Cgil Modena: “La curiosa evoluzione della democrazia in Coop Alleanza 3.0”
“Abbiamo ricevuto segnalazioni sul fatto che queste raccolte firme siano state sponsorizzate da alcuni preposti durante l’orario di lavoro” dichiara Alessandro Santini della Filcams-Cgil di Modena, “ in cui si dichiara che non esistono episodi di maltrattamenti del personale e vessazioni e che in alcuni casi si sarebbe arrivati anche a chiedere di sottoscrivere un foglio in bianco, senza che i lavoratori potessero realmente visionare il testo da sottoscrivere. E’ evidente che gli addetti Coop, spesso donne, madri di famiglia, con situazioni di lavoro particolari, vedendosi arrivare la richiesta da parte di preposti dai quali potrà dipendere l’assegnazione o meno di ore di straordinario o di turni di lavoro che permettano la conciliazione con la propria vita familiare, si trovino esposte ad una forte pressione psicologica, tale da portare qualcuna a sottoscrivere anche un foglio in bianco. Tutto questo ci sembra però rafforzare quanto denunciato dalla Filcams CGIL nei giorni scorsi”.
Laura Petrillo, segretario generale Filcams e per anni impegnata nei rapporti sindacali con Coop, trova curioso che siano proprio delle raccolte firme portate avanti da preposti e svoltesi in orario di lavoro “così come riportato da molti nostri iscritti” ad assumere un livello di veridicità cristallina. “Perché non porsi in modo contrario in assemblea?” chiede Petrillo, “Cos’è questa? Una nuova idea di democrazia?”
E' quello che non si comprende in Filcams, come ribadisce anche la coordinatrice RSU di Coop Alleanza 3.0 Giorgia Volpi. “Per noi decidono i lavoratori. Se questi firmatari fossero venuti in assemblea a convincerci che la nostra idea era sbagliata, che avevamo preso un abbaglio, lo avremmo accettato. Non è successo tranne che in un paio di interventi, sui tanti ascoltati. Anzi, alcuni firmatari di quelle raccolte firme, in assemblea davanti a decine di testimoni, hanno ammesso che il problema esiste. Poi hanno cercato di nasconderlo dietro ad un vestito nuovo, addossando colpe al sindacato che non ha fatto altro che esercitare il proprio ruolo: dopo aver segnalato in più occasioni, nelle sedi e nei luoghi deputati, insieme ai delegati sindacali, alcune situazioni che necessitavano un intervento da parte della cooperativa che non è mai arrivato, la Filcams si è vista costretta, suo malgrado, ad attivare degli strumenti diversi, con l’obbiettivo di tutelare e difendere i lavoratori”.
“Queste modalità di raccolte firme a posteriori, quando non addirittura la minaccia da parte di quadri e direttivi, di sospensione massive dei pagamenti delle tessere sindacali, finalizzata a far assumere alla Filcams Cgil, posizioni più accomodanti nei confronti di Coop, non sono nuove in cooperativa” continua Volpi. “Anche con il rinnovo dell’ultimo contratto integrativo nel 2014 dell’allora Coop Estense si è assistito a episodi similari, come al fatto di trovarsi davanti a certi comportamenti poco coerenti di alcuni lavoratori che assistono alle assemblee e poi cambiano la propria posizione dopo il rientro sui luoghi di lavoro”.
“Il luogo per le decisioni è, e rimane, l’assemblea pubblica dei lavoratori,” concludono dalla Filcams “così come per Coop lo è quella dei soci. Non è una posizione che non trova riscontro nei luoghi deputati al confronto e al dibattito, che può sovrastare quanto votato all’interno delle assemblee. Tutto questo rischia di diventare un confronto sterile, fatto sulla pelle delle persone, a cui anche alcuni colleghi purtroppo si stanno prestando, seppur comprendendo la condizione di soggezzione in cui alcuni possono trovarsi. La giustizia esiste solo se c'è equità e la democrazia esiste solo quando ci si confronta nelle sedi opportune. Se qualcuno pensa di strumentalizzare, è giusto che si sappia, questo qualcuno non è la Filcams”.
Il sindacato ritiene sia giusto ripristinare con urgenza corrette modalità, rispetto e riconoscimento del ruolo sindacale e dei delegati (oltre 80 delegati Filcams Cgil eletti con l’ultimo rinnovo) nei posti di lavoro. L'augurio è che certi comportamenti vengano bloccati dalla cooperativa e che ci sia la volontà di ripristinare un dialogo produttivo, nel rispetto dei diversi ruoli, come quello che si è da sempre contraddistinto nel passato, e che nessuno provi più a giocarsela sulla conta delle persone, ritenendo tutto ciò un potenziale pericolo che sposterebbe la discussione ad uno scontro tra colleghi andando ad alzare ulteriormente le tensioni ed i malumori.
“I lavoratori rimangono il primo biglietto da visita per questa cooperativa e lavorare in un ambiente il cui clima non è sereno,rischia di evidenziarsi anche agli occhi dei consumatori aggravando la condizione di una cooperativa che sta attraversando una fase storica molto delicata e complicata”, conclude Laura Petrillo, segretario provinciale Filcams CGIL Modena.
I lavoratori in assemblea hanno votato a larghissima maggioranza l’apertura dello stato di agitazione e daranno corso a iniziative qualora non si metta fine ad atteggiamenti anti-democratici e intimidatori in azienda.
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