“La dolce vita a Finale”, che successo! Perché in paese è tornata la voglia di divertirsi insieme
FINALE EMILIA- "La dolce vita a Finale", che successo! Perché in paese è tornata la voglia di divertirsi insieme. Non servono i numeri - quelli delle presenze o dei fondi raccolti per beneficeenza - per spiegare perché la manifestazione "La Dolce vita" che si è tenuta negli ultimi tre giorni a Finale Emilia, è stata un grande successo. Perché non sono i numeri, comunque lusinghieri, a decretare il risultato più importante che si è ottenuto. Ovvero quello di vedere di nuovo le associazioni attive, il volontariato sul pezzo, i commercianti entusiasti, i cittadini curiosi, come da tanto tempo non accadeva a Finale Emilia.
Qualcuno ricorda ancora come "prima", Finale Emilia fosse la cittadina più vivace della Bassa in termini di associazionismo, voglia di feste e allegria festaiola. Che ci fosse da passeggiare in centro o pagaiare sul canale, travestirsi per Finalestense o ballare la disco, ammirare una mostra di quadri o ascoltare poesie, ogni giorno ce n'era una.
Poi, più nulla. All'improvvisò una cappa pesante è scesa sul paese, ed è - prendiamo la similitudine da un pensionato massese - come se si fosse dato il diserbante sull'associazionismo.
Era l'epoca della bufera politica, dei sospetti sugli appalti comunali, delle inchieste giudiziarie che hanno toccato anche il volontariato: nessuno aveva più voglia di organizzare nulla, e anche se ne aveva, poi nessuno se la sentiva di mettere la firma e prendersi la responsabilità col rischio di finire nei guai.
Ci sono voluti quasi dieci anni, due cambi di sindaco e un ricambio generazionale nel volontariato per venirne fuori, per superare timori, paure e trovare la voglia di rimettersi in gioco, tutti assieme. Si, perché è quel "tutti assieme" a fare la differenza, a Finale lo sanno. "La dolce vita" è nata così, dalla proposta del Comune di organizzare qualcosa tutti assieme. Con la neonata Consulta per l'economia finalese, con la rinnovata Pro Loco finalese, trovando gli sponsor tra le aziende finalesi, coinvolgendo i commercianti finalesi. Senza la prosopopea di pensare di saper fare tutto da soli, i finalesi hanno chiamato un manager del privato (Stefano Rimondi, Caracol Società Cooperativa Sociale) e si sono detti: "Cosa stuzzica la gente di Modena? Le fiere campionarie sono ormai superate" ed ecco l'idea degli anni Sessanta, pensando ai boomer ricordando loro i bei tempi andati della giovinezza, e strizzando l'occhio ai più giovani creando sfondi instangrammabili. In realtà si stava costruendo qualcosa di molto importante, e poco contava il tema della festa, che poteva essere anche "La navigazione del Panaro" oppure "La festa dei colori", sarebbe stato comunque un successo se l'obiettivo era chiamare famiglie, ragazzi, pensionati in un evento fluido, itinerante e movimento, dove ci si potesse muovere e i cittadini vengono coinvolti, chi a fare il figurante per le fotografie, chi a tirare fuori dal garage la Lambretta o la Topolino, chi a chiedere alla nonna di prestarle l'abito da sposa per la sfilata in costume d'epoca. Con la bella sorpresa, per i bambini di trovare i nuovi bellissimi giochi installati ai giardini dai volontari (anche qui, volontari) "Ciao Manu".
Spiega Andrea Carriero, presidente Proloco Finale Emilia: "Volevamo creare un evento con la E maiuscola, noi avevamo da parte un gruzzoletto e il nuovo direttivo, ma nessuna esperienza, ci siamo affidati al privato. Abbiamo incontrato diverse criticità, ma la volontà era superiore alle criticità, volevamo mettere insieme le persone di Finale Emilia, c'è il desiderio di rivedere le piazze piene, nel finalese far lavorare le aziende finalesi, sponsor finalesi e associazioni finalesi. Ora abbiamo maturato una esperienza importante. È una vittoria importante. Finale Emilia ha un nuovo passo, siamo riusciti a tenerci per mano".
Il sindaco Claudio Poletti: "Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà - sorride citando Gramsci - se pensiamo alle sfighe saremmo a piangerci addosso. Abbiamo voluto mandare un preciso messaggio di rivitalizzazione della società Attivando le Consulte delle frazioni, la Consulta delle economie, il Forum giovani e la Consulta delle associazioni abbiamo creato le condizioni per rimotivare i cittadini, riprendere il dialogo e il confronto". Il resto è venuto da sè. Perché i finalesi ci sanno fare".
“Rivedere una città così viva e animata, osservare tanta gente di ogni età, famiglie e compagnie di ragazzi muoversi da un punto all’altro del paese per seguire i numerosi eventi proposti a qualsiasi ora del giorno, ci ha dato grande soddisfazione, è stato davvero emozionante -ha proseguito il primo cittadino finalese -. Questo evento ha dimostrato, già dalla sua prima edizione che può andare a colmare il vuoto lasciato dalla vecchia fiera campionaria d’aprile, una manifestazione che per realtà come le nostre credo sia ormai superata”.
Così il sindaco di Finale Emilia commenta il successo della prima edizione de “La dolce vita”, la manifestazione dedicata agli anni Sessanta andata in scena da venerdì 21 a domenica 23 aprile. Questi alcuni numeri che certificano l’ottima riuscita: 3 giorni di eventi, più di diecimila presenze, un centinaio di eventi, 3 palchi principali, 3 palchi secondari, l’App Dolce Vita risulta in tendenza tra le prime 5 scaricate in Italia, 72 ore di diretta radio in streaming grazie a Radio StazioneRulli, una cinquantina di auto storiche e lambrette, 23 partecipanti alla gara di zuppa inglese, 405 persone al pranzo di beneficenza organizzato in via Mazzini (il cui ricavato contribuirà all’acquisto di un ambulanza per la Croce Rossa di Finale Emilia), 40.084 visite sul sito Dolce Vita (https://www.ladolcevita.mo.
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