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Commercio, calano le vendite in Emilia-Romagna

da | Giu 21, 2017 | Economia | 0 commenti

Nel primo trimestre dell’anno le vendite in Emilia-Romagna registrano ancora una flessione (-0,9 per cento) accentuando così la tendenza negativa del trimestre precedente. Il segno negativo domina in modo omogeneo lo specializzato, alimentare e non, mentre aumentano le vendite per iper, super e grandi magazzini. L’andamento è correlato alla dimensione. È negativo in misura diversa per la piccola distribuzione e per la media, mentre è appena positivo per le realtà con 20 o più addetti. Calo delle imprese (-1,4 per cento), determinato da ditte individuali e società di persone.

Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa, le vendite a prezzi correnti subiscono una nuova flessione (-0,9 per cento) nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’incertezza pesa sulla possibilità di una ripresa diffusa. L’aggravarsi della tendenza negativa è riflesso nell’appesantimento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che scende a -13,3 punti, e dal leggero peggioramento dei giudizi sull’eccedenza delle giacenze: qui il saldo sale a 10,2 da 8,2 punti percentuali. Grazie anche alla stagionalità, è atteso un miglioramento delle vendite nel corso del secondo trimestre, ma il saldo tra le valutazioni delle imprese non va oltre 0,4 punti percentuali.

Questo emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

La tendenza negativa ha interessato le tipologie del dettaglio specializzato, con una flessione delle vendite dell’1,2 per cento, sia per l’alimentare, che per non alimentare, mentre gli iper, super e grandi magazzini hanno realizzato un leggero aumento dello 0,5 per cento.

Si conferma la forte correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale. Il segno è marcatamente rosso nel trimestre per le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti), in calo del 2,0 per cento, e solo leggermente negativo per le medie imprese (da 6 a 19 addetti), in flessione dello 0,2 per cento, mentre aumentano lievemente le vendite per le imprese con 20 o più addetti (+0,1 per cento).

Si conferma la pressione sulla base imprenditoriale. Alla fine del primo trimestre erano attive 45.938imprese del dettaglio, con un calo dell’1,4 per cento (639 unità) rispetto a un anno prima. La tendenza negativa è determinata dalla rapida riduzione delle società di persone (-285 unità) e da quella più ampia delle ditte individuali (-485 unità). Grazie soprattutto all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente solo le società di capitale (+3,1 per cento, +131 unità).

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