Quando terremoto e pandemia diventano sfide per rinnovarsi. L’esperienza di Emanuela Zavatti titolare del negozio Manu taglie forti.
CAVEZZO E SAN PROSPERO.... E DINTORNI - I cittadini della Bassa hanno maturato una certa “resistenza” alle calamità. Prima hanno dovuto affrontare le scosse del 2012, che hanno lasciato profonde ferite, poi la pandemia, ma si sono rimboccati la maniche, affrontando le sfide con coraggio e cercando di trasformarle in opportunità.
In quanto a coraggio di ripartire e capacità rinnovarsi ne sa qualcosa Emanuela Zavatti, 50 anni, di professione commerciante, che dopo il terremoto si è trovata inagibile prima il negozio in centro a Cavezzo, poi il il garage dove aveva stoccato la merce in attesa di trovare un nuovo locale dove riaprire.
“Per ripartire quanto prima – ricorda - insieme ad altri commercianti avevamo dato vita al progetto innovativo Cavezzo 5.9, il centro commerciale nei container nato in centro a Cavezzo. Smantellato il 5.9, ho deciso di riaprire l’attività di abbigliamento di moda curvy spostandosi a San Prospero”.
Quando Emanuela Zavatti ha aperto il suo negozio “Manu taglie forti” si è posta un obiettivo ben preciso: proporre capi dalla 46 alla 62, di ottima qualità e design giovane, in grado di soddisfare le esigenze e le personalità delle clienti. Una ricerca continua quella di Emanuela che ha avuto un ottimo riscontro. Le clienti, infatti, di tutte le età arrivano anche da fuori provincia perché trovano in “Manu taglie forti” un punto di riferimento: capi in grado di farle sentire bene e belle e i consigli di Emanuela che, oltre ad essere figlia d’arte (la mamma aveva un negozio in centro a Cavezzo), vanta grande passione per il suo lavoro unita all’esperienza.
“Ho iniziato lavorando come commessa in un negozio di abbigliamento per taglie forti – racconta -, poi nel 2003 ho aperto la mia attività dedicata alle donne curvy proponendo capi giovani e alla moda. Mi sono immedesimata nelle clienti chiedendomi: “e se diventassi io una taglia forte? Sicuramente vorrei vestirmi con abiti che mi valorizzassero”.
Dopo il sisma, è arrivata la pandemia. Anche in questo caso, Emanuela ha colto la nuova sfida come un’occasione per rinnovarsi. “Sono una persona del fare – racconta -. Nei primi mesi dell’emergenza Covid l’attività ha avuto uno stop, poi ho cercato di ripartire. Ho iniziato a collaborare con Anna Reccia, una giovane che si occupa di social media marketing e ci siamo reinventate, non senza difficoltà. Con il negozio chiuso, abbiamo raggiunto le clienti con dirette sui social, una sorta di “salotto” tra amiche, durante le quali presentavamo i capi presenti in negozio e garantendo la consegna degli ordini a domicilio in tutta Italia. Abbiamo cercato di continuare l’attività in modo divertente e coinvolgente”.
Quando non lavora, Emanuela si di divide tra la famiglia, il volontariato, la lettura e...la ricerca di un fidanzato.
“Sono adrenalinica e adoro affrontare sempre nuove sfide – racconta -. Mi piace cucinare, leggere, dedicarmi al volontariato. Sono separata e, nella casa immersa nel verde di Cavezzo, vivo con mio figlio Nicolò di 27 anni che pratica rugby, mia fratello e mia nipote, insieme a 4 gatti, 2 oche del Campidoglio e due cani. Ambisco ad allargare la famiglia con un maiale e un asino... si troverebbero benissimo. La casa è molto importante e rappresenta un punto di riferimento, un porto sicuro per gli amici dove venire, rigenerarsi e ripartire. Ho un ottimo rapporto con il mio ex marito e gli ex fidanzati e quando li ospito mi piace cucinare. Loro dicono che sono una donna complicata, ma è una bugia (ride) perché se c’è una persona semplice quella sono io! Sono alla ricerca di un principe azzurro che cammini al mio fianco. Non dovrebbe essere difficile trovarlo... in fondo sono solo testarda, determinata, generosa, lungimirante (forse troppo!), curiosa, disordinata, pratica, dico sempre quello che penso… Insomma, davvero una persona semplice, non capisco perché non ho ancora incontrato il mio principe. Spero nella prossima intervista di comunicarvi che la ricerca è finita!”.
Prima della pandemia Emanuela organizzava e partecipava ad eventi benefici. “Mi piaceva dedicarmi al volontariato insieme a mio figlio – racconta -, con alcune amiche abbiamo anche creato il gruppo “L’Abbraccio”, dedicato alle donne morte nel sisma del 2012 per parlare di prevenzione al femminile. Speriamo di poterlo fare di nuovo”.
Da persona curiosa qual è, Emanuela si interessa di reincarnazione, simbologia e magia. “Mi piace leggere – racconta – una passione sono i libri del filosofo Igor Sibaldi. Sul comodino tengo un quaderno per gli appunti, dove scrivo i sogni premonitori e le cose che ho paura di dimenticarmi. D’altra parte, mi piace essere sempre impegnata. Non voglio correre il rischio di annoiarmi”.
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