Intervista a Chiara Spaggiari: San Possidonio-Berlino solo andata
SAN POSSIDONIO- All’estero da sola: lei lo ha fatto. Chiara, lavora e vive in Germania da 12 anni ormai. Parte per Berlino
con un bagaglio risicato, un biglietto aereo in classe economica e il cuore pieno di speranza. Ed è in sordina che comincia la sua nuova vita: un materassino gonfiabile su cui dormire, lo studio della lingua, un lavoro nella ristorazione la sera e la ricerca paziente della sua dimensione professionale ma soprattutto personale di giorno.
Ora vive in campagna e affianca all’attività di Project Manager quella di fotografa. Complice la sua tenacia, l’obiettivo seppur complesso, è in parte raggiunto. In parte perché Chiara non si sente mai arrivata.
“So che può sembrare strano in un'epoca che spesso misura il successo in base al numero di obiettivo raggiunti, ma arrivata non mi ci sento mai. C'è ancora tanto di bello che posso imparare, costruire, sognare" - puntualizza.
Come mai hai optato proprio per Berlino?
“Perché mi sono innamorata di questa città tanti anni fa, quando ci sono capitata per caso per imparare il tedesco. Berlino, con i suoi mille volti, mi ha regalato uno sguardo aperto sul mondo. È una città di cui è facile innamorarsi, ma che richiede tempo e dedizione per restare. E che si svela lentamente, senza fretta, come tutte le storie d’amore migliori”
Che tipo di rapporto hanno i tedeschi con il lavoro?
“Non ho riscontrato, nel mio percorso, una connessione tra l’approccio al lavoro e la nazionalità. C’è da dire che Berlino è una città dove, anche in quest’ambito, si interagisce spesso in contesti di respiro internazionale. Qui come in Italia, penso che il rapporto col lavoro dipenda principalmente da due attori: l’azienda e il singolo professionista”
A cosa stai lavorando adesso?
“C’è un progetto fotografico che ho in cantiere, e che mi sta molto a cuore: ha a che fare con le mie radici, con la storia della mia famiglia. La fotografia per me non è solo un lavoro: da tantissimi anni è sempre stato il modo per trattenere tutto ciò che non riesco a portare con me, per raccontare qualcosa quando non trovo le parole, o per avere uno strumento in più per capire la realtà che mi circonda”
Tornerai?
“Per il momento no, non è tra i miei programmi, ma non lo escludo. Negli anni ho imparato che tutto può cambiare rapidamente, anche le cose che sembrano immutabili. Spero che, se e quando arriverà quel giorno, la ragione del mio ritorno sia la stessa per cui ho lasciato l’Italia tanti anni fa: vivere in un luogo che mi renda felice”
[Foto di Christoph Luedtke]
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