“Ecco perchè crediamo che don Giorgio Govoni sarebbe stato assolto”
RIVARA DI SAN FELICE SUL PANARO - La Diocesi di Modena ha incaricato l'avvocato Serafino Amodeo di studiare le sentenze che riguardavano don Giorgio Govoni. Il legale è intervenuto al convegno di Rivara "Bambini e genitori della Bassa: facciamo chiarezza" , e qui ha ricostruito il calvario del prelato, il prete camionista amato e stimato (ancora oggi) da chi lo ha conosciuto e che non ha retto all'accusa infamante di aver abusato dei suoi piccoli parrocchiani.
Gli è venuto un colpo, un colpo fatale, nello studio del suo avvocato Pier Francesco Rossi leggendo la richiesta della Procura a 14 anni di carcere per pedofilia. Oggi sappiamo che a parte i racconti dei bambini non esistono altre prove, che il gruppo satanista non esisteva, che i riti di gruppo al cimitero non sono mai avvenuti, che nel Panaro nessun piccolo cadavere ci è stato mai stato trovato.
L'avvocato Amodeo, nei suoi venti minuti di intervento che abbiamo registrato e che trovate nel video qui sotto, ha letto al pubblico le carte dei processi e delle sentenze successive alla morte del prelato, mettendo in fila i fatti e le smentite.
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Per ulteriore chiarezza, citiamo dalla nota di monsignor Castellucci su don Giorgio del maggio 2023:
Come noto, la magistratura non si è potuta pronunciare direttamente nei confronti di don Giorgio, in quanto lo stesso moriva nella sala di attesa del suo avvocato poco prima della conclusione del giudizio di primo grado. La sentenza del Tribunale di Modena (sentenza n. 87 depositata il 2 dicembre 2000) confermò i predetti capi di imputazione nei confronti delle persone coimputate con don Govoni e avrebbe plausibilmente condannato anche lui se non fosse morto poco prima, come si evince dalla sentenza stessa nella quale tra l’altro si afferma di non doversi procedere “per morte del reo”.
Tale sentenza è stata poi impugnata avanti la Corte di Appello di Bologna, la quale, in relazione ai suddetti capi di imputazione, ha assolto le persone coimputate con don Giorgio (sentenza n. 1657 depositata l’8 ottobre 2001), ritenendo che, riguardo le narrazioni dei riti satanici avvenuti nei cimiteri, “vi fosse un’assoluta carenza di prove in ordine alle svolte riunioni oltre che alla inverosimiglianza di alcuni dettagli che si pongono al di là del logicamente plausibile” (p. 111); e che l’episodio dell’asserito prelevamento di un minore presso un istituto scolastico non fosse da ritenere credibile (p. 156). La Corte d’Appello, anche sulla base delle argomentazioni sopra riportate, ha assolto le persone coimputate con don Govoni dai capi di imputazione sopra richiamati “perché il fatto non sussiste”.
Questa ultima sentenza è stata impugnata avanti la Cassazione, che ha cassato parzialmente la sentenza della Corte di Appello di Bologna “limitatamente alla assoluzione per gli abusi sessuali commessi (da una delle persone imputate, diversa da don Giorgio, n.d.r.] al di fuori dei rituali orgiastici e satanici” e rinviando ad una diversa sezione della Corte di Appello per pronunciarsi su tali fatti (Cass. 22 gennaio 2003, n. 2234). La Corte di Appello di Bologna, anche in questo caso, ha assolto la persona interessata “per non aver commesso il fatto”, sostenendo che il minore in questione avesse subito delle sollecitazioni tali da non poter prendere posizione sulla validità e rilevanza delle sue dichiarazioni (sentenza n. 899 depositata il 6 dicembre 2006).
All’esito delle vicende giudiziarie che hanno interessato i fatti nei quali sarebbe stato coinvolto don Govoni, pertanto, si rileva che in relazione ai suddetti capi di imputazione, le persone coimputate con lui sono state assolte perché “il fatto non sussiste”. Dunque, pur non essendoci una condanna o un’assoluzione formale nei confronti di don Giorgio, si può affermare che dalle sentenze relative al c.d. “processo pedofili della bassa bis” è emersa la “assoluta carenza di prove” e l’insussistenza dei fatti, relativamente al compimento di riti satanici a sfondo sessuale nei cimiteri e l’asserito sequestro di un minorenne presso un istituto scolastico, eventi nei quali sarebbe stato coinvolto don Giorgio Govoni.
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Tornando al convegno di Rivara, anche don Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì originario di Rivara e amico fraterno di don Giorgio, nel corso del pomeriggio ha speso parole chiare sulla necessità di riabilitare il prete camionista coinvolto in questa drammatica e dolorosa vicenda. Di seguito, la nostra video intervista a don Pizzi.
Parla Lorena Morselli, e il suo è il drammatico racconto del momento in cui i suoi figli vennero portati via dai servizi sociali, divisi e assegnati a famiglie diverse, col terribile sospetto di essere vittime di una banda di satanisti pedofili. Anni dopo le accuse per queste mamma sono cadute, è stata dichiarata innocente, ma da allora non ha mai più visto i suoi figli, nè risulta che fratelli e sorelli si siano incontrati.
Ecco il video:
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Il reportage del convegno "Bambini e genitori della Bassa: facciamo chiarezza" lo trovi qui https://wp.me/p4xKFg-3726
I dettagli sulle imputazioni e i processi relativi a Don Giorgio Govoni, dall'intervento di monsignor Castellucci sulle pagine della Curia: https://www.chiesamodenanonantola.it/nota-su-vicende-relative-a-don-giorgio-govoni/
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