Disputa Nippon Express, ultimatum dell’azienda: trasferimento degli operai a Vicenza o licenziamento
BOMPORTO- Continua la dura battaglia dei lavoratori della Nippon Express. L’azienda – multinazionale leader della logistica tessile che gestisce contratti per tutti i primari marchi della moda – dopo settimane “nebulose” ha confermato, nella giornata di giovedì 14 gennaio, l’indisponibilità a reperire soluzioni alternative al trasferimento dei lavoratori presso la sede di Sala Breganze in provincia di Vicenza (a oltre 150 km di distanza) oppure la perdita del posto di lavoro.
Il segretario generale della Filt/Cgil di Modena Adriano Montorsi fa sapere che:
A fronte di tale perdita però l’azienda ha anche confermato la propria disponibilità ad una soluzione conciliativa particolarmente “allettante”, pari a 3 mensilità di stipendio in cambio dell’accettazione della perdita del posto di lavoro.
Se pensiamo che sul sito produttivo di Bomporto (ma prima ancora sui siti che erano presenti a Campogalliano e Soliera) alcuni di questi lavoratori hanno maturato un’esperienza e una anzianità anche di 25 anni, il solo pensiero che possano essere accantonati con una “buonuscita” di tre mesi di stipendio fa rabbrividire.
Questa è la logica delle multinazionali, questo è il valore del lavoro e della professionalità di un lavoratore del settore del tessile logistico per la Nippon Express. Una multinazionale in cui probabilmente basta un semplice clic sulla tastiera da parte di un qualsiasi dirigente nipponico per decidere arbitrariamente di tagliare un ramo (ovvero un magazzino) di lavorazione dei prodotti dei grandi marchi della moda che questa multinazionale giapponese tratta e distribuisce. Una multinazionale che, come da loro stessi affermato, non è affatto in crisi, ma che anzi ha ampliato il proprio portafoglio clienti nel nostro paese e che peraltro dal periodo di inizio della crisi Covid ad oggi ha visto incrementare il proprio valore azionario del 50% (probabilmente con scelte di dimagrimento effettuate a discapito dei dipendenti, siano essi diretti o in appalto).
Non è più tempo per lasciare passare senza colpo ferire queste logiche di mero sfruttamento della manodopera e di svuotamento irresponsabile di un territorio e delle professionalità che quello stesso territorio è stato storicamente in grado di esprimere.
Per queste motivazioni non poteva che continuare ed esacerbarsi la lotta sindacale e la denuncia dei lavoratori insieme alla Filt Cgil rispetto al comportamento dell’azienda con la dichiarazione di un ulteriore pacchetto di 40 ore di sciopero che verrà effettuato ad oltranza a partire da oggi e sino al reperimento di risposte utili alla risoluzione della vertenza.
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