Nuovi malati, guariti che non possono tornare, burocrazia in panne: il caos delle mense della Bassa
Lavoratori che si ammalano, dipendenti guariti e sani che non possono tornare al lavoro, burocrazia in panne. E’ il caos nelle mense delle scuole della Bassa ripartite lunedì in affanno. A San Felice, ad esempio, siamo al terzo giorno di mancanza delle mensa (il servizio è stato sospeso perchè 3 dei 4 dipendenti del centro pasti non sono disponibili) e la pressione sui genitori che lavorano si è fatta insostenibile. Chi ha un lavoro dipendente deve chiedere permessi, e tre di seguito non sono ben visti. Chi ha un’attività deve lasciare tutto e andare a prendere i figli. Cominciano a sorgere gruppi di auto-aiuto tra mamme, come quando non c’erano gli asili decenni fa.
Dopo due anni di epidemia, pare difficile organizzare in modo da fare fronte alle assenze. Basterebbe una convenzione con le altre mense scolastiche, come fa Mirandola con Medolla, si chiedono i genitori, cui almeno è stato promessa una riduzione della retta.
Non che gli altri centri pasti delle scuole e delle aziende della Bassa siano messi meglio: ogni giorno si registra una nuova richiesta di malattia. E – paradosso – i dipendenti che la malattia l’hanno finita, al Covid sono negativi sono bloccati da un paio di giorni in attesa della mail “liberatoria” dell’Ausl.
Quindi, con forza lavoro in meno, chi resta fa i salti mortali.
Uno spiraglio arriva proprio in queste ore da San Felice: dopo tre giorni di buio, da giovedì il servizio di produzione pasti riprenderà regolarmente.
Pertanto, saranno forniti i pasti per il nido d’infanzia, la scuola d’infanzia e la scuola primaria. Ma attenzione: i menù potranno subire variazioni, in considerazione della disponibilità delle derrate
alimentari e delle relative consegne.
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