Alluvione, Coordinamento Cispadano: “Non è maltempo, ma maltrattamento del territorio”
Il Coordinamento NO autostrada – SI strada a scorrimento veloce interviene, in modo molto critico con le Istituzioni, sull’alluvione che ha devastato i territori dell’Emilia- Romagna
Questa la nota del Coordinamento:
“Sono passati poco più di 10 giorni dal nostro precedente comunicato inerente l’alluvione in Romagna dei primi giorni di maggio e sentiamo il dovere di tornare sul tema dopo una ulteriore, e peggiore, alluvione negli stessi luoghi di pianura e dissesto idro-geologico in montagna: dopo solo quindici giorni (eventi che le cronache storiche mettevano ogni mezzo secolo se non di più). Per questo torniamo quindi ad esprimere innanzi tutto la nostra vicinanza alla popolazione colpita.
Non è comunque facile commentare la situazione senza correre il pericolo di scivolare nella retorica.
Pericolo che non sembrano ravvisare certi esponenti politici che già promettono la ricostruzione e il rilancio economico partendo in primis dalla realizzazione del sistema infrastrutturale (?). Nessuna remora, nessuna riflessione e/o considerazione dei perché tutto questo accade. L’importante è rilanciare l’economia, il mercato, senza se e senza ma, come prima e più di prima. Mentre gli esperti ribadiscono, a fronte degli evidenti cambiamenti climatici, la necessità di fare una seria messa in sicurezza del territorio dalle cime appenniniche al mare.
Poniamo, dal territorio colpito dal terremoto nel 2012, la necessità di stare in guardia sul come e cosa fare dopo una tragedia come noi abbiamo vissuto e ora stanno vivendo i romagnoli. Da noi, solo pochi mesi dopo il sisma e con ancora le macerie in strada, è stata ribadita la volontà di realizzare una autostrada, la Cispadana, per sostenere la ripresa economica. In Romagna cosa proporranno? Basta leggere il PRIT2025, la Legge regionale sul consumo di suolo, il PAIR e si capisce cosa intendano per “economia” questi politicanti. Nello specifico del territorio romagnolo è prevista la realizzazione della quarta corsia sulla A14 da Bologna allo svincolo per Ravenna.
Sulla costa viene prospettata la realizzazione della “riesumata” Romea commerciale” autostradale da Mestre almeno fino a Ravenna e poi, perché no, un domani proseguire per Orte.
Ancora asfalto e cemento. Ancora impermeabilizzazione. Ancora consumo di suolo (media in Europa 4,2%,
in Italia 7,2%, in E.R. 9,2%). Una triade di attività che ci vede, come Regione, ai primi posti a livello nazionale.
Classifica dove la provincia di Ravenna primeggia (sarà un caso?). Possiamo immaginare cosa potranno fare se passasse “l’autonomia differenziata” che trasferisce ulteriore potere decisionale alle Regioni. Un esempio di “liberismo” economico/infrastrutturale ci è dato in questi giorni dal presidente CNA del comprensorio sassolese della ceramica che, mentre ancora in Romagna si contano i morti, lui rivendica la realizzazione della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo come prioritaria tematica. C’è da chiedersi se questa posizione rappresenta quella del resto degli imprenditori emiliano-romagnoli.
Le alternative economiche, infrastrutturali e ambientali ci sono e per queste- da oltre quindici anni- il Coordinamento cispadano, insieme a tante altre realtà associative, si batte. L’auspicio è che, dopo la doverosa messa in sicurezza di persone e cose, anche le genti della Romagna si uniscano per contrastare una politica, questa politica, che in modo dissennato ha creato le condizioni per quanto sta accadendo in Romagna e non solo.
Ricordiamo che mediamente ogni due/tre anni c’è una alluvione nella nostra Regione, giudicata dagli esperti la più esposta al rischio idro-geologico. E non certo a causa di nutrie e istrici, né tantomeno degli “ambientalisti pragmatici” quali ci sforziamo di essere.
Tutto questo non è sterile “polemica” come qualcuno la definisce e non aspettiamo il solito minuto “dopo” per dire le cose che i cittadini devono sapere. Vorremmo invece che con umiltà chi in questi anni ha sbagliato approccio sul tema ambientale e della sicurezza del territorio lo ammettesse per rispetto di chi ha perso tutto. Anche la vita”.