Europa Verde alla Giunta regionale: no a limiti più alti su inquinamento elettromagnetico
Il gruppo ha richiesto di mantenere la soglia attuale di attenzione di 6 Volt/metro per i campi elettrici generati dalle radiofrequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere e a promuovere la realizzazione di ricerche indipendenti, epidemiologiche e sperimentali sugli effetti dell’esposizione a onde centimetriche del 5G a 26 GHz (non ancora studiate in maniera adeguata), al fine di valutare eventuali impatti sulla salute. In Parlamento è stato infatti avviato l’iter per alzare la soglia a 61 Volt/metro.“Rispondendo alla mia interrogazione, l’assessore alla salute Donini non ha chiarito se ci sia o meno la volontà della Giunta regionale di intervenire, attraverso il presidente Stefano Bonaccini, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni per chiedere al governo di non modificare la normativa vigente in Italia in materia di protezione dei cittadini dall’inquinamento elettromagnetico, passando da 6 Volt/metro a 61 Volt/metro – afferma Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidentessa dell’Assemblea legislativa – È positivo che la Regione stia partecipando a uno studio del ministero dell’ambiente sull’esposizione umana ai campi elettromagnetici che vedrà i risultati pubblicati nel 2022. A maggior ragione avrebbe più senso aspettare i risultati della ricerca prima di incrementare i limiti di esposizione alle radiofrequenze. Per questo ho sollecitato la Giunta a far sentire la propria voce in modo da rappresentare le preoccupazioni sollevate sia da numerosi cittadini emiliano-romagnoli, sia dai ricercatori e medici che lavorano nel nostro territorio a cominciare dall’autorevole Istituto Ramazzini. Proprio il Ramazzini, un’eccellenza italiana per gli studi pioneristici sulla cancerogenicità delle radiofrequenze e di sostanze chimiche come il cloruro di vinile e la formaldeide, ha inviato una petizione al governo e al Parlamento, insieme a Legambiente, ISDE e Marevivo, che evidenzia il pericolo per la tutela della salute e dell’ambiente rispetto all’ipotesi dell’innalzamento del limite di esposizione elettromagnetica da 6 a 61 V/m, originato anche dalle nuove esigenze di digitalizzazione, tra cui lo sviluppo della tecnologia 5G. In realtà ci sono esperienze che evidenziano come il 5G non necessiti dell’innalzamento dei limiti.
Per i Verdi -Europa Verde, la priorità deve restare la prevenzione invece di intervenire a danno fatto. Continuerò quindi a sollecitare la Giunta in questa direzione anche negli approfondimenti previsti su questo tema nella commissione assembleare competente”.
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