Tanti i sindaci della Bassa nell’appello per Draghi: Finale, Medolla, Cavezzo, Nonantola, Concordia, Soliera…
Nella carica dei mille sindaci per Draghi un nutrito drappello arriva dalla Bassa Modenese. Quasi tutti hanno infatti sottoscritto la richiesta all’ex presidente della banca europea di rimanere saldo al Governo del Paese nonostante si sia incrinato il rapporto di fiducia con il Movimento 5 Stelle che lo sosteneva assieme al Partito Democratico.
L’appello è stato firmato da Lisa Luppi (Cavezzo), Monja Zaniboni (Camposanto), Carlo Casari (San Possidonio), Sauro Borghi (San Prospero), Claudio Poletti (Finale Emilia), Alberto Calciolari (Medolla), Federica Nannetti (Nonantola), Francesca Silvestri (Bastiglia), Tania Meschiari (Bomporto), Luca Prandini (Concordia sulla Secchia), Roberto Solomita (Soliera), Alberto Belelli (Carpi), Enrico Diacci (Novi di Modena)
Il consenso per Draghi è unanime, ne restano fuori solo i due sindaci in quota Lega di San Felice e Mirandola, che avendo il loro partito di riferimento in rotta con il premier, non hanno sottoscritto l’appello.
Le motivazioni dei sindaci di centrosinistra per la stabilità
Ecco ad esempio il sindaco di Finale Emilia Claudio Poletti:
Queste le sue parole:“Ci sono anche io tra gli oltre mille sindaci che hanno firmato la lettera con cui si chiede al primo ministro Mario Draghi di restare al suo posto: “Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo. Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni”.La situazione emergenziale che stiamo vivendo può essere superata solo dando seguito al percorso che Draghi ha intrapreso. La politica sembra sempre più separata dalle vere urgenze che ci attendono ed è indispensabile ricondurla, invece, al suo vero ruolo: ricercare e offrire soluzioni, nel confronto democratico, che siano d’aiuto alle esigenze e richieste dei cittadini.Credo, come i miei colleghi firmatari dell’appello, che in questo momento sia perciò indispensabile dare continuità all’azione di governo che il premier ha avviato da circa un anno e mezzo.”
In questi giorni molti Sindaci hanno sottoscritto una lettera aperta, per esprimere la forte preoccupazione rispetto alla crisi di governo in atto, stante la condizione in cui versa il nostro paese. Ho ritenuto di aderire a questa iniziativa, insieme a tanti colleghi, per chiedere a tutte le forze politiche di agire con forte senso di responsabilità. Mai come oggi l’Italia ha bisogno di unità d’intenti, oltre alla piena stabilità e legittimazione dell’operato delle proprie istituzioni.Di seguito la lettera a cui ho aderito.Lettera aperta dei sindaci sulla crisi di governo in atto.Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo, generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza.Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione, laddove ora servono azione, credibilità, serietà.Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula, ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti, che lo hanno sostenuto dall’inizio.Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo.Allo stesso modo chiediamo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo, di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Queste forze, nelreciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo, si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni.Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza, per continuare la trasformazione delle nostre città, perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia.
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