Cimitero dei feti, ecco come funziona a Cavezzo: qui i nomi delle mamme non ci sono
CAVEZZO – Ha avuto eco anche nella Bassa Modenese, in particolare a Cavezzo dove c’è il cimitero dei feti modenesi, lo spinoso caso esploso presso il Cimitero San Camillo di Roma. Proprio nella Capitale, alcune donne che avevano optato per l’aborto terapeutico, hanno scoperto che i feti erano stati sepolti senza il loro consenso. E appunto nel cimitero capitolino, diverse lapidi riportavano i nomi delle madri, le quali tuttavia non avevano mai autorizzato l’esplicitazione della propria identità. L’Ospedale San Camillo e AMA, la municipalizzata romana che gestisce i cimiteri, si rimbalzano la responsabilità, mentre il Garante della Privacy ha aperto un’istruttoria, al fine di far luce sulla questione e capire chi ha violato in modo così brutale la privacy delle mamme che sono state costrette ad abortire.
La possibilità di sepoltura di questi “bimbi mai nati” è un’opzione prevista anche nel nostro territorio, dove il Comune di Cavezzo – unico in zona – ha disposto un’apposita area presso il cimitero municipale. Inaugurato nella primavera 2019, si chiama il “Giardino degli angeli” e a differenza di quel che accade a Roma qui non ci sono i nomi delle mamme. Una scelta di rispetto della privacy in momento così dolorosi per qualunque donna. Siamo andati a vedere come è stato sistemato: è uno spazio riparato dal via vai delle altre tombe, ordinato, ben tenuto, curato, c’è – ad un anno dalla sua apertura – ancora una sola tomba, in questo caso col nome e cognome di un angelo volato via troppo presto.
L’area è dedicata ai bambini nati estremamente prematuri o con malformazioni gravissime, ed è nata grazie alla sensibilità della sindaca Lisa Luppi, che ha spiegato:
Qualche tempo fa ho incontrato un cittadino con il quale ho parlato di un tema particolarmente delicato: la possibilità di dare una sepoltura ai bimbi nati al di sotto delle 20 settimane di gestazione e non sopravvissuti. Purtroppo un comune deve occuparsi anche di questi argomenti nell’ambito dei servizi cimiteriali.
Se un bimbo nasce prima delle 20 settimane e non sopravvive i genitori possono chiederne la sepoltura, solamente se nel cimitero comunale è individuata un’area dedicata. In caso contrario si procede con lo smaltimento.
Nel rispetto di tutte le sensibilità, ci è sembrato giusto offrire questa possibilità, peraltro prevista per legge e lasciarla aperta ai residenti e anche ai non residenti. Ci è sembrato un gesto di rispetto e civiltà.
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