La ricostruzione fa scuola, a Roma coi sindaci arriva alla Camera dei deputati
di Antonella Cardone
ROMA – La ricostruzione dei castelli e delle rocche della Bassa entra nel cuore delle più importanti istituzioni grazie al convegno che si è tenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 3 febbraio, a Roma presso la Camera dei deputati, lì dove si fanno le leggi e dove si potrebbe mettere a disposizione sotto forma di strumenti legislativi l’esperienza maturata nella ricostruzione post sisma. Convegno dal titolo “Istituzioni, associazioni, comunità scientifica per una restituzione e valorizzazione del patrimonio culturale nell’area del sisma 2012”
Per rappresentare ai parlamentari l’urgenza del territorio colpito dal sisma del 2012 di poter condividere e favorire il percorso di ricostruzione e restauro dei beni culturali presenti nel cratere e danneggiati dal terremoto di dieci anni fa c’erano i sindaci della Bassa, Alberto Calciolari (Medolla), Michele Goldoni (San Felice), Sauro Borghi (San Prospero), Carlo Casari (San Possidonio), Luca Prandini (Concordia), Monja Zaniboni (Camposanto), Claudio Poletti (Finale Emilia) e il vicesindaco di Cavezzo Gianni Sgarbi. Ospite la prefetta di Modena Alessandra Camporota, oltre a Cristina Ambrosini della Regione Emilia-Romagna ed Enrico Cocchi dell’ Agenzia regionale per la ricostruzione.
“La vostra è una terra che ha dato esempio al paese su come ripartire ed è il momento ora di valorizzare il patrimonio culturale come volano di crescita. I vostri comuni contribuiscono alla crescita del paese anche dal punto di vista culturale. Sono davvero felice di avervi qui, in questo importante luogo, per replicare un evento a cui ho assistito alcuni mesi fa, a Medolla e dove ho capito e compreso la necessità di completare questo importante passaggio per poter dire completata la ricostruzione post Sisma 2012. Ho imparato a conoscere da poco tempo le genti della Bassa modenese, ma sono sinceramente contento di potervi dare il mio appoggio per ricostruire quell’importante patrimonio culturale che ho imparato a conoscere intuendo come per voi questi luoghi di comunità siano importanti”, ha commentato l’onorevole Pd Andrea De Maria, che ha promosso l’evento.
Il sindaco Calciolari ha sottolineato “il ruolo rivestito da monumenti, rocche, teatro, il nostro patrimonio storico: una comunità vive di lavoro, servizi ma anche di luoghi pubblici, luoghi in cui riconoscerci. Ora spetta a tutti che i beni identitari non si trasformino in degrado urbano e siano pieno risarcimento dalle ferite del sisma. Manca l’ultimo miglio della ricostruzione del nostro territorio; dopo le abitazioni e le attività produttive, gli uffici pubblici e le scuole, bisogna ora mettere mano al patrimonio culturale, che rappresenta una ricchezza e una identità di tutti i cittadini della Bassa modenese. Non dobbiamo abbassare la qualità della vita dei nostri cittadini. Una sfida che deve unire le amministrazioni, gli enti privati e ecclesiastici, i tecnici e la comunità scientifica, le comunità locali che sono le proprietarie morali dei beni culturali. È l’ultima sfida della ricostruzione, ma per diversi aspetti è la più importante”.
Marco Poletti del Centro studi Bassa Modenese ha riportato quali sono state le attività di convegni e approfondimenti portate avanti negli ultimi anni, ricordando che la nostra è “terra di luoghi fortificati murari per esigenze antropiche ma che rimangono come simbolo e brand sociali, culturali ed enogastronomici”.
Antonio Petralia, amministratore delegato di Eurosets, non ha potuto raggiungere la Camera dei Deputati, ma ha fatto giungere un messaggio in cui ha ribadito l’aiuto che le aziende hanno ricevuto da parte delle istituzioni e dalla cittadinanza per ricostruire le realtà produttive; ora tocca alle aziende contribuire alla ricostruzione di un valore così importante per la comunità. Le aziende della Bassa modenese non devono essere indifferenti davanti alla necessità di aiutare nella ricostruzione del patrimonio culturale.
Dal settore del Patrimonio culturale della Regione Cristina Ambrosini ha spiegato che “non siamo più nella fase del trauma e si può individuare e proporre un approccio identitario alla ricostruzione dei beni culturali”, portando l’esempio della rifunzionalizzazione delle scuole di Pieve di Cento diventate biblioteca e pinacoteca. Ha ricordato gli studi fatti sulla Chiesa Santa Maria Maggiore Mirandola, dopo i traumi pesanti del terremoto. Il confronto è stato fatto con tutta la comunità mirandolese per far comprendere le scelte e le decisioni. Si è parlato anche del Teatro del Popolo di Concordia, in cui c’é stato un ruolo significativo delle comunità sulla sua ricostruzione.
Enrico Cocchi ha rievocato come la ricostruzione sia stata un vero modello di sussidiarietà e sforzo collettivo con la Regione, 4 presidenti di Provincia e 59 sindaci, citando come esempio la conta dei danni: 2 miliardi e 100 milioni di muri quadri e opere d’arte.
Infine, sono state presentate nello specifico le realtà delle eccellenze culturali della Bassa modenese, come i castelli, le torri e le fortezze, i musei, le torri della cinta muraria di San Felice, il castello di Mirandola, la rocca di San Felice, il castello delle rocche di Finale Emilia.
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