Truffa telefonica ai danni di una 78enne sventata grazie ad un’operatrice socio-sanitaria
SASSUOLO - Se non l’avesse messa sul chi va là l’operatrice socio-sanitaria (Oss) che assiste sua sorella, una settantottenne di Sassuolo ci avrebbe rimesso 965 euro. A tanto ammontava, infatti, la somma di denaro che la signora stava per inviare a quella che credeva essere la figlia e invece era un truffatore (o una truffatrice). Come spesso avviene in questi casi, l’inganno era stato ben congegnato. L’episodio risale a qualche giorno fa.
Stefania Casarini e Tatiana Koutnova, operatrici socio-sanitarie della cooperativa sociale Domus Assistenza di Modena impiegate nel Sad (Servizio di assistenza domiciliare) a Sassuolo, avevano preso servizio, come tutti i giorni, nella casa in cui abitano due anziane sorelle, una delle quali allettata.
«Quando siamo arrivate, la signora più giovane era molto agitata – racconta Casarini – Ci ha spiegato che doveva recarsi immediatamente in banca perché aveva ricevuto un messaggio in cui la figlia le chiedeva aiuto. Più nel dettaglio, la figlia le comunicava di aver perso il telefono e scoperto, contemporaneamente, di avere il bancomat bloccato. Adducendo altri problemi tecnici, la (presunta) figlia le diceva che l’unica soluzione era acquistare un nuovo telefono. Per questo si trovava in un negozio di cellulari dove era in offerta un iPhone dal costo di 965 euro. Proprio la somma che la figlia chiedeva alla madre di anticiparle su una carta prepagata Postepay di cui allegava una foto. La signora si era già recata in un ufficio postale, ma fortunatamente non era riuscita a inviare il denaro. Per questo stava per andare in banca».
Le incongruenze del racconto hanno immediatamente insospettito l’Oss di Domus Assistenza, che ha consigliato alla donna di chiamare il genero, cioè il marito della figlia. Contattato, l’uomo ha smentito che la moglie avesse perso il telefono e spiegato che non rispondeva alle telefonate della madre solo perché era presumibilmente impegnata al lavoro.
«La vicenda si è facilmente chiarita e la sorella della nostra assistita non è caduta nella trappola – dice Casarini – Se ne sentono tante di queste storie, ma stavolta è andata bene e la signora ci ha ringraziato molto. Noi Oss siamo consapevoli che il nostro lavoro non consiste solo in un supporto di tipo socio-assistenziale, ma in una più ampia tutela delle persone e famiglie che ci accolgono nelle loro case», conclude l’operatrice socio-sanitaria della cooperativa Domus Assistenza (aderente a Confcooperative Terre d’Emilia.
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