Elezione del presidente della Repubblica, Parlamento in seduta comune convocato lunedì 24 gennaio
Il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il Parlamento in seduta comune (deputati e senatori), con la partecipazione dei delegati regionali, lunedì 24 gennaio, alle ore 15, per la prima seduta destinata all'elezione del presidente della Repubblica. L'avviso di convocazione è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri, martedì 4 gennaio.
"Come da prassi, ho inviato la comunicazione ai presidenti dei consigli regionali, che dovranno scegliere i propri delegati, e al presidente Mattarella. Nelle prossime due settimane, all’attività ordinaria della Camera si affiancherà quella di preparazione al voto. Siamo al lavoro insieme al collegio dei questori per definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto", ha scritto ieri il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, sulla propria pagina Facebook.
Saranno, in teoria, 1009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il capo dello Stato: 321 senatori (ai 315 eletti si aggiungono 6 senatori a vita), 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ognuna delle 20 regioni (ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno solo), designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. In realtà, questi numeri potrebbero modificarsi in relazione al diffondersi dei contagi da Coronavirus: alcuni grandi elettori potrebbero trovarsi, infatti, in isolamento al momento delle votazioni.
Queste, in breve, le norme per l'elezione del presidente della Repubblica: nei primi tre scrutini, per l'elezione occorre il voto dei due terzi dei componenti dell’Assemblea (673 voti), dal quarto scrutinio in poi, invece, è sufficiente la maggioranza assoluta (505 voti). Tra i papabili per l'elezione a presidente della Repubblica, l'attuale presidente del Consiglio Mario Draghi, con tutte le incognite relative ad elezioni anticipate e alla nascita di un nuovo Governo, Silvio Berlusconi, che parrebbe poter contare, almeno inizialmente, sul sostegno del centrodestra, l'attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia, Pierferdinando Casini e Giuliano Amato. Non è ancora possibile, infine, escludere totalmente l'ipotesi di un Mattarella bis, sebbene l'attuale Capo dello Stato abbia più volte lasciato intendere di non essere disponibile a questa eventualità.
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