Mirandola, Letizia Borella racconta la magia del body painting: “Sono una tela viva, indosso l’arte”
MIRANDOLA - "Body painting significa essenzialmente vestirsi di emozioni diverse, le quali, trasposte cromaticamente sul corpo dell'interprete, si trasformano in arte": è così che Letizia Borella, mirandolese classe 1985, ci introduce ai segreti di quella che lei definisce "un'arte effimera".
Già, perché il body painting è un artificio indissolubilmente connesso alla propria "tela vivente", che, in quanto tale, è destinata a mutare con molta più rapidità di un supporto cartaceo o di un blocco di marmo. Non ha quindi alcuna vocazione all'"eternità museale" che connota le arti visivi tradizionali. Altresì, nega la possibilità all'artista di vivere in eterno attraverso la propria opera: eppure, il body painting, indissolubilmente connesso alla caducità, risulta sinonimo di una vitalità vibrante e coinvolgente, che trasforma le forme e i colori in emozioni nitide, immediate.
"Per me, il body painting è cura dell'anima", ci spiega Letizia Borella, "permette al mondo interiore dell'artista di manifestarsi su un supporto egualmente vivo". In effetti, in questo ambito, la mirandolese è una delle più rinomate "tele viventi" a livello globale: campionessa del mondo a Klagenfurt (Austria) nel 2017, la modella mirandolese ha lavorato con i maggiori esponenti di questa disciplina.
Letizia Borella, in che modo è avvenuto l'incontro con questo mondo così particolare?
La scintilla è scoccata circa sei anni fa. All'epoca facevo la modella; poi, del tutto casualmente, mia madre mi ha iscritto a un concorso di body painting, che si teneva a Mirandola. Ero molto combattuta circa la possibilità di partecipare o meno, e la prima esperienza è stata un po' traumatica. Ma non finirò mai di ringraziare mamma per avermi "spinto" in questo mondo: dopo l'esordio, è scoppiato un grandissimo amore.
Come si realizza un'opera di body painting?
In realtà, si lavora in équipe: l'artista è coadiuvato da un assistente, che contribuisce a plasmare il corpo della modella o del modello. Quando si compete, vengono concesse sei ore per creare l'opera. In seguito, spetta alla "tela vivente" interpretare la narrazione che le è stata dipinta addosso: si ci impegna per trasmettere nella maniera più diretta possibile, a giudici e fotografi, il mondo interiore di cui si è latori. In totale, fra preparazione e performance, si occupati per circa dodici-quattordici ore.
Quale grado di fiducia occorre, affinché si possa vivere con serenità il momento del contatto con le mani dell'artista?
Naturalmente, fiducia e rispetto reciproco sono alla base del rapporto fra il body painter e modella. Io comunque non mi sono mai sentita nuda di fronte a un estraneo: da quando i pigmenti di colore cominciano ad avvolgere il mio corpo, io mi vesto d'arte.
Quali requisiti fisici deve possedere una "tela"?
E' ingannevole ritenere che modelli e modelle siano solamente individui dotati di caratteristiche fisiche considerate armoniose. Le mani degli artisti sono capaci di plasmare i corpi, anche quelli che apparentemente sembrerebbero non appropriati per questa forma d'arte.
Questa disciplina le ha portato enormi soddisfazioni a livello nazionale e internazionale.
Assolutamente. Ho vissuto la grandissima gioia di diventare campionessa del mondo nel 2017, a Klagenfurt: quello, era un momento molto particolare della mia vita. Ero infatti incinta di mia figlia ed è stata una grandissima emozione poter gareggiare "in dolce attesa". In quell'occasione, la performance è stata ideata da Marilena Censi e si intitolava Utopia: si trattava di una riflessione intorno al tema della natura, con particolare attenzione al processo di metamorfosi del chicco di sabbia, capace di diventare perla se custodito dall'ostrica. Nel 2018, mi sono invece guadagnata il primato italiano nella categoria face paint, mentre quest'anno ho ottenuto la copertina dell'annuario mondiale di body painting.
Come sta incidendo il Covid sul vostro mondo? Purtroppo nel 2020 abbiamo vissuto uno stop totale. Le competizioni sono state annullate e si lavora con protocolli stringenti. Viviamo le medesime difficoltà di tutti i comparti del mondo dello spettacolo. Speriamo davvero che questo 2021 ci porti buone notizie.- Cavezzo, domenica 25 maggio i volontari organizzano un pranzo al Circolo S. Giovanni di Disvetro
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