senso non è stato chiesto un impegno ai nostri Comuni.

Ma ecco la nota ufficiale della Prefettura

“In relazione a quanto pubblicato negli ultimi giorni dalla Stampa locale circa la possibile destinazione di un numero di profughi richiedenti asilo nei territori dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord, la Prefettura di Modena precisa quanto segue:

sin dall’inizio della operazione di accoglienza ed ospitalità nella provincia di Modena dei richiedenti asilo, la Prefettura ha attivato un immediato regime di relazione e interlocuzione con le realtà municipali, promuovendo un canale di comunicazione e di condivisione nella gestione del fenomeno e privilegiando, il più possibile, d’intesa con i Sindaci, la modalità della “Accoglienza diffusa” in strutture a limitata capacità per evitare grandi concentrazione di profughi.
Da tale distribuzione sul territorio sono stati sino ad oggi esclusi quei Comuni colpiti da calamità naturali, il terremoto del maggio 2012 e l’alluvione del gennaio 2014, anche se diverse Amministrazioni interessate da tali eventi hanno, per propria determinazione, manifestato disponibilità all’accoglienza ospitando numerosi stranieri.

Dal 2017 le determinazioni ministeriali, anche nella cornice delle intese generali raggiunte con l’ANCI e con la “Conferenza Stato Regioni”, tengono conto di un quadro di esigenze nazionali che non prevede più l’esclusione delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite da calamità nella determinazione del coefficiente di riparto.

Nella mattinata di lunedì 6 febbraio, il Prefetto di Modena Maria Patrizia Paba, ha invitato i Sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord, in un quadro di leale collaborazione istituzionale e di una corretta e trasparente informazione, ad un momento di confronto sul tema.

Nel corso della riunione è stata richiamata l’attenzione dei Sindaci intervenuti sull’esigenza di dare risposta ad un fenomeno di carattere nazionale che sta impegnando il Paese in uno sforzo comune al quale tutta la Comunità è chiamata a collaborare ed è stata pertanto prospettata l’ipotesi che, a fronte di nuovi arrivi di profughi nella provincia di Modena, si possa dare graduale e concorde avvio ad una dislocazione anche presso i centri dell’Area Nord.

Ai predetti Amministratori sono state illustrate le possibili modalità di accoglienza sotto il profilo della gestione, auspicando un orientamento basato sul “protagonismo” delle Comunità attraverso forme di gestione diretta, sottolineando la valenza di progetti che, mediante attività di volontariato in lavori di pubblica utilità da parte dei profughi, possano rappresentare una forma di “restituzione” alle Collettività dell’ospitalità ricevuta.

Ai Sindaci è stato comunque precisato che l’eventuale arrivo degli stranieri verrebbe assecondato, come sinora avvenuto per il resto del territorio, da un costante regime di interlocuzione e di intesa con la Prefettura per concordare e condividere i tempi e le modalità dell’accoglienza. È stata, altresì, data assicurazione di dare corso ai trasferimenti con gradualità, nonostante le necessità dettate dagli arrivi nonché di effettuare le ripartizioni non necessariamente riferite ad una prospettiva comunale ma all’Unione nel suo insieme.

Sul tema è prevista un’ulteriore riunione in Prefettura la prossima settimana”

 

Condividi su: