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Asili aperti a luglio: niente intesa coi sindacati, il Comune fa di testa sua

da | Giu 10, 2020 | Cavezzo, Altri Comuni | 0 commenti

Il Comune di Modena vuole garantire attività estive rivolte ai bambini della fascia di età 3-6 anni mettendo a disposizione anche le proprie scuole d’infanzia per tutto il mese di luglio, non solo nelle prime due settimane come negli ultimi anni, nelle modalità che saranno approfondite nei prossimi giorni e nonostante l’indisponibilità delle rappresentanze sindacali della funzione pubblica per ciò che riguarda l’impiego del personale comunale. Aumenta di circa 150 mila euro il fondo destinato dal Comune per abbattere le rette dei servizi, con contributi alle famiglie fino a 112 euro a settimana, a prescindere dal tipo di scuola frequentato durante l’anno scolastico.

Tante le sollecitazioni per garantire un servizio anche a luglio accompagnando il periodo della ripartenza nell’emergenza Covd -19. A pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni, infatti, sono già 280 le domande per accedere alle attività estive gestite direttamente dal Comune per il periodo dal 15 al 26 giugno. E tante le richieste di informazioni sulle settimane successive.

Proprio per rispondere alle esigenze delle famiglie, per la difficile situazione in cui si sono venute a trovare dopo i mesi di lockdown, l’amministrazione comunale nelle scorse settimane aveva aperto il confronto con le rappresentanze sindacali della funzione pubblica nell’ottica di una reciproca assunzione di responsabilità.

“Comprendiamo le difficoltà e i bisogni delle famiglie nella fase di ripartenza e cerchiamo di dare, per quanto nelle nostre possibilità, risposte efficaci in questa situazione del tutto straordinaria, caratterizzata anche da un’evoluzione continua di linee guida e normative”, spiega l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi che continua: “Siamo al lavoro per garantire per la prima volta lo svolgimento di attività ludico ricreative nelle nostre scuole anche per tutto il mese di luglio. Resta il rammarico per non aver raggiunto un’intesa con le rappresentanze sindacali nell’interesse comune dei cittadini, nonostante la disponibilità dimostrata da tante insegnanti, ma stiamo definendo altre modalità organizzative che consentano di fornire comunque un servizio di qualità e di organizzarlo assicurando il maggior numero di posti disponibili, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid, per la tutela e la sicurezza di bambini e operatori, che prevedono il lavoro per piccoli gruppi”.

Per le famiglie verrà quindi previsto un contributo al pagamento delle rette con i voucher per i centri estivi (famiglie con Isee non superiore ai 28mila euro), mentre per quello che riguarda la fascia 0-3 anni “non appena avremo chiare le linee guida da seguire – aggiunge Baracchi – valuteremo che tipo di risposta è possibile prevedere, con la necessaria flessibilità dovuta alla situazione”.

In queste settimane si sono svolti tre incontri con la delegazione di parte sindacale, l’ultimo nel pomeriggio di martedì 9 giugno, finalizzati ad aprire un confronto per organizzare le attività estive nel nuovo contesto straordinario caratterizzato dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19 e l’amministrazione comunale ha preso atto dell’indisponibilità delle organizzazioni sindacali a riesaminare il precedente protocollo d’intesa sul prolungamento estivo.

Valutando che la difficile situazione delle famiglie e la continua evoluzione normativa potessero essere elementi utili per riaprire il confronto e dovessero portare congiuntamente a un’assunzione di responsabilità con riferimento ad attività che non possono essere regolate da un protocollo costruito in una fase precedente al Covid-19, e quindi in una condizione completamente diversa da quella odierna, il Comune ha ritenuto necessario proporre ai sindacati di definire congiuntamente nuove modalità per l’estate 2020, prevedendo un’estensione delle attività per l’intero mese di luglio, anche in considerazione del lungo periodo di sospensione dell’attività scolastica.

In un primo momento, si era ipotizzato che potesse essere sufficiente la rivisitazione per l’anno 2020 del precedente protocollo d’intesa rispetto ai contingenti minimi di personale da dedicare al servizio, anche alla luce di disposizioni e linee guida che ridefiniscono il rapporto numerico bambini-docenti.

Nell’ultimo incontro, però, la delegazione di parte sindacale ha ribadito una netta indisponibilità sia a rivedere il protocollo d’intesa in essere, con particolare riguardo al contingente minimo ivi previsto, sia a estendere l’esperienza di attività estiva per il restante mese di luglio, anche se solo limitatamente e in via straordinaria all’anno 2020, ribadendo che, a proprio parere, l’unica modalità di esecuzione del servizio è quella prevista nel precedente protocollo, quindi riferita solo alla prima metà del mese, e che l’amministrazione comunale è libera di organizzare il servizio per le restanti settimane con altre modalità.

Valutata la complessità della situazione e tenendo conto che le modalità contenute nel citato protocollo non consentono di organizzare in maniera adeguata il servizio, l’amministrazione ha deciso quindi di recedere per il 2020 dal protocollo, per costruire una proposta sostenibile economicamente e in grado di garantire una risposta organica e adeguata alle attuali esigenze delle famiglie e dei bambini. Il Comune si è comunque già dichiarato disponibile a riprendere il confronto con i sindacati per l’attività di prolungamento estivo nell’anno 2021.

 

LA REPLICA DEI SINDACATI

COMUNE DI MODENA, CENTRI ESTIVI: NON E’ VERO CHE LE MAESTRE SONO INDISPONIBILI, MA E’ IL COMUNE STESSO CHE HA DISDETTATO IL PROTOCOLLO

Quanto sta accadendo in Comune a Modena sulla gestione dei centri estivi è alquanto paradossale. Mentre in diversi Enti della Provincia si siglano accordi con le Organizzazioni Sindacali per ampliare l’offerta di servizi nel mese di luglio, il Comune di Modena decide unilateralmente di recedere da un accordo in essere che permetterebbe di offrire servizi ai genitori dei bambini da 0 a 6 anni fino al 17 luglio con il personale comunale, diminuendo così i centri estivi disponibili per la cittadinanza.

Ci lascia ancora più esterrefatti che questa decisione sia stata presa dall’Amministrazione che fino a ieri elogiava il sistema integrato dei servizi 0/6 come capacità di dare ai cittadini un’articolata risposta in termini di impiego di risorse economiche e professionali, potendo sfruttare le competenze diffuse del personale comunale, della Fondazione Cresci@mo e del privato sociale. Ci chiediamo a questo punto come mai il modello Modena 0/6, tutt’ora vigente, abbia questo improvviso black-out? Un sistema che ha come obiettivo la valorizzazione di tutti i soggetti e l’ampliamento dell’offerta?

Il Comune ha deciso di privarsi della gestione diretta dei centri estivigettando poi la responsabilità sulle organizzazioni sindacali e sui lavoratori per nascondere forse una mancanza di chiarezza sul da farsi, visto che nei 3 incontri fatti, abbiamo avuto ogni volta delle posizioni diverse da parte della Delegazione di parte pubblica, rendendoci impraticabile il confronto proficuo, al punto da rifiutare la nostra richiesta di uscire dal tavolo con un verbale, così come prescritto dal CCNL delle Funzioni Locali, in modo da mettere in chiaro le posizioni emerse.

Le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze dei lavoratori, fin dal 2017 hanno dato la disponibilità a svolgere le attività estive, e la disdetta dei protocolli che definiscono quelle attività di centri estivi l’ha data il Comune, mentre il medesimo sindacato ne sta sottoscrivendo di altri in giro per la provincia.

Il paradosso, dunque, è che l’ente che non gestirà direttamente i centri estivi con proprio personale è lo stesso che aveva già, a differenza di altri casi, un protocollo per farlo.
E se ciò non bastasse, chi dà disdetta al Protocollo incolpa gli altri di non averlo potuto esercitare.
È chiaro che il gesto unilaterale da parte dell’Amministrazione nasconde una confusione più generale su cosa e come gestire i centri estivi.

Per questo motivo non si è voluto un confronto allargato a 360 gradi su tutto il sistema integrato con i vari soggetti gestori coinvolti, valutando in maniera condivisa quali fossero le necessità della cittadinanza e quali gli strumenti e le risorse a disposizione.

Non possiamo quindi che constatare come, nonostante tutto l’impegno da parte dei lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, che in queste ore stanno aspettando anche notizie e indicazioni più precise su come gestire la riapertura che ci sarà già da lunedì 15 giugno, e per la quale ad oggi mancano ancora protocolli di sicurezza specifici per le varie scuole, l‘unica risposta da parte del Comune sia quella di uscire con un comunicato stampa che dichiara le “maestre indisponibili” gesto veramente poco rispettoso nei confronti del suo stesso personale che ogni giorno, anche in momenti difficili come quelli dell’emergenza, ha continuato a fare la sua attività, a relazionarsi con le famiglie e a provare a trovare insieme nuove modalità di erogazione dei servizi ,dimostrando capacità di empatia ed flessibilità.

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