De Minimis, Cna: “E’ una norma che limita le imprese: necessari correttivi, e subito”
Molte agevolazioni finanziarie per le imprese sono vincolate al De minimis, una norma europea in base alla quale un’impresa non può beneficiare di contributi pubblici per più di 200.000 euro nel triennio, un limite che si applica a tantissimi finanziamenti di carattere nazionale, regionale e finanche delle Camere di Commercio provinciali, un po’ in tutti gli ambiti, dalla competitività all’innovazione, dalla internazionalizzazione alla formazione.
Si tratta di un limite sempre più stretto per le imprese, in primo luogo perché, in dieci anni (l’ultimo adeguamento è datato 2013), non è mai stato adeguatamente rivalutato: duecentomila euro dieci anni fa, oggi valgono 238.000 euro (un calcolo peraltro per difetto, effettuato sulla base di tabelle Istat spesso non in grado di rappresentare gli effetti di un’inflazione in continua crescita); poi a causa del fatto che le banche dopo la pandemia, fanno ricorso molto più che in passato alla garanzia dello Stato, anche per linee di credito di breve termine e addirittura per i leasing, incidendo significativamente sul plafond del De minimis. Infine, va rilevato come questo limite riguardi tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione e caratteristiche operative. Anzi, per le imprese di trasporto il De minimis è addirittura ridotto del 50%.
“E’ del tutto evidente – commenta Marco Malagoli, presidente di Cna Industria Modena – come questo massimale non rispecchi più il reale valore del denaro, penalizzando così le imprese, in particolare quelle più propense all’innovazione, e alla sostenibilità ambientale. Con questa consapevolezza, la Comunità Europea, a fine 2022, aveva aperto una consultazione per innalzare la soglia a 275 mila euro, ma senza prendere poi alcun provvedimento. Riteniamo indispensabile parlare anche di questo con l’Europa, non solo di Mes o Pnrr, per quanto siano importanti questi temi”.
“Non possono essere infatti dimenticate le esigenze quotidiane delle imprese – insiste Malagoli - che in virtù di questa situazione non solo vedono ridotto il sostegno agli investimenti, ma incontrano anche difficoltà sul mercato finanziario: alcune di esse stanno già ricevendo dinieghi dagli intermediari finanziari per esaurimento del plafond, vedendosi così precluso l’accesso al credito in un momento reso già estremamente complesso a causa dell’aumento dei tassi di interesse”.
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