FINALE EMILIA - Un workshop per la co-progettazione e la costruzione degli arredi degli spazi multifunzionali de La Stazione Rulli Frulli si è tenuto dal 28 marzo al 14 aprile proprio all’interno del cantiere della ex-autostazione di Finale Emilia. Ad essere coinvolti sono stati i ragazzi e le ragazze del laboratorio socio-occupazionale
AstroNave Lab, che hanno lavorato gomito a gomito con gli studenti del Liceo Scientifico Statale Morando Morandi di Finale Emilia e i volontari dell’APS ETS Rulli Frulli Lab, figura di riferimento del nuovo Polo Multifunzionale.
A proporre e coordinare tutte le attività, gli architetti, designer e urbanisti di Zuloark, organizzazione interdisciplinare con sede a Madrid, Berlino, Atene, La Palma e La Coruña. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al contributo da alcuni dei sostenitori de La Stazione Rulli Frulli e dei suoi molteplici progetti: la Fondazione Enel Cuore, la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, Kia Motors e Milesi di IVM Group. È possibile progettare e costruire nuovi luoghi di convivenza, ripensando lo spazio pubblico dal basso ed in modo sperimentale? Possiamo farlo includendo la diversità? E possiamo, nel farlo, aprire un dibattito sulle problematiche irrisolte dell’abitare la città?
Questi sono gli interrogativi che sottendono “HIC SUNT DRACONES”, il progetto di riattivazione e rigenerazione urbana elaborato da Zuloark,
che ha già avuto luogo nel 2019 a Santa Cruz de la Palma (isole Canarie) e nel 2021 a Porto (Portogallo). Le attività sono pensate per mettere al centro la
pratica artistica collaborativa, che si sviluppa attraverso incontri, conversazioni e workshop, rendendo protagoniste le comunità a rischio di esclusione sociale - come, in questo caso, le persone con disabilità - in collaborazione con attori del territorio di appartenenza.
Il progetto si compone di tre fasi complementari:
1. la cosiddetta “MAPPA EMOZIONALE”, uno spazio fisico e di tempo che consente ai partecipanti di conoscersi ed immergersi nel progetto, facendosi ispirare dal contesto. Gli studenti del Liceo e i ragazzi e le ragazze di AstroNave_Lab hanno accompagnato gli architetti e i designer di Zuloark alla scoperta di Finale Emilia, conversando, fotografando, disegnando e catalogando oggetti e particolari architettonici e naturali. Federico Alberghini invece, responsabile dei progetti de La Stazione Rulli Frulli, ha guidato il gruppo all’interno del cantiere della ex-autostazione, così che tutti potessero focalizzare le reali esigenze dello spazio.
2. la “COSTRUZIONE COLLABORATIVA”, che ha come presupposto da un lato lo studio dei materiali e degli strumenti a disposizione, dall’altro la condivisione di idee e suggestioni e lo sviluppo dei disegni di progetto. Compito dei progettisti di Zuloark è studiare un sistema costruttivo consono alle competenze e inclinazioni dei partecipanti al workshop, per poi passare al momento di costruzione, a cui partecipano tutti, ciascuno con le proprie capacità. In considerazione delle caratteristiche del laboratorio AstroNave_Lab e dei ragazzi e delle ragazze che vi lavorano, la scelta dei materiali è caduta sul legno e sulle vernici ad acqua, che come di consueto sono state fornite dall’azienda Milesi di IVM Group, che da sempre sostiene il centro socio-occupazionale.
3. la “CELEBRAZIONE”, che crea una grande aspettativa nei partecipanti e contribuisce a creare un clima più dinamico e partecipativo all’interno dell’ambiente di apprendimento. In questo modo analizzare, imparare ed eseguire un progetto diventa una sfida entusiasmante e tanto più significativa quanto più si consolidano i legami personali.
L’obiettivo del progetto non era dunque semplicemente fornire lo spazio de La Stazione Rulli Frulli - in particolare il Bar inclusivo con il suo dehor, il laboratorio di falegnameria di AstroNave_Lab e la Sala polifunzionale - di arredi originali e funzionali. Il processo di creazione e la metodologia di lavoro sono essi stessi degli obiettivi: co-progettare significa condividere idee, competenze e abilità così da far emergere, e di conseguenza cercare di soddisfare, il maggior numero di requisiti.
A beneficiare dell’iniziativa non è stato solo il luogo in sé, ma soprattutto i partecipanti al workshop, che hanno acquisito nuove competenze trasversali, da quelle emozionali e relazionali a quelle tecniche e manuali, e hanno di fatto contribuito a costruire un pezzo della stessa comunità di cui sono parte. C’è un plus: la maggior parte degli arredi progettati e costruiti sono riproducibili in autonomia dal gruppo di lavoro di AstroNave_Lab e diventeranno così parte del catalogo dei prodotti destinati alla vendita.
I ragazzi e le ragazze del laboratorio socio-occupazionale sono sì entrati in contatto con una diversa scala di progettazione, ma nel rispetto delle tecniche, degli strumenti e dei materiali abitualmente impiegati. Ed ecco spiegato il nome pensato per il progetto: “Hic Sunt Dracones” indicava nelle antiche mappe il nostro limite, ma allo stesso tempo spalancava l’orizzonte, facendoci sedere sull’orlo dell’infinito. Ci rende responsabilmente operosi, ma senza la pretesa di sentirci onnipotenti o l’illusione che il mondo finisca dove si esaurisce la mia capacità di comprensione e di manipolazione. In breve, ridà fiato a sogni e desideri, ci riscuote dalla pigrizia. E in queste tre settimane, di pigrizia, proprio non se n’è vista!
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