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Dopo il referendum sull’ospedale il Pd vuole cambiare le regole

da | Gen 25, 2016 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

Il referendum sull’ospedale che si è tenuto a Mirandola ha segnato una svolta nella politica locale: per la prima volta un gruppo di cittadini ha ottenuto di attivare uno strumento di partecipazione di vasta portata, e il fatto che non abbia raggiunto il quorum poco importa: sono state davvero tante le persone che sono andate a votare. In un’epoca di forte disaffezione politica, un segnale molto chiaro, che in casa Pd è stato interpretato con insolita durezza.

Ma passa poco più di un mese che arriva la doccia fredda: a Soliera, Comune a una manciata di chilometri da Mirandola, anch’esso governato da Partito democratico e alleati, si vogliono cambiare le regole del referendum. Rendendo tutto più difficile.

“Quanto il PD ha intenzione di approvare nella seduta di Consiglio Comunale di Martedì 26 Gennaio, è un vero e proprio schiaffo alla cittadinanza, e noi del M5S siamo pronti a fare il possibile per evitarlo.

Tra gli ordini del giorno che saranno oggetto di voto – spiega Massimo Bonora, consigliere comunale M5S a Soliera – ci sarà il nuovo “Regolamento per la partecipazione dei cittadini e lo svolgimento del referendum” in cui sono state riviste molto al rialzo, rispetto a quello attualmente in vigore, i requisiti necessari per rendere possibile il referendum. Laddove venisse approvato il testo attualmente in discussione, il numero di componenti necessari per comporre il fondamentale comitato referendario, salirebbe dai 20 attualmente richiesti al folle numero di 150, che di fatto renderebbe estremamente difficile, per non impossibile la composizione. Per comprendere l’insensatezza di prevedere un numero così alto, basti pensare che in comuni come quello di Milano e Roma, pur avendo un numero di abitanti rispettivamente 90 e 180 volte superiore a quelli del Comune di Soliera, richiedono un comitato referendario composto da 100 unità.

Inoltre – prosegue il consigliere –  il PD intende anche ridurre le finestre per poter richiedere l’indizione del referendum: dalle due attualmente in vigore, Marzo e Settembre, si passerebbe ad una, mantenendo solo la prima. Un combinato disposto che mina in maniera definitiva le fondamenta dello strumento del referendum nel nostro comune se si pensa che quanto sopra esposto si va ad aggiungere all’assurdita di prevedere un numero di firme pari al 10% degli iscritti nelle liste elettorali, per permettere l’ammissibilità del referendum, una percentuale decisamente anomala se si pensa che in quasi tutti i comuni della provincia di Modena, questa varia tra il 5 e il 7%.

Si vuole giustificare queste scelte appellandosi a motivazioni assurde, ossia, citando le stesse parole riferiteci in commissione, per “evitare l’abuso dello strumento del referendum”. Peccato che per far sì che verifichi un abuso è necessario che in precedenza ci sia stato un uso, e nel nostro comune  – osserva Bonora – non esistono precedenti in campo referendario. In un momento come quello attuale, in cui la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini viene continuamente minata da fatti ben poco edificanti, dovrebbe essere intento di ogni amministrazione, a maggior ragione da quelle guidate da chi si professa “democratico”, oltre che trovare nuovi strumenti che coinvolgano la cittadinanza, rafforzare quelli esistenti. A Soliera invece accade il contrario e la cosa desta più di qualche sospetto, perché quando si arriva a rendere incomprensibilmente impervio il ricorso al massimo strumento di democrazia, quale il referendum, non lo si fa mai per caso.

Noi del M5S  – è la promessa – saremo pronti anche ad azioni eclatanti per evitare che avvenga tale scempio ed invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla seduta in modo da rendersi conto della gravità di quanto sta avvenendo”.

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